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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06052023-111250


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NOTO, MADDALENA
URN
etd-06052023-111250
Titolo
L'efficacia probatoria delle scritture contabili nel diritto tributario
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Lombardi, Simone
Parole chiave
  • scritture contabili
  • efficacia probatoria
  • diritto tributario
  • mezzi di prova
  • accertamento
Data inizio appello
29/06/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
29/06/2093
Riassunto
La presente tesi ha lo scopo di analizzare quella che è l’efficacia probatoria delle scritture contabili comprendendo la differenza prevista ed applicabile in ambito civile ed in ambito tributario. Nel primo capitolo si analizza la normativa dettata dal Codice civile, comprendendo fin da subito quella che è la definizione di scritture contabili e le funzioni cui esse assolvono. Si passa successivamente a comprendere chi sono i soggetti obbligati alla tenuta delle stesse e quali sono i libri ed i registri obbligatori previsti dalla disciplina civilistica, delineando la classificazione tipica delle scritture contabili. Nei paragrafi successivi viene approfondito quello che è l’obbligo di vidimazione e bollatura previsto dalla normativa per garantire l’inalterabilità e la regolarità delle scritture, con le relative modifiche avvenute nel tempo, oltre a chiarire le modalità di tenuta e di conservazione delle scritture stesse. Infine, nel primo capitolo viene trattato come le scritture contabili possono essere uno strumento probatorio utile in sede giudiziale comprendendo quella che è l’efficacia probatoria prevista nella normativa civilistica, approfondendo quelli che sono i principi fondamentali in pendenza di un giudizio: il principio di inscindibilità ed il principio del libero apprezzamento da parte del giudice, analizzati anche considerando un caso concreto su cui la Corte di Cassazione si è pronunciata.
Il secondo capitolo si incentra sulla tenuta delle scritture contabili ai fini fiscali esaminando le disposizioni tributarie relative alla tenuta - comprendendo le differenze riguardanti i soggetti obbligati ed i libri obbligatori trattati nel primo capitolo - e distinguendo i regimi contabili adottabili dal soggetto tenuto a tale obbligo. Si passa ad accennare l’importanza delle scritture contabili in ambito concorsuale per approfondire successivamente la loro importanza in ambito fiscale e comprendendo l’efficacia probatoria riconosciuta alle scritture contabili in tale ambito. Inoltre, si analizzano le sanzioni applicabili nell’ipotesi in cui si omette la tenuta delle scritture o esse siano irregolari, soprattutto per quanto riguarda la fattispecie delle sanzioni improprie – in particolare il divieto di provare circostanze omesse o in contrasto con le scritture contabili e le conseguenze derivanti dalla non esibizione delle scritture richieste dagli organi legittimati. Nel prosieguo del capitolo vengono esaminate le regole e le limitazioni poste per l’accertamento del reddito d’impresa, accennando quelli che sono i metodi presuntivi e forfettizzati per la ricostruzione del reddito e sottolineando il potere discrezionale ed insindacabile dell’Ufficio nella scelta del metodo di accertamento da utilizzare per rettificare il reddito sottoposto a controllo. Infine, in questo secondo capitolo viene posta l’attenzione su alcuni casi in cui la giurisprudenza si è pronunciata riguardo al ritrovamento di una contabilità parallela extracontabile ovvero casi in cui potrebbero essere deducibili dei costi seppure non risultino imputati nel Conto economico o, ancora, ipotesi in cui l’occultamento e la distruzione dei documenti contabili hanno una rilevanza più importante rispetto alla non istituzione delle scritture contabili, comprendendo anche il valore, ai fini probatori, della conservazione dei documenti e degli atti in forma originale.
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