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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05282023-165854


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MORGANTINI, MICHELE
URN
etd-05282023-165854
Titolo
Motor Unit Number Estimation (MUNE) come determinante di decorso clinico nella neuropatia di Charcot-Marie-Tooth: studio di correlazione con la valutazione clinimetrica nella CMT
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Siciliano, Gabriele
Parole chiave
  • CMT
  • Charcot-Marie-Tooth
  • MUNE
  • Motor Unit Number Estimation
  • CMT-FOM
  • CMTNSv2
Data inizio appello
13/06/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/06/2093
Riassunto
La Malattia di Charcot-Marie-Tooth (CMT) rappresenta la forma più comune di neuropatia motoria e sensoriale ereditaria (HMSN), di tipo demielinizzante e/o assonale, a trasmissione variabile, autosomica dominante (AD, nella maggior parte dei casi), autosomica recessiva (AR) o X-linked. Con una prevalenza di 1 caso ogni 2.500 persone viene classificata come malattia rara.

Il classico fenotipo clinico è descritto come una polineuropatia distale simmetrica, andatura steppante, deformità del piede (piede cavo e dita a martello), compromissione della sensibilità prevalentemente a livello distale e riflessi tendinei profondi ridotti o assenti; tuttavia, gli oltre 100 geni e loci implicati nei diversi sottotipi di CMT rendono ragione della notevole variabilità fenotipica delle diverse forme.

Per valutare il grado di disabilità e la progressione della patologia vengono utilizzate scale cliniche validate quali la CMT Neuropathy Score (CMTNS) e la Charcot-Marie-Tooth Functional Outcome Measure (CMT-FOM).
Le valutazioni clinimetriche da sole possono però non essere sufficienti a stimare l’effettivo grado di compromissione e progressione della malattia, necessitando quindi dell’identificazione di altri marcatori di prognosi. Tra questi, la stima del numero di unità motorie residue che innervano un muscolo, attraverso un mirato studio elettrofisiologico (MUNE, Motor Unit Number Estimation), si rivela utile per valutare la perdita assonale nelle neuropatie motorie croniche. La tecnica, ancora poco indagata nei pazienti con CMT, è stata utilizzata per lo studio su cui si basa questa tesi.

Obiettivo del presente lavoro è stato valutare il MUNE come determinante di decorso clinico e la sua correlazione con la valutazione clinimetrica nei diversi sottotipi di CMT.
Sono stati valutati 29 pazienti con diagnosi genetica di CMT, 11 maschi e 18 femmine, con un’età media di 52,45 anni (DS=13,90), una durata media di malattia di 28,93 anni (DS=17,11). I tre sottotipi di neuropatia genetica più rappresentati sono CMT1, CMT2 e HNPP, mentre un numero esiguo di pazienti appartiene ai restanti gruppi CMT4 (1 soggetto) e CMTX (2 soggetti).
Per la valutazione clinimetrica sono state utilizzate la scala clinica CMTNSv2 (punteggio totale) e gli item che compongono la scala CMT-FOM (tutti ad esclusione del Functional Dexterity Test), ma non il suo punteggio totale, per una valutazione funzionale più dettagliata.

Dal confronto tra i gruppi dei pazienti appartenenti ai diversi sottotipi di CMT sono state evidenziate differenze statisticamente significative tra i soggetti con CMT2 e quelli con HNPP per i punteggi di CMTNSv2, MUNE a livello del muscolo Tibiale anteriore, Dorsiflessione destra/sinistra, Flessione Plantare destra, “10 metri Walk/Run”, “Timed Up and Go”, “Stance with feet apart on a line with eyes open”, “Stance with feet apart on line with eyes closed” e “6MWT”.
I pazienti con HNPP hanno ottenuto risultati migliori rispetto agli altri sottotipi in esame.

Il Motor Unit Number Estimation (MUNE) nella nostra popolazione analizzata si è rivelato utile come determinante di decorso clinico soprattutto nelle forme più gravi di CMT (come la CMT2), evidenziando importanti correlazioni con la valutazione clinimetrica in tali gruppi.
In particolare, nei pazienti con CMT2, il MUNE registrato nel muscolo Abduttore del V dito della mano ha mostrato una correlazione inversa con CMTNSv2. Il MUNE del muscolo Tibiale anteriore correla inversamente con Durata Malattia e CMTNSv2 e direttamente con Flessione Plantare destra/sinistra, Dorsiflessione destra/sinistra.
I pazienti del gruppo con CMT1 invece, hanno mostrato un’unica correlazione (inversa) tra MUNE Tibiale e “4 Stair Climb”.
Per quanto riguarda il gruppo di pazienti con HNPP, non si sono evidenziate correlazioni tra il MUNE e gli altri test dello studio.

Il MUNE, di facile applicazione e buona compliance da parte dei pazienti, si è configurato quindi come valida metodica per quantificare la denervazione.
In prospettiva, l’applicazione del MUNE nel follow-up dei pazienti con CMT può essere utile per fornire una misura oggettiva della progressione della patologia, individuando cambiamenti subclinici e permettendo inoltre, attraverso una mappatura della distribuzione delle unità motorie, una migliore definizione clinica dei diversi sottogruppi di forme genetiche.
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