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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06062024-123925


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
LO PIANO, ELIA
URN
etd-06062024-123925
Titolo
Scegliete la vita: storia dell'eroina in Italia
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E CIVILTÀ
Relatori
relatore Capocci, Mauro
correlatore Banti, Alberto Mario
Parole chiave
  • eroina
  • sistema di presa in carico
  • tossicodipendenza
Data inizio appello
05/07/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
05/07/2094
Riassunto
Il mio elaborato di tesi tratta il tema dell’eroina. L’eroina è la protagonista principale e viene trattata in tutti i suoi aspetti. Ogni capitolo cerca di cogliere un aspetto del fenomeno. Il primo capitolo funge da introduzione al lavoro, come una presentazione dell‘argomento, il concetto di malattia e tossicodipendenza da eroina. Per la stesura di questo capitolo sono stati di fondamentale importanza le due opere di Vanessa Roghi, Eroina e Piccola Città, nonché il libro Storia culturale degli stupefacenti di Paolo Nencini e Eroina: la malattia da oppioidi nell’era digitale di Salvatore Giancane. Il secondo capitolo, il più corposo, è una cronistoria del fenomeno eroina in Italia dal 1976 fino al 2005. Le Relazioni annuali al parlamento italiano sul fenomeno tossicodipendenza sono state la fonte primaria per la ricostruzione storica del fenomeno.
Il terzo capitolo tratta il rapporto della società con l’eroina e il comportamento che ha assunto nei suoi confronti e nei confronti di chi la usa, la narrazione dell’opinione pubblica nel corso del lasso di tempo preso in esame e dell’approccio messo in atto dallo Stato italiano, dal punto di vista operativo e legislativo. Alla stesura di questo capitolo oltre alla bibliografia già citata è stato importante il libro la Minaccia Stupefacente di Paolo Nencini. Il quarto capitolo, invece, ha come argomento il tossicodipendente da eroina, gli effetti della sostanza e i rischi che l’assunzione comporta. La base per la stesura del capitolo sono stati il libro di Giancane, di taglio medico-scientifico vista la professione dell’autore, altri articoli scientifici e gli scritti del sociologo Guido Blumir. Ultimo ma non ultimo, per inquadrare al meglio il tema della tossicodipendenza e il processo di legittimazione o delegittimazione all’uso di sostanze è stato cruciale Demons di Virginia Berridge. Nel quinto capitolo, l’ultimo, analizzo il fenomeno dell’eroina in Toscana, in modo generale attraverso esaustivi documenti redatti dall’associazione regionale sanitaria toscana, e più nello specifico con interviste da me svolte sul mio territorio d’appartenenza, la Valdera inferiore e il Comprensorio del Cuoio, con l’intento d’inquadrare le diverse scale del fenomeno, dal nazionale, al regionale fino al locale. Queste interviste sono cinque, due delle quali a due ex responsabili di comunità della zona, un prete e un laico, altre due ad ex tossicodipendenti di età e sesso differenti, e l’ultima a una responsabile della comunità La Badia di Pontedera, la principale comunità di recupero in attività della mia zona.
Il mio elaborato di tesi mira ad essere un compendio sulla storia dell’eroina in Italia, dalle origini, al boom, fino al declino e alla nuova ascesa. Una storia che comprende la descrizione del tossicodipendente da eroina come principale vittima di un fuoco incrociato tra gli effetti della sostanza e l’azione repressiva dello Stato. Il modo di confrontarsi della società italiana con essa, come lo Stato abbia risposto alle necessità riguardo alla questione. La narrazione dovrebbe mettere in luce come intorno al problema dell’eroina si sia costruito il sistema di presa in carico delle tossicodipendenze e come questa abbia cambiato la percezione delle sostanze nella società italiana. L’eroina è stata un attore importante della storia sociale italiana, più di quanto si possa pensare, interessando, in determinati periodi storici, dinamiche geopolitiche di rilievo. C’è un prima e un dopo l’eroina in Italia. Cosa abbia davvero significato ancora non lo sappiamo quantificare perché esistono i dati, che sì descrivono un fenomeno pericoloso e pervasivo, ma sono lacunosi e spesso viene denunciato dagli esperti e dagli stessi organi preposti la difficoltà che si è avuto di identificare il sommerso. Le voci di chi ha vissuto quel periodo e quel fenomeno istillano dei dubbi sul fatto che forse quello che i dati ci dicono è solo la punta di un iceberg la cui base è molto più grande di quanto si pensi.
My thesis paper deals with the theme of heroin. The heroine is the main protagonist and is treated in all aspects of her. Each chapter tries to capture an aspect of the phenomenon. The first chapter serves as an introduction to the work, as a presentation of the topic, the concept of disease and heroin addiction. For the drafting of this chapter, the two works by Vanessa Roghi, Eroina and Piccola Città, as well as the book Cultural history of narcotics by Paolo Nencini and Heroina: opioid disease in the digital age by Salvatore Giancane, were of fundamental importance. The second chapter, the most substantial, is a chronicle of the heroin phenomenon in Italy from 1976 until 2005. The annual reports to the Italian parliament on the drug addiction phenomenon were the primary source for the historical reconstruction of the phenomenon.
The third chapter deals with society's relationship with heroin and the behavior it has adopted towards it and towards those who use it, the narrative of public opinion over the period of time examined and the approach implemented enacted by the Italian State, from an operational and legislative point of view. In addition to the bibliography already mentioned, the book La Maccia Stupefacente by Paolo Nencini was important in the drafting of this chapter. The fourth chapter, however, has as its topic the heroin addict, the effects of the substance and the risks that taking it entails. The basis for writing the chapter was Giancane's book, of a medical-scientific nature given the author's profession, other scientific articles and the writings of the sociologist Guido Blumir. Last but not least, to better frame the theme of drug addiction and the process of legitimizing or delegitimizing the use of substances, Demons by Virginia Berridge was crucial. In the fifth chapter, the last one, I analyze the heroin phenomenon in Tuscany, in a general way through exhaustive documents drawn up by the Tuscan regional health association, and more specifically with interviews carried out by me in my home territory, the lower Valdera and the Leather District, with the aim of framing the different scales of the phenomenon, from national to regional to local. There are five of these interviews, two of which with two former community leaders in the area, a priest and a lay person, another two with former drug addicts of different ages and sexes, and the last with a leader of the La Badia community in Pontedera, the main active recovery community in my area.
My thesis paper aims to be a compendium on the history of heroin in Italy, from its origins, to the boom, up to the decline and the new rise. A story that includes the description of the heroin addict as the main victim of a crossfire between the effects of the substance and the repressive action of the State. The way Italian society deals with it, how the State has responded to the needs regarding the issue. The narrative should highlight how the system for dealing with drug addiction has been built around the heroin problem and how this has changed the perception of substances in Italian society. Heroin has been an important player in Italian social history, more than one might think, affecting, in certain historical periods, significant geopolitical dynamics. There is a before and after heroin in Italy. We still don't know how to quantify what it really meant because the data exists, which does describe a dangerous and pervasive phenomenon, but they are incomplete and the difficulty in identifying the underground economy is often denounced by experts and the bodies themselves. The voices of those who lived through that period and that phenomenon raise doubts about the fact that perhaps what the data tells us is just the tip of an iceberg whose base is much larger than we think.
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