Tesi etd-06042018-113647 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
PACINI, MASSIMILIANO
URN
etd-06042018-113647
Titolo
ARCHEOLOGIA URBANA A LUCCA TRA IV E VIII SECOLO D.C.
Nuove prospettive tra continuità e trasformazione della città antica
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
ARCHEOLOGIA
Relatori
relatore Prof. Cantini, Federico
Parole chiave
- archeologia urbana
- capitale longobarda
- edifici ecclesiastici
- Lucca
- monumenti pubblici
- mura urbane
Data inizio appello
02/07/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
Se solo recentemente è stata fatta chiarezza sulle origini etrusche di Lucca maggiori certezze sono state acquisite su altri periodi della sua storia, quando divenne sede del ducato longobardo di Tuscia, prima, e uno dei migliori esempi di governo libero in età comunale, poi. Mentre per questa ultima fase l’interesse degli studiosi è sempre stato vivo, soprattutto quando si doveva richiamare il tema delle libertà cittadine, ancora molto resta da scoprire delle vicende storiche e dell’aspetto urbanistico della città altomedievale. Negli ultimi decenni una serie di indagini archeologiche effettuate in ambito urbano hanno consentito di ricostruire molti aspetti del cambiamento che attraversa la città tra la Tarda Antichità e l’Alto Medioevo. Dalla ripresa di età teodosiana che pone fine alla crisi che Lucca, come molte altre città della Tuscia, aveva conosciuto tra il II e il III secolo, sino ad arrivare all’organizzazione delle nuove gerarchie religiose la cui opera è caratterizzata dalla crescente cristianizzazione dello spazio urbano. L’affermarsi in modo così compiuto dell’archeologia urbana a Lucca ha consentito di arricchire i vari studi di storia locale elaborati esclusivamente sulla base delle fonti archivistiche e documentarie, di cui è particolarmente ricca la tradizione cittadina per i primi secoli del Medioevo.
L’idea alla base del lavoro è, quindi, quella di adottare un approccio che integri la nutrita mole di documenti scritti con il dato archeologico emerso dalle numerose campagne di scavo che hanno interessato la città nelle diverse epoche, nel tentativo di ricostruirne l’aspetto urbanistico e le vicende storiche e religiose. Inizialmente verranno ripercorse le campagne di scavo che hanno avuto luogo nel XIX secolo quando nelle discipline archeologiche risultava ancora prevalente l’interesse per il recupero di edifici, strutture e architetture. Resta, comunque, una fase molto importante caratterizzata da indagini talvolta occasionali e spesso non documentate ma che hanno consentito il recupero di tratti delle mura repubblicane, di strutture attinenti alla cattedrale e alle prime basiliche e di numerose sepolture ricche di preziosi corredi.
In una seconda parte verrà posta l’attenzione sul prolungato cantiere di scavo che ha avuto come oggetto la prima cattedrale e l’attiguo battistero, tra il 1969 e il 1977, che rappresenta il primo vero momento di archeologia urbana a Lucca, nell’accezione moderna del termine. Le indagini hanno potuto chiarire le diverse fasi di frequentazione che hanno interessato il sito intorno al quale viene a costituirsi il nuovo centro propulsore della vita cittadina in seguito all’abbandono dell’area forense. Successivamente l’analisi avrà come oggetto la frenetica stagione di scavi che inaugurata alla fine degli anni ottanta arriva sino ai giorni nostri, facilitata da una rinnovata normativa in materia. Le numerose campagne avrebbero riguardato aree ed edifici della città interessati da diverse fasi di occupazione in grado quindi di restituire una considerevole quantità di reperti, dati e informazioni. In questa fase la ricerca archeologica, complice l’utilizzo di tecnologie, l’applicazione di metodologie scientifiche e il pieno affermarsi delle indagini stratigrafiche, ha subito una vera e propria trasformazione che ne ha incrementato le potenzialità e i risultati. Negli ultimi decenni è, inoltre, cresciuta l’attenzione sugli aspetti della vita quotidiana, sulle modalità dell’abitare e sui costumi funerari dei primi secoli del Medioevo. In particolare i numerosi reperti ceramici recuperati nelle varie indagini hanno contribuito a chiarire i circuiti commerciali di cui Lucca era parte integrante e hanno permesso di appurare il graduale venire meno della distinzione tra lo spazio dei vivi e lo spazio dei morti. L’analisi tipologica e metodologica degli scavi riportati secondo la loro successione cronologica, integrata dai dati relativi al contesto, alle strutture ed ai reperti, consentiranno di redigere una pianta topografica della città in cui sia possibile evidenziare tutti i siti indagati nelle diverse epoche. Questi saranno classificati per categoria di appartenenza (edifici ecclesiastici, pubblici, infrastrutture, abitazioni private, sepolture e necropoli, attività produttive) e per epoca di costruzione (romana, tardoantica, altomedievale) con particolare attenzione ai casi di riutilizzo e occupazione successiva.
Nella seconda parte dello studio l’insieme dei dati e delle informazioni, frutto delle numerose indagini archeologiche, verranno confrontate e sovrapposte alle testimonianze fornite dalle altre fonti storiche, di cui è particolarmente ricca la tradizione cittadina. Le evidenze epigrafiche, rinvenute lungo il tracciato delle mura urbane o all’interno di edifici ecclesiastici, la documentazione archivistica, le pubblicazioni relative alla storia e alla topografia della città. L’integrazione delle diverse fonti tra loro complementari permetterà di collocare all’interno di una pianta topografica, redatta per ciascun periodo più significativo della storia urbana, edifici, infrastrutture e monumenti con l’evidenza della fonte archeologica o documentaria della propria scoperta e identificazione. Saranno così riconoscibili edifici religiosi oggetto di scavo ovvero noti tramite le testimonianze scritte che ne stabiliscono cronologia e paternità dei fondatori. Le sepolture singole e le aree adibite a necropoli, gli impianti produttivi, le mura, le infrastrutture pubbliche e gli sporadici casi di edilizia privata nel tentativo di restituire un quadro, il più possibile completo, in una fase storica ancora caratterizzata da molte lacune.
L’ultima parte sarà orientata a proporre un confronto tra Lucca e le altre città della Tuscia con l’obiettivo di analizzare il differente ruolo da queste assunto nel delicato momento di passaggio determinato dalla fine del sistema complesso di età romana. Alcuni di questi centri continuarono ad avere una discreta vitalità legata ad una precisa funzione militare, commerciale e religiosa di cui si fece interprete un nuovo ceto dirigente che avrebbe con il tempo contribuito a un rinnovamento dell’immagine della città. In altri centri, invece, la crisi iniziata alla fine del II secolo si sarebbe ulteriormente aggravata a causa dell’assenza di una classe politica appropriata in grado, con le proprie capacità e disponibilità finanziarie, di invertire quel processo di decadenza e abbandono che aveva coinvolto queste città destinate ormai a ricoprire un ruolo marginale.
L’idea alla base del lavoro è, quindi, quella di adottare un approccio che integri la nutrita mole di documenti scritti con il dato archeologico emerso dalle numerose campagne di scavo che hanno interessato la città nelle diverse epoche, nel tentativo di ricostruirne l’aspetto urbanistico e le vicende storiche e religiose. Inizialmente verranno ripercorse le campagne di scavo che hanno avuto luogo nel XIX secolo quando nelle discipline archeologiche risultava ancora prevalente l’interesse per il recupero di edifici, strutture e architetture. Resta, comunque, una fase molto importante caratterizzata da indagini talvolta occasionali e spesso non documentate ma che hanno consentito il recupero di tratti delle mura repubblicane, di strutture attinenti alla cattedrale e alle prime basiliche e di numerose sepolture ricche di preziosi corredi.
In una seconda parte verrà posta l’attenzione sul prolungato cantiere di scavo che ha avuto come oggetto la prima cattedrale e l’attiguo battistero, tra il 1969 e il 1977, che rappresenta il primo vero momento di archeologia urbana a Lucca, nell’accezione moderna del termine. Le indagini hanno potuto chiarire le diverse fasi di frequentazione che hanno interessato il sito intorno al quale viene a costituirsi il nuovo centro propulsore della vita cittadina in seguito all’abbandono dell’area forense. Successivamente l’analisi avrà come oggetto la frenetica stagione di scavi che inaugurata alla fine degli anni ottanta arriva sino ai giorni nostri, facilitata da una rinnovata normativa in materia. Le numerose campagne avrebbero riguardato aree ed edifici della città interessati da diverse fasi di occupazione in grado quindi di restituire una considerevole quantità di reperti, dati e informazioni. In questa fase la ricerca archeologica, complice l’utilizzo di tecnologie, l’applicazione di metodologie scientifiche e il pieno affermarsi delle indagini stratigrafiche, ha subito una vera e propria trasformazione che ne ha incrementato le potenzialità e i risultati. Negli ultimi decenni è, inoltre, cresciuta l’attenzione sugli aspetti della vita quotidiana, sulle modalità dell’abitare e sui costumi funerari dei primi secoli del Medioevo. In particolare i numerosi reperti ceramici recuperati nelle varie indagini hanno contribuito a chiarire i circuiti commerciali di cui Lucca era parte integrante e hanno permesso di appurare il graduale venire meno della distinzione tra lo spazio dei vivi e lo spazio dei morti. L’analisi tipologica e metodologica degli scavi riportati secondo la loro successione cronologica, integrata dai dati relativi al contesto, alle strutture ed ai reperti, consentiranno di redigere una pianta topografica della città in cui sia possibile evidenziare tutti i siti indagati nelle diverse epoche. Questi saranno classificati per categoria di appartenenza (edifici ecclesiastici, pubblici, infrastrutture, abitazioni private, sepolture e necropoli, attività produttive) e per epoca di costruzione (romana, tardoantica, altomedievale) con particolare attenzione ai casi di riutilizzo e occupazione successiva.
Nella seconda parte dello studio l’insieme dei dati e delle informazioni, frutto delle numerose indagini archeologiche, verranno confrontate e sovrapposte alle testimonianze fornite dalle altre fonti storiche, di cui è particolarmente ricca la tradizione cittadina. Le evidenze epigrafiche, rinvenute lungo il tracciato delle mura urbane o all’interno di edifici ecclesiastici, la documentazione archivistica, le pubblicazioni relative alla storia e alla topografia della città. L’integrazione delle diverse fonti tra loro complementari permetterà di collocare all’interno di una pianta topografica, redatta per ciascun periodo più significativo della storia urbana, edifici, infrastrutture e monumenti con l’evidenza della fonte archeologica o documentaria della propria scoperta e identificazione. Saranno così riconoscibili edifici religiosi oggetto di scavo ovvero noti tramite le testimonianze scritte che ne stabiliscono cronologia e paternità dei fondatori. Le sepolture singole e le aree adibite a necropoli, gli impianti produttivi, le mura, le infrastrutture pubbliche e gli sporadici casi di edilizia privata nel tentativo di restituire un quadro, il più possibile completo, in una fase storica ancora caratterizzata da molte lacune.
L’ultima parte sarà orientata a proporre un confronto tra Lucca e le altre città della Tuscia con l’obiettivo di analizzare il differente ruolo da queste assunto nel delicato momento di passaggio determinato dalla fine del sistema complesso di età romana. Alcuni di questi centri continuarono ad avere una discreta vitalità legata ad una precisa funzione militare, commerciale e religiosa di cui si fece interprete un nuovo ceto dirigente che avrebbe con il tempo contribuito a un rinnovamento dell’immagine della città. In altri centri, invece, la crisi iniziata alla fine del II secolo si sarebbe ulteriormente aggravata a causa dell’assenza di una classe politica appropriata in grado, con le proprie capacità e disponibilità finanziarie, di invertire quel processo di decadenza e abbandono che aveva coinvolto queste città destinate ormai a ricoprire un ruolo marginale.
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