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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05282004-133303


Tipo di tesi
Tesi di laurea vecchio ordinamento
Autore
Fusari, Filippo
Indirizzo email
filifusa@tiscali.it
URN
etd-05282004-133303
Titolo
Rilevamento geologico dell’area della Solfatara di Pozzuoli, Napoli (Campi Flegrei).
Dipartimento
SCIENZE MATEMATICHE, FISICHE E NATURALI
Corso di studi
SCIENZE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Prof. Sbrana, Alessandro
Parole chiave
  • Campi Flegrei
  • Rilevamento
  • Solfatara
Data inizio appello
18/06/2004
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
18/06/2044
Riassunto
Il vulcano della Solfatara, appartenente al distretto vulcanico Flegreo, posto al centro del graben della Piana Campana, è uno dei centri eruttivi più recenti (ca. 3900 anni fa) dell’ ultimo periodo di attività dei Campi Flegrei. I Campi Flegrei durante il Quaternario, hanno dato origine a vulcanismo molto intenso; le vulcaniti di questa regione, tutte fortemente alcaline e potassiche sono state associate da Washington (1906) in una provincia magmatica, detta Provincia Magmatica Romana (PMR).
La struttura della Solfatara si è formata subito dopo i duomi lavici di Monte Olibano e dell’Accademia, che a loro volta sono successivi all’eruzione di Agnano-Monte Spina (ca. 4100 anni fa), ed è precedente all’eruzione di Astroni (ca. 3800 anni fa).
Il lavoro di tesi svolto è articolato in due parti principali: la prima parte riguarda il rilevamento geologico dell’edificio della Solfatara e delle aree limitrofe; l’area rilevata è interamente compresa nel comune di Pozzuoli. Le unità cartografiche rilevate sono, in ordine cronologico: Unità del Tufo Giallo Napoletano (TGN), Unità epiclastica de La Starza, Unità di Agnano-Monte Spina, Unità della lava trachitica del duomo di Monte Olibano, Unità della lava trachitica del duomo dell’Accademia, unità della Solfatara, unità di Astroni. Il rilevamento geologico è stato effettuato alla scala 1:5000.
Nella seconda parte è stato affrontato il rilevamento delle maggiori strutture tettoniche presenti nella zona in esame; durante questa fase sono state eseguite misure delle direzioni delle principali fratture evidenti in affioramento.
La maggior parte di queste sono state rilevate all’interno del cratere della Solfatara e nella zona dei Pisciarelli, le due aree maggiormente interessate dall’alterazione idrotermale, sia per cercare di risalire alla tettonica cui l’area è, ed è stata, soggetta, sia per evidenziare le possibili relazioni esistenti tra sistema di fratturazione e sistema idrotermale (disposizione delle manifestazioni fumaroliche, distribuzione spaziale e intensità dell’alterazione idrotermale, andamento delle temperature al suolo).
La fase di rilevamento, sia geologico che delle maggiori strutture, in campagna è stata preceduta da una fase di fotointerpretazione durante la quale sono state visionate foto aeree, foto AIMA, e DEM (Digital Elevation Model) al fine di farsi un’idea sia della geologia, per la quale è stata presa in esame anche la “carta geologica e gravimetrica dei Campi Flegrei” di Rosi e Sbrana (1987), sia degli andamenti delle maggiori lineazioni tettoniche a scala regionale, altrimenti mal riconoscibili alla scala dell’affioramento.
A conclusione del lavoro di campagna il rilevamento geologico è stato elaborato, con l’ausilio di ArcView GIS 3.2.
In particolare per quanto riguarda la carta geologica, date le difficoltà incontrate nel rilevare una zona fortemente alterata e in gran parte urbanizzata, è stata da prima elaborata una carta relativa agli affioramenti direttamente accessibili, dalla quale è stata derivata la carta geologica alla scala 1:5000, completa di alcune sezioni geologiche e stratigrafiche.
Per quanto riguarda la seconda parte è stata elaborata una carta comprensiva delle lineazioni tettoniche derivate dall’esame in stereoscopia di foto aeree e AIMA alle quali sono state aggiunte quelle direttamente misurate in campagna; i dati ricavati sono stati poi trattati statisticamente tramite stereonet, dopo essere state accuratamente divise le fratture dovute alla tettonica attiva da quelle considerate fossili.
A completamento del lavoro di tesi è stata proposta una diversa classificazione sia per quanto riguarda l’apparato della Solfatara, definito, sulla base di evidenze morfologiche, come maar; sia per quanto riguarda la tipologia eruttiva che ne ha caratterizzato l’intera attività definita, basandosi sui caratteri del deposito, come una serie di esplosioni vulcaniane.
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