Tesi etd-05312021-112643 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BECHINI, ELENA
URN
etd-05312021-112643
Titolo
Le fratture del radio distale negli over 65: pro e contro del trattamento chirurgico
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Capanna, Rodolfo
correlatore Dott. Andreani, Lorenzo
correlatore Dott. Andreani, Lorenzo
Parole chiave
- anziani
- fratture
- radio distale
- trattamento chirurgico.
- trattamento conservativo
Data inizio appello
15/06/2021
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
15/06/2091
Riassunto
Le fratture del radio distale sono molto frequenti nella popolazione, presentano due principali picchi: uno nei giovani di età inferiore ai 18 anni e l’altro negli adulti di età superiore ai 50 anni.
Per quanto riguarda il trattamento di queste fratture nei pazienti giovani c’è una certa uniformità con maggiore tendenza all’indicazione chirurgica, mentre nei pazienti over 65 la letteratura è controversa sul tipo di trattamento, conservativo o chirurgico, sia meglio adottare. Ciò è legato al fatto che nel corso degli anni sono aumentate le aspettative e la qualità di vita del paziente anziano nonché le sue richieste funzionali.
In relazione a quanto sopra abbiamo eseguito questo studio con lo scopo di capire se il trattamento chirurgico è l’iter terapeutico migliore per i pazienti over 65 con fratture del radio distale in termini di outcome clinici e funzionali.
Abbiamo valutato, con un follow-up di 12 mesi, un gruppo di 120 pazienti (17 uomini e 103 donne) di età̀ media 75,1 anni (range 65-85 anni) con fratture del radio distale che presentavano i criteri di La Fontaine e almeno un parametro di instabilità̀̀ radiografica e che conseguentemente avrebbero avuto un’indicazione al trattamento chirurgico. I nostri pazienti sono stati valutati sulla base di uno score dedicato, delle immagini radiologiche e della valutazione clinica.
Dallo studio è emerso che nel processo decisionale tra trattamento chirurgico e conservativo è indispensabile considerare l’età del paziente, le richieste funzionali, il grado di artrosi e di osteoporosi preesistente e le eventuali comorbidità. I risultati clinici e funzionali ad un anno dal trauma sono sovrapponibili nei due trattamenti e vi è una minor propensione del paziente al trattamento chirurgico. Inoltre abbiamo rilevato una maggiore soddisfazione per il trattamento ricevuto nei pazienti trattati conservativamente. Infine è importante sottolineare che la soddisfazione personale e il ritorno alle attività̀ sono spesso indipendenti dagli esiti radiologici.
Possiamo concludere che è fondamentale personalizzare il trattamento sul paziente cercando di consigliare il migliore iter terapeutico in base alle sue richieste funzionali, al suo stile di vita, alle sue comorbidità̀ e alle sue aspettative.
Per quanto riguarda il trattamento di queste fratture nei pazienti giovani c’è una certa uniformità con maggiore tendenza all’indicazione chirurgica, mentre nei pazienti over 65 la letteratura è controversa sul tipo di trattamento, conservativo o chirurgico, sia meglio adottare. Ciò è legato al fatto che nel corso degli anni sono aumentate le aspettative e la qualità di vita del paziente anziano nonché le sue richieste funzionali.
In relazione a quanto sopra abbiamo eseguito questo studio con lo scopo di capire se il trattamento chirurgico è l’iter terapeutico migliore per i pazienti over 65 con fratture del radio distale in termini di outcome clinici e funzionali.
Abbiamo valutato, con un follow-up di 12 mesi, un gruppo di 120 pazienti (17 uomini e 103 donne) di età̀ media 75,1 anni (range 65-85 anni) con fratture del radio distale che presentavano i criteri di La Fontaine e almeno un parametro di instabilità̀̀ radiografica e che conseguentemente avrebbero avuto un’indicazione al trattamento chirurgico. I nostri pazienti sono stati valutati sulla base di uno score dedicato, delle immagini radiologiche e della valutazione clinica.
Dallo studio è emerso che nel processo decisionale tra trattamento chirurgico e conservativo è indispensabile considerare l’età del paziente, le richieste funzionali, il grado di artrosi e di osteoporosi preesistente e le eventuali comorbidità. I risultati clinici e funzionali ad un anno dal trauma sono sovrapponibili nei due trattamenti e vi è una minor propensione del paziente al trattamento chirurgico. Inoltre abbiamo rilevato una maggiore soddisfazione per il trattamento ricevuto nei pazienti trattati conservativamente. Infine è importante sottolineare che la soddisfazione personale e il ritorno alle attività̀ sono spesso indipendenti dagli esiti radiologici.
Possiamo concludere che è fondamentale personalizzare il trattamento sul paziente cercando di consigliare il migliore iter terapeutico in base alle sue richieste funzionali, al suo stile di vita, alle sue comorbidità̀ e alle sue aspettative.
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Tesi non consultabile. |