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Negli ultimi anni l'utilizzo di tecnologie digitali in campo archeologico è incrementato notevolmente, permettendo l'acquisizione di grandi quantità di dati "born-digital". IL rilevamento in fotogrammetria delle aree di scavo permette di ottenere copie digitali del sito che possono essere utilizzate per la creazione di piante di scavo, sezioni e modelli 3d delle strutture. L'integrazione della documentazione vettoriale derivante dal rilievo fotogrammetrico con le normali pratiche di acquisizione dati, come le schede us cartacee, all'interno di piattaforme GIS consente di visualizzare in un unico ambiente tutte le informazioni provenienti dallo scavo. Tuttavia, gli ambienti GIS sono fortemente condizionati dalla natura 2D o 2,5D del dato, ciò ha fatto si che negli anni si sviluppasse anche l'uso di modelli 3d e ricostruzioni virtuali dello scavo per fini di interpretazione e studio. L'utilizzo di tali modelli permette la restituzione della componente 3D del dato spaziale, fondamentale in archeologia per la corretta comprensione del contesto di scavo. Tutte queste pratiche informatiche hanno favorito lo sviluppo di "ecosistemi digitali", in cui tutti i dati concorrono in sinergia per aumentare la comprensione dello scavo. Questo lavoro presenta un workflow che ha visto la creazione di un ecosistema digitale per il cantiere di San Sisto, partendo dal rilievo in fotogrammetria, attraverso lo sviluppo di un database in QGIS, fino alla creazione di un modello 3d per la ricostruzione delle fasi romane di scavo.