La gestione in scuderia del cavallo è molto spesso basata sulle necessità dell’uomo invece che su quelle dell’animale. Ciò può limitare il comportamento sociale, alimentare e motorio del cavallo ed avere un effetto sul suo temperamento. Conoscere se e come il management definisce il temperamento del cavallo è fondamentale per intervenire adeguatamente su esso, adattandolo in modo da rispettare le necessità dell’animale. Il temperamento, oltre ad influenzare il comportamento, sembra essere un fattore che condiziona anche la capacità cognitiva di un individuo, soprattutto in condizioni di stress. Perciò, il management del cavallo in scuderia può influenzare sia alcune caratteristiche comportamentali sia le capacità cognitive dell’animale. Questa ricerca ha l’obiettivo di investigare l’effetto che diverse modalità di gestione aziendale possono avere sul temperamento dei soggetti equini. Nello studio sono stati inclusi 16 cavalli allevati in due scuderie (Scuderia 1 e Scuderia 2) che differivano in particolar modo per il tipo di management aziendale. Il gruppo di cavalli della Scuderia 1 consisteva in soggetti utilizzati a scopo prevalentemente ludico o di equitazione non agonistica, mentre la Scuderia 2 stabulava soggetti impiegati nelle corse al galoppo. Ogni soggetto è stato sottoposto a due test comportamentali, ossia il Test approccio alla persona e Test del palloncino (Novel Object Test). I risultati ottenuti descrivono una differenza nel comportamento di standing e blow tra le due scuderie. I cavalli ospitati nella Scuderia 2 avevano una durata percentuale dell’attività di standing minor tempo rispetto al time budget riportato come standard in altri studi, impiegando maggior tempo nell’attività di walking. La tipologia di gestione della Scuderia 2 in relazione a una minore durata percentuale del comportamento di standing potrebbe aver influenzato il time budget dei diversi comportamenti e potrebbe quindi aver indotto uno stato di stress negli animali. Non essendo ancora chiara la valenza del comportamento blow, risulta difficile effettuare ipotesi: la sua manifestazione è stata rilevata in situazioni piacevoli, ma che possono essere caratterizzati da un precedente stato di frustrazione. Non sono state rilevate differenze significative per gli altri comportamenti considerati. Questo suggerisce la necessità di indagare non solo considerando il comportamento manifestato dall’individuo, ma anche ulteriori parametri misurabili, come ad esempio la variabilità cardiaca.