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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06072018-112300


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
LISITANO, MARIAGIOVANNA
URN
etd-06072018-112300
Titolo
Il concetto di disastro nel diritto penale.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof.ssa Venafro, Emma
Parole chiave
  • diffondibilità del pericolo
  • disastro
  • eco delitti
  • esposizione a sostanze tossiche
  • indeterminatezza delle vittime
  • normal accidents
  • pericolo comune
  • pubblica incolumità
  • società del rischio
Data inizio appello
18/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/07/2088
Riassunto
Prendendo le mosse dalla definizione comune di disastro, il lavoro si apre con un primo capitolo avente ad oggetto il modo in cui, originariamente - a partire dalla fattispecie capostipite dell’incendio -, tale concetto si inserisce nel tessuto del diritto penale, quale espressione obiettiva del pericolo comune (criterio tendenzialmente generale di caratterizzazione dei delitti contro la pubblica incolumità, denotante un pericolo incontrollabile ed una potenzialità plurilesiva diffusa che minaccia la pubblica tranquillità). L’analisi prende le mosse dalla costruzione dottrinale e giurisprudenziale che ha portato alla nozione generale ed astratta di disastro, per proseguire con la disamina degli elementi fondanti la categoria del pericolo comune (indeterminatezza delle vittime e diffondibilità del pericolo), proseguendo con l'indagine circa l’oggettività giuridica tutelata e la ratio sottostante all' anticipazione della tutela penale e le tecniche adottate dal legislatore a tal fine. La trattazione prosegue con l’esame dell’attuale nozione tecnico-giuridica di disastro, la quale sottende un elemento normativo a doppio parametro, dovendosi valutare l'evento di danno sia in funzione diagnostica che prognostica (referente materiale- macro evento di danno- e proiezione teleologica); nozione che assurge ad elemento di raccordo e fattore selettivo che qualifica le fattispecie del titolo VI c.p. Dopo un breve cenno riguardo la suddivisione del titolo VI in due capi, si tratterà del “disastro sanitario”, non propriamente tipizzato, ma desumibile dalle caratteristiche sottese alle figure delittuose del capo secondo a tutela della salute pubblica , rilevando in questo senso, non più il profilo modale del danneggiamento- che deve presentare i caratteri tipologici del disastro (complessità, estensione )- , bensì la destinazione teleologica dell’oggetto materiale della condotta tipizzata (medicinali, sostanze alimentari, ecc..). Il lavoro prosegue con un capitolo dedicato al disastro innominato di cui all’art. 434. In tale contesto particolare rilevanza assume la costruzione ed interpretazione giurisprudenziale dell’ “altro disastro”, previsto dal legislatore, unitamente alla fattispecie di crollo di edificio, quale valvola di sfogo nel caso di eventi scaturenti dall’incessante progresso tecnico- scientifico che in quel periodo non avrebbero potuto essere previsti e, dunque, tipizzati. Tuttavia ciò ha creato particolari problemi di categorizzazione e sussunzione di fatti esulanti le caratteristiche proprie del disastro (quale ad es. l’immediatezza della consumazione di tale delitto). Al proposito saranno esaminate alcune delle vicende più rilevanti occorse negli anni, dal leading case di Porto Marghera fino al processo Eternit, prestando particolare attenzione ai risultati creativi, e talvolta debordanti, cui giunge la giurisprudenza, costretta ad erigersi a supplente del legislatore, assente e sordo alle nuove fenomenologie portate dal progresso tecnologico che invocano un suo intervento, onde evitare la dilatazione e flessibilizzazione delle categorie penalistiche in favore di istanze di tutela della collettività. Il capitolo seguente è dedicato all’analisi dell’intervento del legislatore in materia di eco delitti, con particolare attenzione alla nuova fattispecie di disastro ambientale. Riforma entrata da poco in vigore e di cui si attendono i risultati scaturenti dalla prassi applicativa, chiamata ad uno sforzo interpretativo atto a superare le grosse criticità insite nella formulazione delle nuove disposizioni. Il lavoro si conclude con una parte rivolta all’approfondimento di alcune questioni, scaturite nella società del rischio, che investono il diritto penale classico nella post modernità. Si tratterà dei cd. normal accidents e della problematica della prevedibilità di disastri tecnologici in un’epoca in cui sempre maggior importanza economica assumono le organizzazioni complesse, emergendo con sempre maggior vigore la problematica dell'imputazione di responsabilità personali in un sistema di responsabilità parcellizzate e quasi “impersonali”. Saranno infine vagliate alcune possibili soluzioni, prevalentemente nell'ottica di un congedo dal diritto penale nell' ambito dei cd. disastri tecnologici: -verrà prospettata la possibilità di una regolamentazione, inerente la gestione dei rischi tecnologici, affidata ad agenzie pubbliche; -si rifletterà sulle potenzialità dello strumento civilistico del risarcimento del danno come rimedio più confacente per la tutela delle vittime; -concludendo, infine, con l'analisi della possibilità di fondare una responsabilità penale propria dell'organizzazione.
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