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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05302016-103941


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NARDI, MARIANNA ANGELA
URN
etd-05302016-103941
Titolo
Politica in letteratura: immagini della citta ideale nella Repubblica, nel Timeo e nel Crizia di Platone
Dipartimento
FILOLOGIA, LETTERATURA E LINGUISTICA
Corso di studi
FILOLOGIA E STORIA DELL'ANTICHITA'
Relatori
relatore Prof. Tulli, Mauro
correlatore Dott. Regali, Mario
Parole chiave
  • atlatntide
  • mimesis
  • paideia
  • platone
  • repubblica
Data inizio appello
27/06/2016
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il mito di Atlantide è stato studiato moltissimo nel corso del tempo, da un punto di vista storicoantropologico,
politico, letterario. L'esempio del rinnovato interesse, dei nostri giorni, può esser
trovato nel sistematico e recente commento di Nesselrath1, che ha il pregio di mettere in fila le
discussioni della critica moderna sui temi centrali del Crizia. Eppure, lo studioso che voglia
accostarsi all'analisi di Atlantide si trova, almeno ad un primo e superficiale contatto, quasi
spiazzato di fronte alla costruzione che Platone ci offre. L'interpretazione che proveremo a dare nel corso di queste pagine, trova la sua base in una
considerazione sul ruolo della poesia nella città ideale, presente all'interno degli stessi dialoghi
platonici. Nel famoso passo del X4 libro della Repubblica, in cui si discute del compito dell'epica
nel quadro educativo fin qui delineato, Socrate afferma questo: εἰδέναι δὲ ὅτι ὅσον μόνον ὕμνους
θεοῖς καὶ ἐγκώμια τοῖς  γαθοῖς ποιήσεως παραδεκτέον εἰς πόλιν5. Se, cioè, Omero e la lirica
costruiscono una poesia addolcita e che crea piacere all'interno della città, questa non è, secondo
Platone, la poesia che deve avere statuto educativo nella città ideale che ha costruito. Allo stesso
tempo, in un periodo successivo, il contributo della Poetica di Aristotele è indicativo del dibattito
affrontato da Platone. Nel IV capitolo, lo Stagirita parafrasa le parole platoniche della Repubblica:
διεσπάσθη δὲ κατὰ τὰ οἰκεῖα ἤθη ἡ ποίησις: οἱ μὲν γὰρ σεμνότεροι τὰς καλὰς ἐμιμοῦντο πράξεις
καὶ τὰς τῶν τοιούτων, οἱ δὲ εὐτελέστεροι τὰς τῶν φαύλων, πρῶτον ψόγους ποιοῦντες, ὥσπερ ἕτεροι
ὕμνους καὶ ἐγκώμια6.
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