Tesi etd-06042021-092018 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
FERRI, FEDERICO
URN
etd-06042021-092018
Titolo
Qualità del sonno e cronotipo durante la pandemia da COVID-19
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Faraguna, Ugo
correlatore Prof.ssa D'Ascanio, Paola
correlatore Prof.ssa D'Ascanio, Paola
Parole chiave
- chronotype
- coronavirus
- covid19
- cronotipo
- lockdown
- ptsd
- resilience
- resilienza
- sleep
- sonno
Data inizio appello
15/06/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/06/2091
Riassunto
Abstract
Background. In risposta alla diffusione della pandemia da COVID-19 gli stati di tutto il mondo hanno adottato misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza sanitaria in atto. L’Italia in tale senso ha istituito un primo “lockdown” su tutto il territorio nazionale a partire dal 9 marzo 2020. Le misure di confinamento hanno limitato la socialità e modificato i ritmi legati alle esigenze di vita della maggior parte della popolazione, determinando la necessità di riformulare le proprie abitudini e routine giornaliere, con effetti rilevabili nella gestione dei ritmi biologico, tra i quali il sonno. In parallelo, le mutate condizioni ambientali hanno rappresentato una perturbazione dell’omeostasi psicofisica, alla quale la risposta individuale è stata eterogenea, evidenziando diversi livelli di resilienza. In letteratura sono presenti varie evidenze che hanno associato una maggiore resilienza al cronotipo mattutino. Fino ad ora non è stato approfondito però il ruolo della qualità del sonno nel modulare la risposta ad un evento stressogeno continuo e ripetuto quale è stata la pandemia da COVID-19, in relazione al cronotipo.
Obiettivo. Con questo studio si è voluto verificare se gli individui dal cronotipo mattutino abbiano manifestato una maggiore resilienza rispetto ai serotini durante il primo lockdown. Si è inoltre indagato il ruolo della qualità del sonno come possibile mediatore della relazione tra resilienza, cronotipo e rischio di sviluppare reazioni da stress post-traumatico.
Materiali e metodi. Nello studio, la cui raccolta dati si è concentrata dal 29 aprile 2020 al 17 maggio 2020, sono stati arruolati 1218 partecipanti, tutti residenti sul suolo italiano nel periodo di lockdown. È stata condotta un’indagine online composta da questionari validati per studiare le seguenti variabili fisiologiche e i seguenti parametri di salute mentale: qualità del sonno, studiata tramite il “Pittsburgh Sleep Quality Index”; cronotipo, misurato con la versione ridotta del “Morningness Eveningness Questionnaire”, resilienza, valutata tramite la “Connor Davidson Resilience Scale” a 10 item, e le reazioni da stress post-traumatico mediante la scala “Impact of Event Scale-6". Le eventuali modificazioni nelle abitudini di vita sono state valutate attraverso un questionario realizzato ad hoc.
Risultati. I cronotipi mattutini hanno dimostrato una migliore qualità del sonno rispetto ai cronotipi serotini, e maggiori livelli di resilienza. Inoltre, una buona qualità del sonno è stata associata positivamente a più alti livelli di resilienza e a minori reazioni da stress post-traumatico. È inoltre emerso il possibile effetto di mediazione della qualità del sonno nel pathway cronotipo – resilienza – reazioni da stress post-traumatico. Il sesso femminile ha mostrato una peggiore qualità del sonno e minori livelli di resilienza rispetto al sesso maschile. Infine, la percezione della gravità della malattia è risultata età-dipendente: infatti, gli individui più anziani e mattutini hanno riferito una percezione maggiore della gravità dell’infezione.
Discussione. La spiegazione alla base della minore resilienza dei cronotipi serotini potrebbe essere imputabile ad una peggiore qualità del sonno e non ad una caratteristica propria del cronotipo in sé.
Conclusioni. Il presente studio ha riconosciuto negli individui serotini una popolazione più vulnerabile per quanto riguarda lo sviluppo di sintomatologia post-traumatica, attribuendo alla qualità del sonno un ruolo di mediatore. Interventi mirati di igiene del sonno e di cronoterapia potrebbero essere adottati per migliorare l’outcome di ciascun individuo in seguito all’esposizione a importanti fonti di trauma.
Background. In risposta alla diffusione della pandemia da COVID-19 gli stati di tutto il mondo hanno adottato misure straordinarie per fronteggiare l'emergenza sanitaria in atto. L’Italia in tale senso ha istituito un primo “lockdown” su tutto il territorio nazionale a partire dal 9 marzo 2020. Le misure di confinamento hanno limitato la socialità e modificato i ritmi legati alle esigenze di vita della maggior parte della popolazione, determinando la necessità di riformulare le proprie abitudini e routine giornaliere, con effetti rilevabili nella gestione dei ritmi biologico, tra i quali il sonno. In parallelo, le mutate condizioni ambientali hanno rappresentato una perturbazione dell’omeostasi psicofisica, alla quale la risposta individuale è stata eterogenea, evidenziando diversi livelli di resilienza. In letteratura sono presenti varie evidenze che hanno associato una maggiore resilienza al cronotipo mattutino. Fino ad ora non è stato approfondito però il ruolo della qualità del sonno nel modulare la risposta ad un evento stressogeno continuo e ripetuto quale è stata la pandemia da COVID-19, in relazione al cronotipo.
Obiettivo. Con questo studio si è voluto verificare se gli individui dal cronotipo mattutino abbiano manifestato una maggiore resilienza rispetto ai serotini durante il primo lockdown. Si è inoltre indagato il ruolo della qualità del sonno come possibile mediatore della relazione tra resilienza, cronotipo e rischio di sviluppare reazioni da stress post-traumatico.
Materiali e metodi. Nello studio, la cui raccolta dati si è concentrata dal 29 aprile 2020 al 17 maggio 2020, sono stati arruolati 1218 partecipanti, tutti residenti sul suolo italiano nel periodo di lockdown. È stata condotta un’indagine online composta da questionari validati per studiare le seguenti variabili fisiologiche e i seguenti parametri di salute mentale: qualità del sonno, studiata tramite il “Pittsburgh Sleep Quality Index”; cronotipo, misurato con la versione ridotta del “Morningness Eveningness Questionnaire”, resilienza, valutata tramite la “Connor Davidson Resilience Scale” a 10 item, e le reazioni da stress post-traumatico mediante la scala “Impact of Event Scale-6". Le eventuali modificazioni nelle abitudini di vita sono state valutate attraverso un questionario realizzato ad hoc.
Risultati. I cronotipi mattutini hanno dimostrato una migliore qualità del sonno rispetto ai cronotipi serotini, e maggiori livelli di resilienza. Inoltre, una buona qualità del sonno è stata associata positivamente a più alti livelli di resilienza e a minori reazioni da stress post-traumatico. È inoltre emerso il possibile effetto di mediazione della qualità del sonno nel pathway cronotipo – resilienza – reazioni da stress post-traumatico. Il sesso femminile ha mostrato una peggiore qualità del sonno e minori livelli di resilienza rispetto al sesso maschile. Infine, la percezione della gravità della malattia è risultata età-dipendente: infatti, gli individui più anziani e mattutini hanno riferito una percezione maggiore della gravità dell’infezione.
Discussione. La spiegazione alla base della minore resilienza dei cronotipi serotini potrebbe essere imputabile ad una peggiore qualità del sonno e non ad una caratteristica propria del cronotipo in sé.
Conclusioni. Il presente studio ha riconosciuto negli individui serotini una popolazione più vulnerabile per quanto riguarda lo sviluppo di sintomatologia post-traumatica, attribuendo alla qualità del sonno un ruolo di mediatore. Interventi mirati di igiene del sonno e di cronoterapia potrebbero essere adottati per migliorare l’outcome di ciascun individuo in seguito all’esposizione a importanti fonti di trauma.
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