Tesi etd-06052021-131655 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
POLITI, VALENTINA
URN
etd-06052021-131655
Titolo
ASSE INTESTINO-FEGATO: DISBIOSI NELLE EPATOPATIE E POSSIBILI INTERVENTI NUTRIZIONALI
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
SCIENZE DELLA NUTRIZIONE UMANA
Relatori
relatore Prof. Brogi, Simone
Parole chiave
- asse intestino fegato
- disbiosi
Data inizio appello
07/07/2021
Consultabilità
Completa
Riassunto
Con il termine asse intestino-fegato si sottolinea lo stretto legame fra i due organi. Un crescente numero di prove scientifiche suggerisce che il microbiota intestinale svolge un ruolo importante nel mantenere uno stato di salute ottimale nell'ospite. La disbiosi e l'aumento della permeabilità intestinale che ne deriva, hanno un effetto sullo sviluppo della malattia del fegato, supportando così l'esistenza dell'asse intestino-fegato. Infatti, è stato dimostrato in molti studi che lo sviluppo di malattie epatiche è spesso correlato alla presenza di disbiosi nei pazienti, con alterazioni caratteristiche e diverse in base alla patologia presente. L'asse intestino-fegato influenza quindi la patogenesi di molte malattie del fegato; tra queste la malattia epatica non alcolica (NAFLD), dove si ha una maggiore prevalenza di Bacteroides e Ruminococcus, ma una diminuzione del numero di Provella, e la malattia epatica alcolica (ALD), dove si osserva invece, un aumento della famiglia delle Enterobacteriaceae e Fusobatteri ed una riduzione di Lactobacillus e Bacteroides. L’abuso di alcol riduce inoltre anche produttori di acidi grassi a catena corta come Lachnospiracea e la Ruminococcaceae. È stato anche osservato che le persone che fanno uso di alcol hanno una ridotta diversità di funghi e possono avere una crescita eccessiva di Candida. Considerando quindi l’importanza del microbiota sarebbe logico provare a modificarlo, utilizzando diversi composti al fine di normalizzare la microflora dell'ospite e influenzare direttamente o indirettamente il decorso clinico di diverse malattie. Andiamo quindi a valutare l’uso di probiotici, ceppi singoli o multipli, che si ritengono utili per il ripristino e il mantenimento dell’eubiosi, e di prebiotici, sostanze non digeribili che favoriscono selettivamente la crescita dei batteri presenti nell’ospite, conferendo così benefici alla salute tramite il cambiamento nella composizione del microbiota intestinale. Negli ultimi anni è stato suggerito uso di sinertici, un termine usato per descrivere l'uso combinato di prebiotici e probiotici. Questi possono fornire una strategia più efficiente per contrastare e migliorare queste patologie, rispetto all'uso di ogni bioattivo separatamente. Inoltre, in conformità con le molteplici ipotesi di colpo parallelo, secondo il quale lo sviluppo della malattia del fegato comporta un gruppo di alterazioni nell'organismo che si verificano contemporaneamente, sono stati eseguiti studi sull’utilizzo di diversi composti bioattivi. Questo approccio consiste quindi nell'integrazione con nutrienti specifici. Ne verranno illustrati alcuni: vitamina E, silibina, curcumina e berberina.
File
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