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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06082009-154429


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
BIENTINESI, MATTEO
URN
etd-06082009-154429
Titolo
Autorizzazione integrata ambientale; il nuovo termovalorizzatore di Livorno
Dipartimento
ECONOMIA
Corso di studi
SVILUPPO E GESTIONE SOSTENIBILE DEL TERRITORIO
Relatori
Relatore Prof. Conti, Gian Luca
Parole chiave
  • A.I.A.
  • TVR
Data inizio appello
24/06/2009
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il quadro di controllo ambientale riferito al mondo dell’impresa è sensibilmente mutato a seguito dell’emanazione della direttiva Comunitaria denominata “IPPC”. Quest’ultimo è l’acronimo di “Integrated Pollution Prevention and Control” che in italiano significa Prevenzione e Riduzione Integrata dell’Inquinamento e il riferimento di questa materia è rappresentata dalla Direttiva 96/61/CE , emanata dall’UE per conciliare l’esigenza di uno sviluppo economico responsabile e competitivo con quello di tutela delle risorse umane ed ambientali. Oggetto di un’attenta analisi da parte dell’UE è stato proprio l’impatto ambientale delle attività produttive sul territorio le quali, per loro natura, attraverso la produzione di beni o la fruizione di servizi, consumano le risorse ambientali riversando poi sul territorio stesso, rifiuti ed emissioni nocive per acqua, terreno ed aria.
La direttiva 96/61/CE va considerata quindi uno strumento particolarmente efficace per la prevenzione integrata dei fenomeni d’inquinamento, per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile e la promozione di produzioni sempre più pulite. L’ultimo tassello mancante di tale direttiva Europea è stato posto con il Decreto legislativo 18 febbraio del 2005 n.59.
Tale dottrina soffriva, precedentemente all’ultimo decreto del 2005, di un forte limite per quanto riguardava l’applicabilità, infatti era destinata ai soli impianti esistenti. Questo limite impediva alla direttiva IPPC di applicare al nostro ordinamento giuridico quella funzione fortemente innovativa sia sul piano tecnico che sul piano normativo, senza dunque modificare il tradizionale approccio di tipo settoriale.
Ai gestori degli impianti viene imposto il rispetto di precisi obblighi per lo svolgimento delle attività, come usare in modo efficace l’energia, evitare fenomeni d’inquinamento significativi,evitare la produzione di rifiuti o cercare di ridurne l’impatto ambientale, prevenire gli incidenti e limitarne le conseguenze, applicare, laddove possibile, le migliori tecniche disponibili ovvero prendere tutte le opportune misure di prevenzione.
La produzione dei rifiuti è costantemente in crescita e rappresenta sempre di più un costo in termini ambientali ed economici. L’obiettivo è da un lato il necessario disallineamento tra crescita economica e aumento degli scarti dovuti ai consumi e alle produzione e dall’altro l’ottimizzazione dei sistemi di gestione ai fini della massimizzazione del recupero di materiali dai residui prodotti. Tutto questo nel rispetto dell’ambiente e della salute umana.
Tale procedimento è necessario a seguito degli aumenti dei costi di gestione del ciclo ed in particolare della fase di smaltimento dei rifiuti. L’applicazione del decreto legislativo 36/03 di recepimento della direttiva europea 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti, renderà un ricordo del passato la possibilità di smaltire in discarica un chilo di rifiuti a pochi centesimi di euro.Con deliberazione del Consiglio di Amministrazione di A.AM.P.S. del 12 ottobre 2001 è stata approvata la soluzione realizzativa che prevede l’inserimento di una terza linea posta in adiacenza alle strutture esistenti con l’integrazione delle stesse, già sottoposte a revamping, per rendere l’impiantistica di termovalorizzazione idonea alla combustione di CDR e, o frazione secca con potenzialità nominale complessiva di 400.000 Kg/giorno, nel pieno rispetto del Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti approvato dalla Regione Toscana nel dicembre 2000.
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