Tesi etd-06022018-140211 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
DE CESARE, MICHELE
URN
etd-06022018-140211
Titolo
Il rapporto banca - industria: dalla riforma bancaria del 1936 all'adeguamento delle direttive CEE in materia creditizia.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
STUDI INTERNAZIONALI
Relatori
relatore Cini, Marco
Parole chiave
- banca
- industria
- legge bancaria 1936
Data inizio appello
02/07/2018
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
02/07/2088
Riassunto
La riforma della legge bancaria avvenuta nel 1936 ha svolto un ruolo fondamentale nell’organizzare il sistema bancario italiano, reduce da costanti periodi di instabilità interna.
Gli anni del primo dopoguerra furono quelli definiti più caldi, in quanto le scelte operate dai governatori rallentavano la ripresa economica delle banche, indebitate per aver concesso prestiti alle industrie belliche.
All’epoca non esisteva una normativa che regolasse il mercato bancario, se non qualche norma di riferimento riportata nel codice del commercio del 1882. Il fallimento di alcune banche in quell’anno suonò come da campanello d’allarme e bisognava intervenire prima che venissero coinvolti anche i grandi Istituti di credito presenti nel Paese.
A fronte di ciò venne approvata la legge bancaria del 1926, la quale non si mostrò efficacie nel regolare il mercato bancario e soprattutto mostrò le sue debolezze nei periodi di crisi che si registrarono negli anni a seguire. Infatti un ulteriore intervento in campo creditizio fu inevitabile nel momento in cui le due maggiori banche iniziarono a mostrare cenni di cedimento.
Dopo uno studio accurato del caso e tenendo conto dell’esperienza passate venne individuata la causa principale delle continue crisi all’interno del sistema bancario. Era lo stretto legame che caratterizzava il rapporto tra la banca e l’industria, ormai diventato simbiotico e influente, a creare scompiglio, infatti molti banchieri prediligevano finanziare le imprese industriali ad esse collegate.
La riforma bancaria del 1936 andrà a recidere questo forte legame operando una specializzazione del credito all’interno del sistema bancario e affidando ruoli ben determinati alle banche a seconda della propria natura.
La legge in questione è rimasta in vigore per oltre un cinquantennio, naturalmente, durante gli anni che si susseguirono, alcune norme furono modificate o integrate per regolare i nuovi casi che via via si presentavano, ma senza stravolgerne il contenuto.
Sarà la normativa della CEE in materia creditizia che apporterà delle modifiche rilevanti alla ormai “vecchia” legge bancaria, costringendo il legislatore ad approvare nuove regole riguardanti la disciplina del credito bancario; infatti nel 1993 entrò in vigore nel nostro il ordinamento il T.U.B.
Gli anni del primo dopoguerra furono quelli definiti più caldi, in quanto le scelte operate dai governatori rallentavano la ripresa economica delle banche, indebitate per aver concesso prestiti alle industrie belliche.
All’epoca non esisteva una normativa che regolasse il mercato bancario, se non qualche norma di riferimento riportata nel codice del commercio del 1882. Il fallimento di alcune banche in quell’anno suonò come da campanello d’allarme e bisognava intervenire prima che venissero coinvolti anche i grandi Istituti di credito presenti nel Paese.
A fronte di ciò venne approvata la legge bancaria del 1926, la quale non si mostrò efficacie nel regolare il mercato bancario e soprattutto mostrò le sue debolezze nei periodi di crisi che si registrarono negli anni a seguire. Infatti un ulteriore intervento in campo creditizio fu inevitabile nel momento in cui le due maggiori banche iniziarono a mostrare cenni di cedimento.
Dopo uno studio accurato del caso e tenendo conto dell’esperienza passate venne individuata la causa principale delle continue crisi all’interno del sistema bancario. Era lo stretto legame che caratterizzava il rapporto tra la banca e l’industria, ormai diventato simbiotico e influente, a creare scompiglio, infatti molti banchieri prediligevano finanziare le imprese industriali ad esse collegate.
La riforma bancaria del 1936 andrà a recidere questo forte legame operando una specializzazione del credito all’interno del sistema bancario e affidando ruoli ben determinati alle banche a seconda della propria natura.
La legge in questione è rimasta in vigore per oltre un cinquantennio, naturalmente, durante gli anni che si susseguirono, alcune norme furono modificate o integrate per regolare i nuovi casi che via via si presentavano, ma senza stravolgerne il contenuto.
Sarà la normativa della CEE in materia creditizia che apporterà delle modifiche rilevanti alla ormai “vecchia” legge bancaria, costringendo il legislatore ad approvare nuove regole riguardanti la disciplina del credito bancario; infatti nel 1993 entrò in vigore nel nostro il ordinamento il T.U.B.
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