ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06082017-160845


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
SOZIO, EMANUELA
URN
etd-06082017-160845
Titolo
Terapia Antibiotica e Terapia Adiuvante nella Malattia Meningococcica Invasiva: studio retrospettivo dei casi Toscani e Campani.
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
MEDICINA D'EMERGENZA-URGENZA
Relatori
relatore Prof. Carmassi, Franco
correlatore Dott. Tascini, Carlo
Parole chiave
  • meningococco
  • Neisseria Meningitidis
  • meningite meningococcica
  • meningiti batteriche
  • malattie invasive batteriche
  • malattia meningococcica invasiva
  • porpora fulminante
Data inizio appello
05/07/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/07/2087
Riassunto
La Malattia Meningococcica Invasiva (MMI) ha come agente eziologico Neisseria meningitidis o meningococco, diplococco aerobio Gram-negativo, appartenente al genere Neisseria.
N. meningitidis è anche un commensale comunemente isolato nel naso-faringe dell'8-20% di soggetti sani, e, più frequentemente, nelle popolazioni soggette a stretto contatto con altri individui. L'incidenza della Malattia Menigococcica Invasiva è molto variabile e risulta influenzata dalle caratteristiche di virulenza di diversi ceppi N. meningitidis o dalla presenza gruppi clonali, oltre che dalla sensibilità dell’ospite alla malattia meningococcica.
Le infezioni causate dal meningococco possono andare da disturbi lievi, come come un comune raffreddore, ad un grave quadro di shock settico, insufficienza multi-organo (MOF), e porpora fulminante. La Malattia Meningococcica Invasiva può causare in poche ore il decesso del paziente, o, in caso di sopravvivenza, l’insorgenza di disabilità permanenti, anche molto gravi. Il tasso di mortalità in caso di porpora fulminante può raggiungere il 50-70%. Senza alcun trattamento antibiotico, la mortalità dei pazienti con Malattia Meningococcica Invasiva è del 70-90%. L’applicazione di protocolli di terapia antibiotica tempestiva ed adeguata ha portato alla riduzione del tasso di mortalità al 20%. Altri fattori estremamente importanti per la sopravvivenza sono: il rapido riconoscimento della patologia infettiva; il rapido trasporto in ospedale e la presa in carico del paziente da parte di personale esperto; la stabilizzazione delle funzioni vitali in unità di terapia intensiva.
L’evoluzione infausta delle meningiti meningococciche risulta correlata alla gravità dell'infiammazione che si instaura nello spazio sub-aracnoideo.
La capsula batterica risulta uno dei maggiori fattori di virulenza per il meningococco. Le complesse strutture dei polisaccaridi capsulari, le proteine della membrana esterna del batterio e l’endotossina che viene liberata in circolo, sono riconosciuti come fattori maggiori di virulenza. L'endotossina di N. meningitidis è un mediatore chiave nella genesi della sepsi fulminante da meningococco. Infatti il lipopolisaccaride (LPS) si trova ad elevati dosaggi nel sangue e nel liquido cerebrospinale dei pazienti affetti da tale patologia. L’endotossina innesca una potente risposta infiammatoria sistemica in seguito al legame da parte del recettore del toll-like 4 (TLR4). L’endotossina è all'origine dell’ipotensione, dello shock refrattario e della insufficienza multiorgano, tipici dei casi fulminanti che si presentano con un quadro di coagulazione intravascolare disseminata (DIC). Infatti, l’endotossina, sembra essere in grado di indurre un alto livello plasmatico di inibitore dell'attivatore di plasminogeno 1 (PAI-1) causando un grave quadro di CID, con esito rapidamente infausto dovuto all’instaurarsi di una porpora fulminante.
Nonostante venga intrapresa una terapia antibiotica precoce e appropriata, la Malattia Menigococcica Invasica è correlata con elevata mortalità e con l’insorgenza di sequele permanenti. Dovrebbero quindi essere considerati trattamenti adiuvanti nella gestione di tale patologia, con il fine di minimizzare le conseguenze dello shock settico, della grave coagulopatia e il danno neuronale causate N. meningitidis.
L’obiettivo di questo studio è quello di valutare il ruolo potenziale della terapia adiuvante con Immunoglobuline arricchite da IgM infuse endovena (IG-GAM) nel ridurre la mortalità e l’insorgenza di sequele permanenti nei pazienti con Malattia Meningococcica Invasiva.
In questo studio retrospettivo e multicentrico sono stati inclusi 111 casi di Malattia Meningococcica Invasiva documentati in due aree geografiche italiane: Toscana (53 casi) e Napoli (58 casi); da Ottobre 2013 a Dicembre 2016. Tutti i pazienti sono stati trattati con terapia antibiotica come da linee guida internazionali; di questi 35 pazienti sono stati trattati anche con terapia adiuvante con Ig-GAM mentre 76 pazienti non hanno ricevuto tale trattamento. Oltre ad un’analisi descrittiva dei casi inclusi nello studio e all’analisi delle differenze dei casi avvenuti nelle due regioni italiane, è stato valutato l'impatto della terapia con Ig-GAM sulla mortalità o sulle sequele permanenti.
Il decesso o l’insorgenza di sequele permanenti sono state documentate nel 9% (3/35) dei pazienti trattati con Ig-GAM rispetto al 30% (23/76) dei pazienti che hanno ricevuto tale terapia adiuvante, differenza che si è mostrata statisticamente significativa (p= 0.023). L'analisi della regressione multivariata ha confermato la terapia adiuvante con Ig-GAM come unico fattore indipendente che protegge i pazienti con MMI da un esito infausto o dall’insorgenza di sequele permanenti (OR 0.202, 95% CI 0.046-0.909, p= 0.036). L'analisi di Kaplan-Meier della mortalità e delle sequele permanenti ha mostrato una differenza statisticamente significativa a favore dei pazienti trattati con Ig-GAM (p 0.012). In questo studio i fattori risultati associati ad un più alto rischio di mortalità o di insorgenza di sequele permanenti sono l’età avanzata (OR 1.029, 95% CI OR 1.003-1.005, p= 0.030) e la porpora fulminante (OR 8.869, 95% CI OR.733-28.775, p <0.001).
Pertanto, in questo studio retrospettivo multicentrico sulla Malattia Meningococcica Invasiva, la terapia adiuvante con Ig-GAM sembra avere un impatto favorevole sulla mortalità e sull’insorgenza di sequele permanenti nei pazienti.
File