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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-06022012-172614


Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
GIAMPAOLI, GIAMPAOLO
URN
etd-06022012-172614
Titolo
Emigrazione toscana e professionalità tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento
Settore scientifico disciplinare
M-STO/04
Corso di studi
STORIA E SOCIOLOGIA DELLA MODERNITA'
Relatori
tutor Prof. Barsanti, Danilo
Parole chiave
  • figurinai
  • emigrazione toscana
  • emigrazione italiana
  • emigrazione femminile
  • emigrazione e lavoro
  • emigrazione di intellettuali
  • colonizzazione agricola
  • carbonai
  • barsane
  • balie
  • Gigi Guadagnucci
  • librai Lunigiana
Data inizio appello
26/06/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto
La tesi analizza le forme in cui si manifestavano le partenze delle figure professionali e della manodopera qualificata e le finalità legate alla vita all’estero di queste persone attraverso il materiale iconografico selezionato, che consiste in una selezione delle oltre ottocento fotografie custodite nel Museo dell’Emigrazione della Gente di Toscana, che ha sede a Lusuolo in provincia di Massa. Questa documentazione è stata integrata con le fonti orali raccolte durante alcune interviste e altri documenti presi negli archivi pubblici. Si muove dalla necessità di mettere a confronto le caratteristiche della specializzazione lavorativa con i comportamenti prevalenti negli emigrati che si impiegavano come manodopera generica. Attraverso il materiale citato nei cinque capitoli della prima parte è stato possibile ricostruire varie condizioni di vita.
Il primo capitolo parla delle professioni legate al commercio girovago, con un paragrafo iniziale dove si descrivono gli andamenti dell’economia e le trasformazioni sociali che spinsero i contadini toscani ad abbandonare la secolare consuetudine di prestare servizio come braccianti agricoli in molte zone del centro-nord Italia e in Corsica per diventare venditori ambulanti. Nella seconda parte l’argomento viene approfondito studiando le strategie di incremento delle abilità professionali e i caratteri sociali dei figurinai della Media Valle del Serchio e dei librai pontremolesi, presi come modello per il commercio ambulante. Queste ultime pagine sono state scritte affiancando, in particolare per il caso dei figurinai, all’analisi del materiale iconografico alcuni articoli tratti da riviste storiche del Novecento.
Il capitolo successivo riguarda la colonizzazione italiana nel Sud America. Ancora una volta nei primi paragrafi il tema è stato trattato a livello generale, mediante la ricostruzione delle condizioni sociali e delle disposizioni legislative che determinarono il fenomeno storico, per poi passare al commento delle immagini. Tra queste ultime compare un gruppo di fonti donate dalla signora Liliana Mungai che ha permesso di riassumere la storia di Villa Regina, una colonia in Argentina posizionata lungo il Rio Negro a millecinquecento chilometri da Buenos Aires, abitata da agricoltori italiani.
Nel terzo e nel quarto capitolo vengono descritti altri mestieri caratterizzati dalla continuità professionale praticati sulla montagna toscana, durante il XX secolo sempre più presenti nei Paesi di immigrazione, divisi tra le professioni del settore primario nel terzo capitolo (vengono ricostruite le strategie di inserimento lavorativo dei carbonai, dei minatori, dei cavatori e dei taglialegna) e le attività intellettuali in ambito tecnico e scientifico nelle pagine che seguono.
La prima parte si conclude con l’emigrazione femminile, studiata sempre nelle forme della continuità professionale (in realtà più rara in questo contesto rispetto al caso maschile) o in particolari necessità economiche e culturali che si manifestavano quando la continuità veniva a mancare per l’impossibilità della donna di possedere una qualche specializzazione lavorativa.
La seconda parte è composta di tre capitoli dove vengono ricostruite altrettante biografie di emigranti vissuti lontano dal luogo di origine tra la prima e la seconda metà del Novecento, che hanno svolto alcune professioni descritte nelle pagine precedenti. Le loro storie sono state scritte attraverso interviste che hanno permesso di indagare ulteriormente le aspettative non solo in ambito economico, ma anche professionale e culturale della manodopera qualificata, eseguite, quando è stato possibile, ai migranti stessi, oppure ai loro discendenti. Le testimonianze sono state integrate con fotografie e fonti materiali custodite presso gli archivi privati delle famiglie interessate.
Vengono raccontate le vite di Ivo Agostini (artigiano del gesso originario di Coreglia vissuto in Brasile per circa trent’anni, dove ha gestito due grandi laboratori), di Gigi Guadagnucci (scultore nato a Massa, ma vissuto a lungo in Francia a Grenoble e a Parigi) e di Antonietta Marchi (nata a Monzone in Lunigiana, che per un breve periodo della vita ha lavorato come balia presso alcune famiglia abbienti dell’Italia Settentrionale). Quest’ultima biografia è stata ampliata con le esperienze condotte dalle figlie dell’emigrata, che hanno svolto la professione di domestica sempre presso famiglie aristocratiche e borghesi, per comparare la condizione della balia e quella della giovane serva.
È bene specificare che il tema della continuità professionale non si esaurisce ai mestieri studiati nella tesi, ma comprende altri ambiti lavorativi che non vengono affrontati in questa ricerca per motivi di spazio, ma anche perché non sono rappresentati nel gruppo di fonti studiato.
Infine la tesi è stata arricchita da un’appendice dove compaiono parte dei documenti iconografici citati, utile al lettore per comprendere meglio gli argomenti studiati osservando alcune immagini che rappresentano condizioni di lavoro particolarmente significative.