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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06052019-212939


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
AGATE, PIETRO
URN
etd-06052019-212939
Titolo
Fenomeni elusivi e disuguaglianze: una critica teorica e pratica
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Gori, Luca
Parole chiave
  • Anthony B. Atkinson
  • Branko Milanovic
  • disuguaglianze di reddito
  • elusione
  • evasione
  • Joseph Stiglitz
  • reddito
  • Thomas Piketty
Data inizio appello
12/07/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/07/2089
Riassunto
Il concetto della disuguaglianza, in quanto tale, è stato da sempre oggetto di numerosi studi ed analisi elaborate da onorevoli studiosi come Piketty, Atkinson, Stiglitz, Milanovic e molti altri. La questione, infatti, nonostante possa sembrare in parte semplicistica e legata a meri meccanismi di mercato che si realizzano all’interno di una nazione, in realtà, pervade motivazioni molto più profonde ed articolate. Partendo, infatti, dalla questione dell’uguaglianza, espressamente elaborata nell’art. 3 della Costituzione, essa si propone quale fenomeno strettamente connesso ad un indirizzo di stampo politico, in cui gli interventi statali giocano un ruolo di interazione con sviluppi di tipo economico e sociale.È infatti riduttivo pensare che ci siano processi di mercato volti ad incrementare le disuguaglianze da un lato e, dall’altro, altrettante politiche pubbliche che tentano di ridimensionare il fenomeno. In effetti, non è possibile definire una dinamica procedurale che identifichi il fenomeno della disuguaglianza stazionando parametri di derivazione privata – ovvero derivanti da rapporti tra soggetti economici e sociali diversi – da quelli di derivazione pubblica. Sicuramente, la logica del funzionamento di mercato provoca delle diversità in cui agiscono l’asimmetria nei rapporti sociali e tra capitale e lavoro, la concentrazione di potere economico, condizioni precarie e marginali che indeboliscono il settore lavorativo. In Italia, così come in molti altri paesi europei, negli ultimi decenni si sono susseguite una serie di azioni a livello imprenditoriale che hanno permesso un’ampia libertà di azione verso i capitali e la finanza che hanno determinato rapporti di mercato quale forte fonte di disuguaglianza rispetto al passato.Sulla base di questi presupposti, dunque, è possibile definire almeno tre diversi concetti che identificano l’idea di disuguaglianza. Ovviamente, in tale elaborato verranno sicuramente considerati soprattutto i fattori reddituali e, prendendo in riferimento le analisi elaborate da Franzini e Pianta, si evince come la situazione italiana sia cambiata tra il 1985 e il 2010. Utilizzando, infatti l’indice di Gini sulla distribuzione del reddito delle famiglie, in base ai dati OCSE, l’indice può variare da 0, che rappresenta una situazione di uguaglianza perfetta, a 1 ovvero se una sola persona detiene l’intero reddito di un paese.Nel caso italiano, appunto, i redditi di mercato hanno subito un incremento da 0,38 a 0,50. Nel 2010, il dato mostra un livello di disparità senza precedenti, simile a quello registrato negli Stati Uniti e in Francia. In sostanza, i livelli di disparità, considerando l’arco temporale 1985-2010, sono salita dallo 0,28 allo 0,32: in tal caso, la capacita redistributiva delle politiche di reddito appare abbastanza rilevante poiché, in sostanza, l’Italia risulta superata solamente dal Regno Unito e dagli USA.Una simile analisi è stata effettuata, inoltre, ance n merito alla distribuzione dei servizi pubblici ai cittadini: in tal caso, l’Indice di Gini è stato calcolato per il reddito disponibile corretto assegnando alle famiglie una stima del valore monetario dei servizi ottenuti. Secondo quanto riportato dall’OCSE; nel 2007, i dati italiani passano da un indice pari a 0,32 per i redditi disponibili monetari a un valore di 0,26 che considera, invece, i servizi pubblici “fuori mercato”. In questo caso, solo gli USA presentano valori più alti. Tali dati fanno palesemente emergere l’elevato aumento della disparità, oltre che l’entità dei meccanismi di redistribuzione accora rilevante in Europa a documentazione del patto che la sfera politica di una nazione può effettivamente elaborare adeguate strategie per ridurre tali disuguaglianze.
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