Tesi etd-05272019-144718 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
SCALETTI, ELISABETTA
URN
etd-05272019-144718
Titolo
Contrasto alla violenza di genere: strumenti e misure attuative nella regione Toscana.
Dipartimento
SCIENZE POLITICHE
Corso di studi
SOCIOLOGIA E POLITICHE SOCIALI
Relatori
relatore Prof.ssa Biancheri, Rita
Parole chiave
- contrasto alla violenza di genere
- donne
- Toscana
- violenza di genere
Data inizio appello
01/07/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Le ricerche compiute negli ultimi anni dimostrano che la violenza contro le donne è endemica e traversale nei paesi ricchi come in quelli più poveri. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali,culturali e a tutti i ceti economici. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, almeno una donna su cinque ha subito abusi fisici o sessuali da parte di un uomo nel corso della sua vita.
Le conoscenze in merito attualmente mettono in luce l’intreccio problematico tra violenza contro le donne e altri fenomeni che toccano oggi la società italiana: la ricostruzione dell’identità personale e sociale in uno scenario di ruoli sessuali in mutamento; la reazione violenta che si manifesta nel vuoto di identità di modelli di riferimento o comunque in collegamento con le trasformazioni di genere; i modelli sociali della violenza cioè i diversi profili socio-culturali degli aggressori e delle vittime.
Riconoscere il carattere strutturale della violenza nelle relazioni tra i sessi e il suo radicamento in una cultura, fondata su rappresentazioni stereotipate di genere, implica che le azioni di contrasto e di prevenzione non possono non basarsi su una critica delle culture che ordinano queste relazioni e queste rappresentazioni.
Negli ultimi anni l’attenzione per la violenza contro le donne è aumentata: l’opinione pubblica è più sensibile, le politiche sociali sono più efficaci e il fenomeno sta emergendo perché diminuiscono la paura ed il silenzio delle vittime.
Partendo da questo ultimo punto nell’elaborato, dopo aver descritto il fenomeno ,ho analizzato le principali leggi internazionali, nazionali ma soprattutto regionali che fanno da cornice istituzionale al percorso di uscita di violenza delle donne.
Lavorando all’interno del Servizio Sociale da diversi anni ho infatti rilevato come inizialmente questi non si occupavano della condizione di violenza della donna con progetti specifici, ma lo si analizzava solo nell’ambito degli interventi al nucleo familiare o in particolari situazioni di esclusione sociale. Da circa dieci anni anche grazie all’esperienza prima sperimentale ed ora a regime del Codice Rosa, nella regione Toscana, si sono sviluppate politiche istituzionali di contrasto alla violenza di genere che ha visto in primis una formazione congiunta tra i diversi attori.Questo da una parte ha permesso di avere gli strumenti per riconoscere la violenza di genere: si poteva infatti parlare di non riconoscibilità sociale della violenza a partire proprio dai luoghi istituzionali deputati a svolgere il ruolo di protezione sociale di tale fenomeno.
Dai primi interventi formativi sono scaturiti linguaggi e obiettivi comuni che hanno permesso poi la costruzione di una rete territoriale contro la violenza.
Rispetto all’accoglienza e alla tutela delle donne vittime di violenza, gli attori istituzionali preposti alla prima accoglienza sono molteplici e vedono impegnate in questo servizio diverse competenze e sinergie professionali: centri antiviolenza, ginecologo/medico di fiducia, ambulatorio/asl, pronto soccorso ospedaliero, attività consultoriali, associazioni di tutela e assistenza della donna, servizi sociali del Comune di appartenenza, Forze dell’ordine.
Nella maggior parte dei casi, il percorso, attraverso il quale le donne vittime di violenza si rivolgono a questi punti di riferimento, era spesso frutto di tentativi ed errori, e poteva essere ostacolato o incentivato in base al tipo di risposta ricevuta. Non sempre le donne trovavano il coraggio e la forza per denunciare la situazione che stavano vivendo, al punto che il 91,6% dei casi di violenza non erano nemmeno segnalati (Istat, 2007).
Alla luce di tale cornice teorico-pratica il presente lavoro ha analizzato: nel primo capitolo il fenomeno maschile della violenza contro le donne attraverso le categorie di genere e principali stereotipi, individuando le diverse tipologie; il secondo capitolo ,dedicato alle dinamiche della relazione violenta, descrive il ciclo della violenza così come illustrato in letteratura ; nel terzo capitolo si procede ad un’analisi statistica a livello internazionale, nazionale e regionale, costatandone la diffusione rilevante del problema; nel quarto capitolo sono stati descritti i principali passaggi legislativi che hanno condotto al riconoscimento giuridico della violenza contro le donne; infine nel quinto capitolo l’attenzione è posta, dopo aver esaminato le risposte della Regione Toscana con il Codice Rosa , all’esperienza della rete dei servizi e a possibili percorsi di uscita dalla violenza.
In conclusione, per poter fornire un sostegno effettivo alle vittime di violenza, i servizi di accoglienza devono essere organizzati in una rete di sostegno che permetta di attivare la presa in carico attraverso l’impiego di competenze specifiche ed è anche grazie all’esperienza del Codice Rosa in Regione Toscana che è stato possibile l’avvio di questo processo.
Le conoscenze in merito attualmente mettono in luce l’intreccio problematico tra violenza contro le donne e altri fenomeni che toccano oggi la società italiana: la ricostruzione dell’identità personale e sociale in uno scenario di ruoli sessuali in mutamento; la reazione violenta che si manifesta nel vuoto di identità di modelli di riferimento o comunque in collegamento con le trasformazioni di genere; i modelli sociali della violenza cioè i diversi profili socio-culturali degli aggressori e delle vittime.
Riconoscere il carattere strutturale della violenza nelle relazioni tra i sessi e il suo radicamento in una cultura, fondata su rappresentazioni stereotipate di genere, implica che le azioni di contrasto e di prevenzione non possono non basarsi su una critica delle culture che ordinano queste relazioni e queste rappresentazioni.
Negli ultimi anni l’attenzione per la violenza contro le donne è aumentata: l’opinione pubblica è più sensibile, le politiche sociali sono più efficaci e il fenomeno sta emergendo perché diminuiscono la paura ed il silenzio delle vittime.
Partendo da questo ultimo punto nell’elaborato, dopo aver descritto il fenomeno ,ho analizzato le principali leggi internazionali, nazionali ma soprattutto regionali che fanno da cornice istituzionale al percorso di uscita di violenza delle donne.
Lavorando all’interno del Servizio Sociale da diversi anni ho infatti rilevato come inizialmente questi non si occupavano della condizione di violenza della donna con progetti specifici, ma lo si analizzava solo nell’ambito degli interventi al nucleo familiare o in particolari situazioni di esclusione sociale. Da circa dieci anni anche grazie all’esperienza prima sperimentale ed ora a regime del Codice Rosa, nella regione Toscana, si sono sviluppate politiche istituzionali di contrasto alla violenza di genere che ha visto in primis una formazione congiunta tra i diversi attori.Questo da una parte ha permesso di avere gli strumenti per riconoscere la violenza di genere: si poteva infatti parlare di non riconoscibilità sociale della violenza a partire proprio dai luoghi istituzionali deputati a svolgere il ruolo di protezione sociale di tale fenomeno.
Dai primi interventi formativi sono scaturiti linguaggi e obiettivi comuni che hanno permesso poi la costruzione di una rete territoriale contro la violenza.
Rispetto all’accoglienza e alla tutela delle donne vittime di violenza, gli attori istituzionali preposti alla prima accoglienza sono molteplici e vedono impegnate in questo servizio diverse competenze e sinergie professionali: centri antiviolenza, ginecologo/medico di fiducia, ambulatorio/asl, pronto soccorso ospedaliero, attività consultoriali, associazioni di tutela e assistenza della donna, servizi sociali del Comune di appartenenza, Forze dell’ordine.
Nella maggior parte dei casi, il percorso, attraverso il quale le donne vittime di violenza si rivolgono a questi punti di riferimento, era spesso frutto di tentativi ed errori, e poteva essere ostacolato o incentivato in base al tipo di risposta ricevuta. Non sempre le donne trovavano il coraggio e la forza per denunciare la situazione che stavano vivendo, al punto che il 91,6% dei casi di violenza non erano nemmeno segnalati (Istat, 2007).
Alla luce di tale cornice teorico-pratica il presente lavoro ha analizzato: nel primo capitolo il fenomeno maschile della violenza contro le donne attraverso le categorie di genere e principali stereotipi, individuando le diverse tipologie; il secondo capitolo ,dedicato alle dinamiche della relazione violenta, descrive il ciclo della violenza così come illustrato in letteratura ; nel terzo capitolo si procede ad un’analisi statistica a livello internazionale, nazionale e regionale, costatandone la diffusione rilevante del problema; nel quarto capitolo sono stati descritti i principali passaggi legislativi che hanno condotto al riconoscimento giuridico della violenza contro le donne; infine nel quinto capitolo l’attenzione è posta, dopo aver esaminato le risposte della Regione Toscana con il Codice Rosa , all’esperienza della rete dei servizi e a possibili percorsi di uscita dalla violenza.
In conclusione, per poter fornire un sostegno effettivo alle vittime di violenza, i servizi di accoglienza devono essere organizzati in una rete di sostegno che permetta di attivare la presa in carico attraverso l’impiego di competenze specifiche ed è anche grazie all’esperienza del Codice Rosa in Regione Toscana che è stato possibile l’avvio di questo processo.
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