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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05312021-145049


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MINGARDI, DESIRE'
URN
etd-05312021-145049
Titolo
C-C motive chemokine ligand 2 e tromboinfiammazione nella polmonite COVID-19: studio retrospettivo
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Celi, Alessandro
correlatore Dott. Nieri, Dario
Parole chiave
  • COVID-19
  • CCL2
  • tromboinfiammazione
  • immunotrombosi
  • D-dimero
Data inizio appello
15/06/2021
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il lavoro di questa tesi si basa sullo studio osservazionale e retrospettivo che ha coinvolto 281 pazienti con diagnosi di COVID-19 ricoverati presso l’Azienda Ospedaliero Universitaria Pisana e presso l'Ospedale Comunale di Lucca nel periodo 4 marzo - 30 aprile 2020.
Poiché COVID-19 è stato associato ad alterazioni della coagulazione sanguigna, è stata studiata la potenziale associazione tra i livelli di CCL2, chemochina implicata nei meccanismi di difesa immunitari, e di D-dimero, marcatore dell'attivazione della cascata della coagulazione e della fibrinolisi: è stato ipotizzato che CCL2 possa essere correlata alla disfunzione della cascata coagulativa e alla gravità della compromissione respiratoria, evidenziando quindi un potenziale ruolo di CCL2 nei processi tromboinfiammatori in COVID-19.
In effetti, dalle analisi statistiche effettuate emerge che i livelli di CCL2 sono associati sia a livelli di D-dimero più alti sia a livelli di P/Fnadir peggiori; inoltre, i livelli di CCL2 presentano una correlazione con la prognosi dei pazienti, valutata come sopravvivenza e necessità di Intubazione orotracheale. Da queste analisi sembra plausibile che la chemochina CCL2 possa svolgere un ruolo nel processo tromboinfiammatorio che causa la grave ipossiemia nei pazienti COVID-19 e le relazioni che sono state valutate tra CCL2, D-dimero e P/Fnadir sembrano rappresentare una conferma a queste ipotesi.
Questi dati devono essere considerati come studi preliminari, volti ad incentivare ulteriori ricerche che vadano a fare maggior chiarezza sui meccanismi patogenetici più importanti per la malattia COVID-19 così che i valori di questa citochina possano aiutare nell’individuazione precoce dei soggetti a maggior rischio di sviluppo di complicanze e di exitus a seguito di infezione da SARS-CoV-2.

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