Tesi etd-05302022-094214 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BASSI RAGAGLINI, CAROLINA
URN
etd-05302022-094214
Titolo
Discrepanza tra le misurazioni oggettive e soggettive della qualità del sonno
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Faraguna, Ugo
Parole chiave
- actigrafia
- discrepanza
- qualità del sonno
Data inizio appello
14/06/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/06/2092
Riassunto
L’evidenza che molti soggetti sani e la maggior parte dei pazienti con insonnia tendano a sottostimare la propria qualità del sonno ha richiamato il nostro interesse e ci ha portati ad intraprendere il presente studio allo scopo di indagare quali potessero essere i fattori associati alla discrepanza tra misurazioni oggettive e soggettive della qualità del sonno. Gli elementi precedentemente associati in letteratura a tale discrepanza rientrano nella sfera psicopatologica dell’individuo; in questo lavoro di tesi abbiamo scelto quindi di verificare in particolare la presenza di un’associazione con i sintomi dello spettro panico-agorafobico, data l’assenza in letteratura di studi che ne valutassero la relazione con i disturbi del sonno.
Per valutare la qualità del sonno autoriferita abbiamo utilizzato la scala di riferimento (il gold standard) ovvero il Pittsburgh Sleep Quality Index. Per la misurazione oggettiva abbiamo sottoposto i partecipanti ad una registrazione actigrafica di 7 giorni e, per quantificare la presenza di sintomi dello spettro panico-agorafobico, abbiamo somministrato il questionario di autovalutazione psichiatrica Panic Agoraphobic Spectrum - Self Report. I 162 partecipanti, arruolati tra la popolazione generale dai 18 ai 65 anni, sono stati suddivisi nei seguenti 3 gruppi sulla base della discrepanza tra misurazioni oggettive e soggettive della qualità del sonno: accurati, sovrastimatori e sottostimatori. È emersa una tendenza spiccata dei più anziani a sottostimare la qualità del proprio sonno e degli individui con un basso indice di regolarità del sonno a sovrastimarla. Effettuando successivamente le analisi statistiche in un sottocampione di 117 partecipanti, più omogeno nella distribuzione dell’età (< 45 anni), abbiamo riscontrato, come ipotizzato, una maggior presenza di sintomi panico-agorafobici nei sottostimatori.
Una miglior comprensione dei meccanismi coinvolti nella percezione del proprio sonno e dei fattori alla base della discrepanza risulta importante per l’elevata prevalenza di queste condizioni e per la possibilità di sviluppo di un trattamento mirato che porterebbe ad un miglioramento dello stato di benessere della popolazione. Approcci futuri dovrebbero prevedere campioni di partecipanti più omogenei e sufficientemente numerosi per cogliere le differenze interindividuali, indagando altre dimensioni psicofisiologiche, in modo da avere un quadro più ampio dell’interferenza data dagli aspetti psicopatologici nella percezione soggettiva del sonno.
Per valutare la qualità del sonno autoriferita abbiamo utilizzato la scala di riferimento (il gold standard) ovvero il Pittsburgh Sleep Quality Index. Per la misurazione oggettiva abbiamo sottoposto i partecipanti ad una registrazione actigrafica di 7 giorni e, per quantificare la presenza di sintomi dello spettro panico-agorafobico, abbiamo somministrato il questionario di autovalutazione psichiatrica Panic Agoraphobic Spectrum - Self Report. I 162 partecipanti, arruolati tra la popolazione generale dai 18 ai 65 anni, sono stati suddivisi nei seguenti 3 gruppi sulla base della discrepanza tra misurazioni oggettive e soggettive della qualità del sonno: accurati, sovrastimatori e sottostimatori. È emersa una tendenza spiccata dei più anziani a sottostimare la qualità del proprio sonno e degli individui con un basso indice di regolarità del sonno a sovrastimarla. Effettuando successivamente le analisi statistiche in un sottocampione di 117 partecipanti, più omogeno nella distribuzione dell’età (< 45 anni), abbiamo riscontrato, come ipotizzato, una maggior presenza di sintomi panico-agorafobici nei sottostimatori.
Una miglior comprensione dei meccanismi coinvolti nella percezione del proprio sonno e dei fattori alla base della discrepanza risulta importante per l’elevata prevalenza di queste condizioni e per la possibilità di sviluppo di un trattamento mirato che porterebbe ad un miglioramento dello stato di benessere della popolazione. Approcci futuri dovrebbero prevedere campioni di partecipanti più omogenei e sufficientemente numerosi per cogliere le differenze interindividuali, indagando altre dimensioni psicofisiologiche, in modo da avere un quadro più ampio dell’interferenza data dagli aspetti psicopatologici nella percezione soggettiva del sonno.
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