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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-06022023-170751


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
COSTA, LUCA
URN
etd-06022023-170751
Titolo
Arte della recensione, stili, toni, linguaggi in Montale critico di poesia
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
LETTERE
Relatori
relatore Prof.ssa Campeggiani, Ida
relatore Prof. Donnarumma, Raffaele
Parole chiave
  • arti
  • critica
  • Montale
  • poesia
  • recensione
Data inizio appello
06/07/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
06/07/2063
Riassunto
Questo lavoro si propone di approfondire Montale critico di poesia. L'obiettivo è quello di operare un focus sull'arte della recensione, gli stili, i linguaggi utilizzati e gli stessi atteggiamenti critici del recensore. Montale ha un approccio critico del tutto empirico e non sistematico all'analisi e alla critica del testo e rifugge dai tentativi di sistematizzazione della critica e della letteratura. Così come non approva la massificazione della società contemporanea nel secondo dopoguerra, nella quale vede un pericolo esiziale per l'intera civiltà europea e occidentale. Nella prima parte si mettono in evidenza le caratteristiche della recensione in Montale, il distanziamento necessario per esercitare una critica, che non è mai professionistica, ma propria di un "gran dilettante", come Montale stesso amava definirsi. Dopo un percorso attraverso gli atteggiamenti critici di Montale nei confronti degli autori della letteratura italiana, con escursioni "solariane" nelle letterature europee, si analizzano i linguaggi utilizzati da Montale nelle recensioni sui poeti, così come l'utilizzo peculiare delle cornici narrative, presenti in diversi 'morceaux' sulla poesia. Il capitolo conclusivo della prima parte di questo lavoro è dedicato al ruolo della musica nella critica di Montale sulla poesia: fenomeni e concetti musicali vengono richiamati dal recensore nei suoi saggi per spiegare fenomeni ed elementi relativi alla letteratura, strettamente collegata, per Montale, alle altre arti. La seconda parte è composta da cinque 'case study' dedicati a sei autori recensiti da Montale e da lui apprezzati per l'originalità e per la forza della loro parola poetica: è intitolata "Sui versi della follia, dell'angoscia e dell'esilio" e mette in evidenza lo sguardo montaliano sul tormento e l'angoscia che pervade la poesia degli autori in questione: dalla poesia in fuga dei "Canti Orfici" di Dino Campana, alla poesia scolpita nel marmo di Enrico Pea, che costituisce una via di salvezza laica rispetto alla pazzia, ai versi meno pittoreschi e più dolorosi di Corrado Govoni, del quale si ripercorre il cammino letterario fino ai versi tragici dedicati al figlio Aladino, ucciso nell'infame strage nazifascista delle Fosse Ardeatine. La poesia di Gérard Labrunie de Nerval e di Henri Michaux costituisce per Montale l'occasione per mettere in luce il tema dell'esilio dal consesso umano (Nerval) e dell'esilio da sé stessi e dai propri fantasmi interiori (Michaux). Infine, Edgar Lee Masters con gli immortali versi della "Spoon River Anthology", mette in atto il primo vero tentativo, anche se non pienamente riuscito, di realizzare un unico genere epico-lirico, che ambisce a contenere le caratteristiche dell'intera civiltà occidentale.  
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