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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06032020-190145


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
CACCURI, MATTIA DOMENICO
URN
etd-06032020-190145
Titolo
La collusione nell'industria farmaceutica: il caso Avastin-Lucentis
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Giocoli, Nicola
Parole chiave
  • Avastin-Lucentis
  • industria farmaceutica
  • collusione
  • intese orizzontali
  • analisi economica
  • concorrenza
  • diritto antitrust
Data inizio appello
20/07/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
20/07/2060
Riassunto
Il presente elaborato ha ad oggetto l’analisi della collusione nell’industria farmaceutica alla luce del famoso caso Avastin-Lucentis.
Il primo capitolo è dedicato all’analisi economica del fenomeno. In particolare, dopo una breve introduzione dedicata all’esperienza statunitense, si passa alla descrizione del contesto storico e socioeconomico che ha portato gli Stati europei e l’Unione europea a dotarsi di una disciplina antitrust. Successivamente, vengono esaminate le finalità generalmente perseguite dal policy maker nella definizione delle politiche antitrust. Viene, dunque, introdotta la nozione di benessere sociale nelle sue due declinazioni (benessere totale e benessere del consumatore) e individuati gli altri scopi perseguiti, anche estranei alle valutazioni della teoria economica. Si procede poi all’analisi del monopolio e dei diversi tipi di inefficienza di mercato che da questo derivano: inefficienza allocativa, produttiva e dinamica. Il presente capitolo si chiude con l’analisi economica del fenomeno collusivo. In particolare, viene offerta una definizione di collusione e individuati gli elementi che facilitano la stabilità dell’accordo, oltre agli effetti negativi che questa produce sul mercato. Vengono infine individuate le politiche che, in base alla teoria economica, il policy maker dovrebbe adottare per far fronte al fenomeno collusivo, distinguendo tra attività che fungono da deterrente e che operano ex ante e attività di enforcement che operano invece dopo che l’illecito è stato consumato.
Nel secondo capitolo viene invece introdotta la disciplina comunitaria delle intese orizzontali vietate ex art. 101 TFUE e il public enforcement dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) e della Commissione UE. Nel primo paragrafo si procede anzitutto ad individuare la definizione di impresa, ai sensi della disciplina antitrust, e di intesa, con particolare riferimento agli accordi e alle pratiche concordate. Si passa poi ad esaminare la nozione di pregiudizio al commercio tra gli Stati membri, che consente di individuare le fattispecie cui è possibile applicare la disciplina antitrust europea. Viene individuata poi la nozione di “restrizione della concorrenza”, distinguendo tra infrazioni per oggetto e infrazioni per effetto. Affinché un’intesa possa considerarsi vietata è necessario che la restrizione sia sensibile. Pertanto, vengono analizzate le condizioni che, in base agli orientamenti della giurisprudenza e alle Linee Guida della Commissione UE, consentono di ritenere sensibile la restrizione. Il primo paragrafo si chiude con un breve esame della disciplina delle esenzioni ex. Art 101.3 TFUE, distinguendo all’uopo esenzioni per categoria ed esenzioni individuali. Nel secondo paragrafo viene esaminato il procedimento avviato dall’AGCM. Anzitutto, vengono fornite indicazioni e principi generali ed esaminati taluni istituti caratteristici, ossia gli impegni e le misure cautelari. Successivamente vengono analizzate le singole fasi del procedimento antitrust, i poteri istruttori dell’Autorità e i diritti di difesa delle parti. Infine, si parla delle decisioni dell’Autorità e segnatamente delle diffide e dei provvedimenti sanzionatori. Un’ultima parte è poi dedicata al sindacato del giudice amministrativo su tali provvedimenti. Nel terzo paragrafo viene brevemente ripresa l’attività di enforcement della Commissione UE.
Con il terzo capitolo si entra nel vivo della questione. Infatti, i primi due capitoli hanno principalmente lo scopo di fornire gli strumenti necessari per la comprensione del caso Avastin-Lucentis, mentre il terzo è dedicato all’illustrazione del caso. Anzitutto, vengono esaminate le caratteristiche dell’industria farmaceutica. Infatti, il contesto economico e giuridico in cui si inseriscono le condotte delle società Roche e Novartis è essenziale per comprendere le dinamiche interne al caso. In secondo luogo, si procede all’illustrazione della fase procedimentale svolta dall’AGCM. Vengono dunque esaminate le attività istruttorie poste in essere dall’Autorità, le difese presentate dalle parti e le valutazioni finali che portano l’Autorità ad affermare la sussistenza di un’intesa restrittiva per oggetto. Nell’ultimo paragrafo viene invece esaminata la fase prettamente processuale, avviata a seguito del ricorso presentato dalle imprese al Tar del Lazio. In questa fase, un ruolo essenziale assume l’intervento della Corte di Giustizia UE, chiamata dal Consiglio di Stato a risolvere alcuni quesiti pregiudiziali. L’importanza dell’intervento del giudice europeo si apprezza in particolar modo se si considera che il Consiglio di Stato ha finito per rimettere a tale giudice la decisione circa i punti essenziali della controversia, quasi delegando la decisione finale. Si tratta sicuramente di una decisione curiosa, ma certamente comprensibile considerando le particolarità del caso in esame. Dopo la disamina delle risposte offerte dalla Corte di Giustizia a tali quesiti, si procede infine all’esame della sentenza del Consiglio di Stato. Nonostante l’intervento della Corte UE sia stato determinante, restano infatti alcune questioni di competenza esclusiva del giudice amministrativo. Vengono dunque analizzate le considerazioni che porteranno il Consiglio di Stato a pronunciarsi in via definitiva, mettendo fine a questa lunga vicenda.
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