Tesi etd-05292008-123838 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica
Autore
D'ANDRETTA, NICOLA
URN
etd-05292008-123838
Titolo
Analisi sismostratigrafica dell'Avampaese Adriatico tra il Trias superiore e il Messiniano
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
Relatore Patacca, Etta
Parole chiave
- Avampaese Adriatico
- mesozoico
- sismostratigrafia
- successioni di bacino
- successioni di piattaforma
Data inizio appello
27/06/2008
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’area centro-adriatica rappresenta la porzione di avampaese appenninico, ubicato tra la catena delle Dinaridi, le Ellenidi e le Alpi.
I profili sismici analizzati in questo lavoro, tarati su una mole notevole di dati litologici e biostratigrafici provenienti da logs di pozzo e da dati di letteratura, mettono in evidenza tre grandi gruppi di unità sismostratigrafiche, ben riconoscibili in tutto l’Adriatico. Questi a partire dall’alto sono:
1. i depositi plio-pleistocenici
2. la Formazione Gessoso-Solfifera di età messiniana
3. la successione mesozoico-terziaria pre-evaporiti
I sedimenti Plio–Pleistocenici, caratterizzati da depositi silico-clastici, così come appaiono sui profili sismici possono essere suddivisi in tre unità sismiche principali sulla base delle caratteristiche di facies e geometria dei riflettori ben definite.
La prima unità che comprende tutta la successione pliocenica, è caratterizzata da riflettori continui e paralleli in cui possono essere identificate due sub-unità (sismofacies). La seconda unità definisce una parte del Pleistocene ed è caratterizzata da sistemi progradazionali con direzione E-NE. La terza unità, di età tardo pleistocenica, è caratterizzata anch’essa da sistemi progradazionali diretti verso NW. Queste unità descrivono in sostanza due comportamenti della piastra adriatica. La prima unità, caratterizzata da geometrie dei riflettori on-lap e da una sedimentazione principalmente torbiditica, testimonia una subsidenza persistente durante il Pliocene, le altre (Unità II e III), caratterizzate da clinoformi progradanti, testimoniano che a partire dal Pleistocene il tasso di sedimentazione prevale sul tasso di subsidenza, questo dovuto probabilmente ad un ringiovanimento del rilievo in catena.
La base dei depositi plio-pleistocenici è marcata nelle sezioni sismiche da una coppietta riflettori con ampiezza elevata. Questi riflettori corrispondono nei logs di pozzo, a depositi evaporitici equiparabili in superficie alla successione Gessoso-Solfifera. Si tratta di depositi di anidriti e calcari solfiferi, spesso associati ad altri Sali minori la cui origine è attribuibile al disseccamento del Mediterraneo, occorso nel Messiniano, conseguente la chiusura dello stretto di Gibilterra.
I lineamenti generali che caratterizzano la porzione mesozoico-terziaria dell’avampaese Adriatico da un punto di vista sismico possono essere suddivisi in due gruppi principali: le sismofacies di piattaforma e le sismofacies di bacino e che da un punto di vista prettamente geologico rappresentano i relitti di sistemi piattaforma-bacino di tipo Bahamiano sviluppatesi nell’area adriatica a partire dal Giurassico.
Le facies sismiche di piattaforma si presentano sorde. Le figure elettriche in corrispondenza di questa facies generalmente mostrano curve con andamenti piuttosto lineari. La figura sismica insieme ai dati litologici e di età provenienti nei pozzi testimoniano calcari correlabili con quelli affioranti nella piattaforma Apula.
Le facies sismiche bacinali sono caratterizzate da riflettori con frequenza variabile a seconda dalle unità sismiche riconosciute e in genere da buona continuità laterale. I dati provenienti dai logs di pozzo indicano successioni litologiche che per facies ed età sono riconducibili alle successioni bacinali dell’area umbro-marghigiana.
Tra queste due zone si interpone un’area che definisce il raccordo, o la zona di transizione, tra piattaforma e bacino in cui le facies sismiche risultano caotiche.
L’elaborazione dei profili sismici eseguita attraverso il software Kingdom 8.2, ha reso possibile la realizzazione di una serie carte di isobate in tempi che mettono in evidenza l’andamento morfologico di quattro orizzonti sismo-stratigrafici (la base dei depositi plio-pleistocenici, l’orizzonte degli Scisti a Fucoidi, la base della Formazione della Maiolica e il top dei calcari equiparati alla Formazione del Calcare Massiccio) ritenuti chiave nello studio delle principali fasi evolutive delle successioni mesozoico-terziarie.
Gli elaborati grafici mostrano una tendenza generale all’approfondimento degli orizzonti sismici in direzione W-SW in prossimità del fronte dell’alloctono Appenninico con un massimo depressionario nelle adiacenze delle aree prospicienti le coste abruzzesi, questo andamento è determinato dalla flessurazione post messiniana. Le zone di alto morfologico si sviluppano nelle aree orientali del bacino sedimentario, in prossimità del promontorio del Gargano e nella porzione più settentrionale.
L’evoluzione paleogeografica dell’area centro-adriatica si imposta a partire dal Trias fino all’Hettangiano con la deposizione del Calcare Massiccio. Nel Sinemuriano si ha lo smembramento di questa paleo-piattaforma con lo sviluppo di una morfologia composta da alti strutturali e bassi morfologici. Su questa morfologia andranno a depositarsi, a partire dal Lias superiore, le successioni bacinali e le successioni di piattaforma carbonatica fino alla totale colmatazione che si avrà con lo sviluppo delle successioni di rampa carbonatica del Miocene medio. Questi depositi durante il Messiniano saranno ricoperti dai sedimenti evaporitici della Formazione Gessoso-Solfifera.
I sedimenti del Plio-Pleistocene che ricoprono in discordanza le successioni mesozoico-terziarie e che colmatano il bacino di avanfossa rappresentano le porzioni più distali di corpi sedimentari provenienti dallo smantellamento della catena appenninica in sollevamento più a Ovest.
I profili sismici analizzati in questo lavoro, tarati su una mole notevole di dati litologici e biostratigrafici provenienti da logs di pozzo e da dati di letteratura, mettono in evidenza tre grandi gruppi di unità sismostratigrafiche, ben riconoscibili in tutto l’Adriatico. Questi a partire dall’alto sono:
1. i depositi plio-pleistocenici
2. la Formazione Gessoso-Solfifera di età messiniana
3. la successione mesozoico-terziaria pre-evaporiti
I sedimenti Plio–Pleistocenici, caratterizzati da depositi silico-clastici, così come appaiono sui profili sismici possono essere suddivisi in tre unità sismiche principali sulla base delle caratteristiche di facies e geometria dei riflettori ben definite.
La prima unità che comprende tutta la successione pliocenica, è caratterizzata da riflettori continui e paralleli in cui possono essere identificate due sub-unità (sismofacies). La seconda unità definisce una parte del Pleistocene ed è caratterizzata da sistemi progradazionali con direzione E-NE. La terza unità, di età tardo pleistocenica, è caratterizzata anch’essa da sistemi progradazionali diretti verso NW. Queste unità descrivono in sostanza due comportamenti della piastra adriatica. La prima unità, caratterizzata da geometrie dei riflettori on-lap e da una sedimentazione principalmente torbiditica, testimonia una subsidenza persistente durante il Pliocene, le altre (Unità II e III), caratterizzate da clinoformi progradanti, testimoniano che a partire dal Pleistocene il tasso di sedimentazione prevale sul tasso di subsidenza, questo dovuto probabilmente ad un ringiovanimento del rilievo in catena.
La base dei depositi plio-pleistocenici è marcata nelle sezioni sismiche da una coppietta riflettori con ampiezza elevata. Questi riflettori corrispondono nei logs di pozzo, a depositi evaporitici equiparabili in superficie alla successione Gessoso-Solfifera. Si tratta di depositi di anidriti e calcari solfiferi, spesso associati ad altri Sali minori la cui origine è attribuibile al disseccamento del Mediterraneo, occorso nel Messiniano, conseguente la chiusura dello stretto di Gibilterra.
I lineamenti generali che caratterizzano la porzione mesozoico-terziaria dell’avampaese Adriatico da un punto di vista sismico possono essere suddivisi in due gruppi principali: le sismofacies di piattaforma e le sismofacies di bacino e che da un punto di vista prettamente geologico rappresentano i relitti di sistemi piattaforma-bacino di tipo Bahamiano sviluppatesi nell’area adriatica a partire dal Giurassico.
Le facies sismiche di piattaforma si presentano sorde. Le figure elettriche in corrispondenza di questa facies generalmente mostrano curve con andamenti piuttosto lineari. La figura sismica insieme ai dati litologici e di età provenienti nei pozzi testimoniano calcari correlabili con quelli affioranti nella piattaforma Apula.
Le facies sismiche bacinali sono caratterizzate da riflettori con frequenza variabile a seconda dalle unità sismiche riconosciute e in genere da buona continuità laterale. I dati provenienti dai logs di pozzo indicano successioni litologiche che per facies ed età sono riconducibili alle successioni bacinali dell’area umbro-marghigiana.
Tra queste due zone si interpone un’area che definisce il raccordo, o la zona di transizione, tra piattaforma e bacino in cui le facies sismiche risultano caotiche.
L’elaborazione dei profili sismici eseguita attraverso il software Kingdom 8.2, ha reso possibile la realizzazione di una serie carte di isobate in tempi che mettono in evidenza l’andamento morfologico di quattro orizzonti sismo-stratigrafici (la base dei depositi plio-pleistocenici, l’orizzonte degli Scisti a Fucoidi, la base della Formazione della Maiolica e il top dei calcari equiparati alla Formazione del Calcare Massiccio) ritenuti chiave nello studio delle principali fasi evolutive delle successioni mesozoico-terziarie.
Gli elaborati grafici mostrano una tendenza generale all’approfondimento degli orizzonti sismici in direzione W-SW in prossimità del fronte dell’alloctono Appenninico con un massimo depressionario nelle adiacenze delle aree prospicienti le coste abruzzesi, questo andamento è determinato dalla flessurazione post messiniana. Le zone di alto morfologico si sviluppano nelle aree orientali del bacino sedimentario, in prossimità del promontorio del Gargano e nella porzione più settentrionale.
L’evoluzione paleogeografica dell’area centro-adriatica si imposta a partire dal Trias fino all’Hettangiano con la deposizione del Calcare Massiccio. Nel Sinemuriano si ha lo smembramento di questa paleo-piattaforma con lo sviluppo di una morfologia composta da alti strutturali e bassi morfologici. Su questa morfologia andranno a depositarsi, a partire dal Lias superiore, le successioni bacinali e le successioni di piattaforma carbonatica fino alla totale colmatazione che si avrà con lo sviluppo delle successioni di rampa carbonatica del Miocene medio. Questi depositi durante il Messiniano saranno ricoperti dai sedimenti evaporitici della Formazione Gessoso-Solfifera.
I sedimenti del Plio-Pleistocene che ricoprono in discordanza le successioni mesozoico-terziarie e che colmatano il bacino di avanfossa rappresentano le porzioni più distali di corpi sedimentari provenienti dallo smantellamento della catena appenninica in sollevamento più a Ovest.
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