Tesi etd-06042017-122443 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCIPIONI, GABRIELE
Indirizzo email
gabriscipioni@gmail.com
URN
etd-06042017-122443
Titolo
La centralità del ruolo dell'albo fornitori per la funzione acquisti in un'azienda di servizi non commerciale. Il caso CFT
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Giannini, Marco
Parole chiave
- albo dei fornitori
- funzione acquisti
- Industry 4.0
- Supply Chain
- ufficio acquisti
Data inizio appello
03/07/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
03/07/2087
Riassunto
Il presente lavoro si propone di inquadrare, in un discorso di ampio respiro, il ruolo che la funzione acquisti svolge nell’azienda moderna, dedicando particolare attenzione all’albo fornitori e alla sua costruzione.
La premessa necessaria a ciò che verrà, dunque, non può sottrarsi dal citare immediatamente quello che è il fulcro della trattazione: il contesto di crisi economica e di sconvolgimenti geopolitici che stiamo vivendo, è foriero di un ruolo della funzione acquisti nei confronti dei fornitori sempre più complesso, che ha assunto in breve tempo valenza strategica della quale ormai, nessuna azienda che guardi con accortezza al proprio futuro, può privarsi.
Un ruolo strategico che ha origine dall’evidenza che ogni punto guadagnato sui costi, ha un impatto diretto sulle prestazioni dell’azienda, dal reparto finanziario a quello delle vendite. Un ruolo complesso perché crisi politiche e rapida globalizzazione, impongono la necessità di essere in grado di anticipare gli effetti dell’economia globale sull’attività.
In altre parole, la crescente rilevanza dei costi di acquisto di beni e servizi sul fatturato e l’ormai naturale turbolenza dei mercati, richiedono alle aziende di ripensare il tradizionale processo di approvvigionamento, sostituendo un approccio passivo, basato semplicemente sulla ricerca del minor costo possibile soggiacendo alle condizioni imposte dal mercato, con un comportamento, per così dire, propositivo, che in ottica strategica, individua in questo processo un importante momento di incontro con l’ambiente circostante, grazie al quale acquisire informazioni e percepire tendenze evolutive: individuare una competenza distintiva, che in quanto tale possa essere possibile fonte di vantaggio competitivo.
Gli ultimi vent’anni, hanno visto la funzione acquisti, assieme alla finance, elevarsi a centro nevralgico dell’azienda: dall’occuparsi semplicemente di negoziazione e stesura dei contratti con i fornitori, il contesto di crescita ridotta e le evidenti difficoltà di incremento delle performances attraverso le vendite, hanno reso necessario rendere la gestione del processo di acquisto molto più complessa, con funzioni di controllo e riduzione dei costi. Inoltre, la rivoluzione digitale sta dando alle imprese un nuovo tipo d’importante risorsa: quella dei dati. Controllandone e sfruttandone il vantaggio offerto, la funzione acquisti può ora gestire con attenzione il rapporto con i fornitori tramite l’organizzazione e l’arricchimento dei dati creando nuovi indicatori di prestazione che dotano la società di nuove leve di performance.
L’era digitale, fa scomparire le distanze fisiche e le imprese hanno potenzialmente il mondo ai loro piedi. La figura del buyer è in prima linea come garante della scelta degli appaltatori secondo criteri di pricing, certo, ma anche secondo i contesti giuridici e i nuovi concetti di responsabilità sociale d’impresa. La funzione del buyer è multidisciplinare per definizione e la professione è inerente oggi alla gestione del rischio su diversi aspetti, per garantire la continuità e la qualità della produzione, per rispetto dei requisiti giuridici, per i termini di pagamento e l’indipendenza dei fornitori.
Mentre, però, questo ragionamento, può essere intuitivamente associato alla realtà delle grandi aziende manifatturiere ormai entrate nell’immaginario collettivo, è forse meno scontato accostare tali pratiche alle aziende di servizi.
La trattazione che segue, intende evidenziare proprio tale aspetto: la gestione ottimale di quello che è il primissimo anello della Supply Chain aziendale, non può più essere considerato affare di pochi. L’adozione da parte anche delle aziende di servizi, delle best practices sviluppatesi nel manifatturiero, è da considerarsi un punto di partenza e non di arrivo, nella gestione del business.
L’analisi che segue, verte su argomentazioni di ampio respiro che nelle intenzioni di chi scrive dovrebbero fornire un quadro adeguato alla comprensione del percorso evolutivo dal punto di vista informatico e informativo, del concetto stesso di supply chain, arrivando infine alla trattazione specifica delle dinamiche di costruzione di un albo fornitori automatizzato. Infine, il caso pratico, tenderà a mettere in evidenza quelle che sono state le dinamiche applicative del software nell’azienda CFT, nonché i miglioramenti che il management auspica inerentemente a tale operazione.
La premessa necessaria a ciò che verrà, dunque, non può sottrarsi dal citare immediatamente quello che è il fulcro della trattazione: il contesto di crisi economica e di sconvolgimenti geopolitici che stiamo vivendo, è foriero di un ruolo della funzione acquisti nei confronti dei fornitori sempre più complesso, che ha assunto in breve tempo valenza strategica della quale ormai, nessuna azienda che guardi con accortezza al proprio futuro, può privarsi.
Un ruolo strategico che ha origine dall’evidenza che ogni punto guadagnato sui costi, ha un impatto diretto sulle prestazioni dell’azienda, dal reparto finanziario a quello delle vendite. Un ruolo complesso perché crisi politiche e rapida globalizzazione, impongono la necessità di essere in grado di anticipare gli effetti dell’economia globale sull’attività.
In altre parole, la crescente rilevanza dei costi di acquisto di beni e servizi sul fatturato e l’ormai naturale turbolenza dei mercati, richiedono alle aziende di ripensare il tradizionale processo di approvvigionamento, sostituendo un approccio passivo, basato semplicemente sulla ricerca del minor costo possibile soggiacendo alle condizioni imposte dal mercato, con un comportamento, per così dire, propositivo, che in ottica strategica, individua in questo processo un importante momento di incontro con l’ambiente circostante, grazie al quale acquisire informazioni e percepire tendenze evolutive: individuare una competenza distintiva, che in quanto tale possa essere possibile fonte di vantaggio competitivo.
Gli ultimi vent’anni, hanno visto la funzione acquisti, assieme alla finance, elevarsi a centro nevralgico dell’azienda: dall’occuparsi semplicemente di negoziazione e stesura dei contratti con i fornitori, il contesto di crescita ridotta e le evidenti difficoltà di incremento delle performances attraverso le vendite, hanno reso necessario rendere la gestione del processo di acquisto molto più complessa, con funzioni di controllo e riduzione dei costi. Inoltre, la rivoluzione digitale sta dando alle imprese un nuovo tipo d’importante risorsa: quella dei dati. Controllandone e sfruttandone il vantaggio offerto, la funzione acquisti può ora gestire con attenzione il rapporto con i fornitori tramite l’organizzazione e l’arricchimento dei dati creando nuovi indicatori di prestazione che dotano la società di nuove leve di performance.
L’era digitale, fa scomparire le distanze fisiche e le imprese hanno potenzialmente il mondo ai loro piedi. La figura del buyer è in prima linea come garante della scelta degli appaltatori secondo criteri di pricing, certo, ma anche secondo i contesti giuridici e i nuovi concetti di responsabilità sociale d’impresa. La funzione del buyer è multidisciplinare per definizione e la professione è inerente oggi alla gestione del rischio su diversi aspetti, per garantire la continuità e la qualità della produzione, per rispetto dei requisiti giuridici, per i termini di pagamento e l’indipendenza dei fornitori.
Mentre, però, questo ragionamento, può essere intuitivamente associato alla realtà delle grandi aziende manifatturiere ormai entrate nell’immaginario collettivo, è forse meno scontato accostare tali pratiche alle aziende di servizi.
La trattazione che segue, intende evidenziare proprio tale aspetto: la gestione ottimale di quello che è il primissimo anello della Supply Chain aziendale, non può più essere considerato affare di pochi. L’adozione da parte anche delle aziende di servizi, delle best practices sviluppatesi nel manifatturiero, è da considerarsi un punto di partenza e non di arrivo, nella gestione del business.
L’analisi che segue, verte su argomentazioni di ampio respiro che nelle intenzioni di chi scrive dovrebbero fornire un quadro adeguato alla comprensione del percorso evolutivo dal punto di vista informatico e informativo, del concetto stesso di supply chain, arrivando infine alla trattazione specifica delle dinamiche di costruzione di un albo fornitori automatizzato. Infine, il caso pratico, tenderà a mettere in evidenza quelle che sono state le dinamiche applicative del software nell’azienda CFT, nonché i miglioramenti che il management auspica inerentemente a tale operazione.
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