Tesi etd-06032019-171410 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
FARSETTI, REBECCA
URN
etd-06032019-171410
Titolo
Gli ideali umanistici di arte e poesia nella Calunnia di Apelle di Sandro Botticelli.
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
ITALIANISTICA
Relatori
relatore Ciccuto, Marcello
correlatore Casadei, Alberto
correlatore Casadei, Alberto
Parole chiave
- Apelle
- calunnia
- Cristoforo Landino
- ekphrasis
- Leon Battista Alberti
- Luciano di Samosata
- Sandro Botticelli
- Umanesimo
Data inizio appello
08/07/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il seguente lavoro si propone di analizzare uno dei dipinti più complessi e misteriosi del pittore fiorentino Sandro Botticelli, la Calunnia di Apelle, realizzato tra il 1494 e il 1495, in pieno umanesimo, e fortemente legato al contesto politico-sociale della Firenze del tempo. La difficoltà di interpretazione dell’opera è data sia dalla moltitudine di personaggi e scene figurative che animano la composizione, con particolare riferimento all’iconografia dell’architettura di fondo, sia dalla scelta peculiare di una tematica come quella della calunnia che, oltre a rimandare necessariamente all’opera perduta del pittore greco Apelle (IV secolo a.C.) allude, con molta probabilità, alle vicende contemporanee alla realizzazione del dipinto. Nel corso dei secoli, l’opera è stata oggetto di interpretazioni discordanti relative, in particolare, all’analisi dell’iconografia del fondale, alle possibili fonti utilizzate da Botticelli, al motivo della sua esecuzione e ai significati morali e politici sottesi ad essa. Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire un’analisi dettagliata del dipinto e tentare di risolvere i principali dubbi interpretativi sul suo conto.
Dopo un breve accenno all’autore e al contesto storico a lui contemporaneo, si procederà alla presentazione dell’opera, con particolare riferimento al dipinto perduto del pittore Apelle, da cui Botticelli trae ispirazione, e all’ekphrasis di Luciano di Samosata, che ne testimonia l’esistenza. Si passerà, quindi, ad analizzare la ripresa del trattato di Luciano in Occidente e le sue traduzioni in latino, privilegiando la citazione che Leon Battista Alberti ne fa all’interno del suo trattato sulla pittura, da sempre considerato la fonte principale del dipinto di Botticelli. Nel terzo libro del De Pictura, Alberti fornisce alcune considerazioni generali sulla figura dell’artista e afferma che un pittore debba essere il più possibile dotto in tutte le arti liberali. Dopo aver instaurato un parallelismo tra la figura del pittore e quella del poeta, sottolinea l’importanza dell’invenzione di una storia e inserisce l’esempio della descrizione di Luciano, «per ammonire i pittori in che cose circa alla invenzione loro convenga essere vigilanti». Il passo di Alberti sarà oggetto di analisi e verrà affrontato il problema della discordanza tra la descrizione presente nel De Pictura e l’effettiva realizzazione del dipinto di Botticelli. L’individuazione di sostanziali differenze porterà alla ricerca e alla valutazione di possibili fonti alternative, con particolare attenzione all’ipotesi proposta dalla studiosa Angela Dressen: il commento di Cristoforo Landino alla Commedia di Dante come fonte principale dell’opera di Botticelli. Landino inserisce la descrizione del dipinto di Apelle nel commento relativo ai vv. 142-144 del XXIII canto dell’Inferno, in cui si parla delle principali caratteristiche del Diavolo, tra le quali spicca la calunnia. La descrizione presenta numerosi punti di contatto con la scena dipinta da Botticelli e si differenzia da quella di Alberti per una serie di dettagli che verranno analizzati con attenzione. Pertanto, la questione verrà affrontata operando un parallelismo tra la descrizione di Landino, quella di Alberti e il dipinto di Botticelli. Verrà dato ampio spazio anche alle possibili fonti iconografiche dell’opera, in particolare alla miniatura realizzata da Bartolomeo Della Fonte nel 1472, che presenta forti punti di contatto con la Calunnia botticelliana. Si procederà, poi, a un’accurata descrizione della scena principale del dipinto e di tutte le scene che animano il fondale, tenendo conto del particolareggiato lavoro di Stanley Meltzoff sull’argomento. Per quanto riguarda l’analisi dell’architettura di fondo, verrà rispettata la suddivisione di Meltzoff in basamenti, plinti, architravi, soffitti e nicchie, procedendo da sinistra verso destra. Parte delle scene presenti nel fondale e ciascuna delle statue alloggiate nelle nicchie centrali verranno interpretate alla luce dei passi del commento di Landino alla Commedia dantesca. Una parte del lavoro sarà dedicata a Boccaccio, rappresentato in una delle nicchie, e alla cospicua presenza dei suoi scritti all’interno del dipinto, vero e proprio ipertesto di tutto il fondale, con particolare attenzione alla tematica amorosa e al suo ruolo cruciale di difensore della poesia. Si accennerà, infine, alla complessa situazione politica contemporanea alla realizzazione della Calunnia e all’acceso dibattito sulla theologia poetica, con l’intento di fornire una lettura non soltanto politica, ma anche filosofica ed etica del dipinto. Sulla base di quanto precedentemente esposto, verranno tratte le debite conclusioni. Il lavoro sarà corredato di un esauriente apparato iconografico, supporto fondamentale per l’intera argomentazione.
Dopo un breve accenno all’autore e al contesto storico a lui contemporaneo, si procederà alla presentazione dell’opera, con particolare riferimento al dipinto perduto del pittore Apelle, da cui Botticelli trae ispirazione, e all’ekphrasis di Luciano di Samosata, che ne testimonia l’esistenza. Si passerà, quindi, ad analizzare la ripresa del trattato di Luciano in Occidente e le sue traduzioni in latino, privilegiando la citazione che Leon Battista Alberti ne fa all’interno del suo trattato sulla pittura, da sempre considerato la fonte principale del dipinto di Botticelli. Nel terzo libro del De Pictura, Alberti fornisce alcune considerazioni generali sulla figura dell’artista e afferma che un pittore debba essere il più possibile dotto in tutte le arti liberali. Dopo aver instaurato un parallelismo tra la figura del pittore e quella del poeta, sottolinea l’importanza dell’invenzione di una storia e inserisce l’esempio della descrizione di Luciano, «per ammonire i pittori in che cose circa alla invenzione loro convenga essere vigilanti». Il passo di Alberti sarà oggetto di analisi e verrà affrontato il problema della discordanza tra la descrizione presente nel De Pictura e l’effettiva realizzazione del dipinto di Botticelli. L’individuazione di sostanziali differenze porterà alla ricerca e alla valutazione di possibili fonti alternative, con particolare attenzione all’ipotesi proposta dalla studiosa Angela Dressen: il commento di Cristoforo Landino alla Commedia di Dante come fonte principale dell’opera di Botticelli. Landino inserisce la descrizione del dipinto di Apelle nel commento relativo ai vv. 142-144 del XXIII canto dell’Inferno, in cui si parla delle principali caratteristiche del Diavolo, tra le quali spicca la calunnia. La descrizione presenta numerosi punti di contatto con la scena dipinta da Botticelli e si differenzia da quella di Alberti per una serie di dettagli che verranno analizzati con attenzione. Pertanto, la questione verrà affrontata operando un parallelismo tra la descrizione di Landino, quella di Alberti e il dipinto di Botticelli. Verrà dato ampio spazio anche alle possibili fonti iconografiche dell’opera, in particolare alla miniatura realizzata da Bartolomeo Della Fonte nel 1472, che presenta forti punti di contatto con la Calunnia botticelliana. Si procederà, poi, a un’accurata descrizione della scena principale del dipinto e di tutte le scene che animano il fondale, tenendo conto del particolareggiato lavoro di Stanley Meltzoff sull’argomento. Per quanto riguarda l’analisi dell’architettura di fondo, verrà rispettata la suddivisione di Meltzoff in basamenti, plinti, architravi, soffitti e nicchie, procedendo da sinistra verso destra. Parte delle scene presenti nel fondale e ciascuna delle statue alloggiate nelle nicchie centrali verranno interpretate alla luce dei passi del commento di Landino alla Commedia dantesca. Una parte del lavoro sarà dedicata a Boccaccio, rappresentato in una delle nicchie, e alla cospicua presenza dei suoi scritti all’interno del dipinto, vero e proprio ipertesto di tutto il fondale, con particolare attenzione alla tematica amorosa e al suo ruolo cruciale di difensore della poesia. Si accennerà, infine, alla complessa situazione politica contemporanea alla realizzazione della Calunnia e all’acceso dibattito sulla theologia poetica, con l’intento di fornire una lettura non soltanto politica, ma anche filosofica ed etica del dipinto. Sulla base di quanto precedentemente esposto, verranno tratte le debite conclusioni. Il lavoro sarà corredato di un esauriente apparato iconografico, supporto fondamentale per l’intera argomentazione.
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