Tesi etd-05272019-120854 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
PIERINI, LEONARDO
URN
etd-05272019-120854
Titolo
Pluralismo giuridico e realta coloniale. Il ruolo del Judicial Committee of the Privy Council nel quadro dell'imperialismo britannico.
Settore scientifico disciplinare
IUS/20
Corso di studi
SCIENZE GIURIDICHE
Relatori
tutor Prof. Belloni, Ilario
Parole chiave
- aboriginal rights
- colonialismo
- impero
- impero britannico
- judicial committee of the privy council
- Pluralismo giuridico
Data inizio appello
07/06/2019
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il nostro lavoro è stato diretto all’applicazione della lettura giurisdizionale del fenomeno del pluralismo giuridico, elaborata recentemente a livello teorico dalla riflessione di Lauren Benton, nel contesto dell’Impero Britannico attraverso l’analisi specifica del ruolo ricoperto in esso dalla Corte di ultimo grado del corrispondente sistema giuridico coloniale: il Judicial Committee of the Privy Council.
Tale istituzione, le cui origini risalgono al periodo medievale della storia inglese, assume col tempo la funzione di organo giurisdizionale di vertice dell’Impero Britannico. Così, essa diviene il punto di approdo finale di tutte le controversie provenienti da ogni angolo dell’Impero e, di conseguenza, rappresenta una delle sedi principali in cui vengono gestiti gli incontri, le tensioni e i conflitti tra i diversi ordinamenti normativi configuranti il panorama pluralistico coloniale.
Il Judicial Committee, considerato il suo posizionamento e la sua funzione all’interno della costruzione giuridica dell’imperialismo britannico, merita un approfondimento ai fini del pieno apprezzamento della validità della lettura giurisdizionale della tematica del pluralismo giuridico. Tale lettura costituisce, sotto il profilo teorico, una metodologia anti-formalista di analisi del tema della gestione del fenomeno pluralistico: essa nasce, infatti, da una critica alle scorie normativiste insite nelle tradizionali proposte di riflessione su tale tematica e approda a una definizione delle linee teoriche basata, da un lato, sulla rivendicazione della dinamicità e della fluidità delle interazioni tra i diversi ordinamenti normativi esistenti all’interno di uno stesso contesto socio-politico e, dall’altro e conseguentemente, sull’attenzione posta alle strategie concretamente messe in campo dagli attori sociali al fine di giungere all’affermazione della propria identità. La correlazione tra il riconoscimento dell’esistenza giuridica e quello della identità culturale diviene una delle strutture portanti di questo approccio teorico al tema del pluralismo: il ricorso ai meccanismi tutelativi offerti dal sistema giuridico ufficiale rappresenta una delle strategie elaborate dai soggetti appartenenti alle diverse comunità locali al fine di affermare la propria identità. Per questo motivo, quindi, l’analisi giurisdizionale della tematica pluralistica all’interno del contesto coloniale britannico non può prescindere dall’approfondimento del ruolo del vertice del sistema giuridico ufficiale, che rappresenta il punto di definizione degli esiti di tali strategie e, in definitiva, dello stato dell’arte quotidiano dei rapporti tra i diversi ordinamenti normativi caratterizzanti il panorama pluralistico di ogni singola colonia.
Il metodo che abbiamo ritenuto di utilizzare ai fini della nostra ricerca si caratterizza per l’inserimento dell’analisi sul concreto ruolo ricoperto dal Judicial Committee anche all’interno di una ricostruzione degli elementi principali che caratterizzano la specificità del modello imperialistico britannico rispetto alle altre costruzioni coloniali europee contemporanee.
L’obiettivo del nostro lavoro di ricerca, quindi, può essere identificato nell’applicazione concreta delle prospettive teorico-metodologiche giurisdizionali allo studio delle dinamiche attraverso cui si sviluppa, nei lavori concreti della Corte del Privy Council, la gestione del fenomeno pluralistico all’interno del contesto imperiale britannico.
Il nostro lavoro è stato suddiviso in quattro parti. La prima parte corrisponde allo studio del contesto all’interno del quale si situa la Corte del Judicial Committee. Nel primo capitolo, infatti, abbiamo concentrato la nostra riflessione sull’individuazione degli elementi che caratterizzano la costruzione imperiale britannica e che la rendono peculiare rispetto alle altre principali esperienze coloniali europee. Nello specifico, abbiamo analizzato i tre fattori che, a nostro avviso, generano nel tempo la peculiarità del modello dell’imperialismo britannico, individuandoli nella considerazione che quest’ultimo rappresenti una costruzione protestante, marittima e commerciale. La seconda parte del nostro lavoro si concentra sull’analisi delle concrete conseguenze che discendono dalla caratterizzazione religiosa, marittima e commerciale dell’identità dell’Impero Britannico. Sulle reti create dai tre fattori sopraindicati, infatti, si viene a determinare la creazione di un rapporto tra centro e periferie dell’Impero, che rende la costruzione britannica peculiare rispetto alle altre esperienze europee e manifesta i propri effetti sia in campo politico che in campo giuridico. La terza sezione del nostro lavoro contiene il nucleo teorico della nostra riflessione: dall’analisi delle politiche giuridiche concretamente intraprese nel contesto coloniale dalle autorità imperiali britanniche, infatti, discende la necessità di entrare in rapporto con la tematica del pluralismo giuridico, cioè con la riflessione sulla natura delle dinamiche con cui i diversi ordinamenti normativi esistenti all’interno di un medesimo contesto socio-politico entrano in reciproca relazione. A tal fine, ci occuperemo principalmente di fornire le coordinate teoriche di una nuova metodologia di approccio allo studio del pluralismo giuridico. Il nostro proposito, infatti, ripercorrendo le critiche ai paradigmi teorici tradizionali proposte da studiosi quali Tamanaha e, soprattutto, Benton e coniugando le loro proposte con i cardini della riflessione rossiana, si manifesta nella volontà di avvalorare la validità di una metodologia di studio autenticamente anti-formalista per l’analisi teorica del fenomeno pluralistico. La quarta e ultima parte del nostro lavoro si sofferma sul punto di approdo naturale delle relazioni sopra delineate tra i diversi ordinamenti normativi all’interno dell’Impero Britannico: la Corte del Judicial Committee of the Privy Council. Presso tale organo, infatti, in quanto Corte di ultimo grado deputata a esercitare la funzione giurisdizionale per le controversie provenienti da tutte le colonie dell’Impero, le tensioni e gli scontri tra gli attori dell’arena sociale trovano le proprie definizioni all’interno dell’ordinamento giuridico ufficiale. Innanzitutto, abbiamo ritenuto necessario fornire una descrizione del cammino percorso dall’istituzione del Privy Council lungo tutta la storia interna ed esterna delle vicende britanniche, convinti del fatto che analizzare tali processi storici fornisca un fondamento necessario alla successiva ricostruzione teorica del ruolo effettivamente ricoperto dall’organo all’interno del contesto imperiale. Il secondo intervento preliminare necessario per la valutazione del ruolo effettivamente ricoperto dal Judicial Committee nella gestione del pluralismo all’interno dell’esperienza coloniale britannica concerne la redazione di una specifica classificazione digitale di ordine geografico e tematico delle sentenze emesse dal 1834, che vedremo essere l’anno in cui esso prende definitivamente le forme di organo giurisdizionale, a oggi. Il nostro lavoro si conclude con l’analisi di un caso di studio emblematico ai fini dell’applicazione dei canoni del “jurisdictional legal pluralism” all’esame del ruolo ricoperto dal Judicial Committee nella gestione del pluralismo giuridico caratterizzante il contesto imperiale britannico. Abbiamo ritenuto doveroso, infatti, rispondere alla sfida autenticamente anti-formalista che la metodologia giurisdizionale propone per lo studio del fenomeno pluralistico attraverso l’analisi delle interazioni tra il sistema giuridico ufficiale e le richieste giuridico-identitarie provenienti da comunità locali a esso sottoposte all’interno di un settore tematico e geografico ben preciso e delimitato. Abbiamo deciso, quindi, di dirigere la nostra analisi sulle strategie messe in campo dai diversi attori sociali nel contesto del rapporto tra le rivendicazioni giuridiche effettuate dalle popolazioni aborigene delle colonie della Nuova Zelanda, dell’Australia e del Canada e le risposte ottenute da esse all’interno dell’ordinamento normativo ufficiale e, in particolare, dalla sua Corte di vertice del Judicial Committee.
Tale istituzione, le cui origini risalgono al periodo medievale della storia inglese, assume col tempo la funzione di organo giurisdizionale di vertice dell’Impero Britannico. Così, essa diviene il punto di approdo finale di tutte le controversie provenienti da ogni angolo dell’Impero e, di conseguenza, rappresenta una delle sedi principali in cui vengono gestiti gli incontri, le tensioni e i conflitti tra i diversi ordinamenti normativi configuranti il panorama pluralistico coloniale.
Il Judicial Committee, considerato il suo posizionamento e la sua funzione all’interno della costruzione giuridica dell’imperialismo britannico, merita un approfondimento ai fini del pieno apprezzamento della validità della lettura giurisdizionale della tematica del pluralismo giuridico. Tale lettura costituisce, sotto il profilo teorico, una metodologia anti-formalista di analisi del tema della gestione del fenomeno pluralistico: essa nasce, infatti, da una critica alle scorie normativiste insite nelle tradizionali proposte di riflessione su tale tematica e approda a una definizione delle linee teoriche basata, da un lato, sulla rivendicazione della dinamicità e della fluidità delle interazioni tra i diversi ordinamenti normativi esistenti all’interno di uno stesso contesto socio-politico e, dall’altro e conseguentemente, sull’attenzione posta alle strategie concretamente messe in campo dagli attori sociali al fine di giungere all’affermazione della propria identità. La correlazione tra il riconoscimento dell’esistenza giuridica e quello della identità culturale diviene una delle strutture portanti di questo approccio teorico al tema del pluralismo: il ricorso ai meccanismi tutelativi offerti dal sistema giuridico ufficiale rappresenta una delle strategie elaborate dai soggetti appartenenti alle diverse comunità locali al fine di affermare la propria identità. Per questo motivo, quindi, l’analisi giurisdizionale della tematica pluralistica all’interno del contesto coloniale britannico non può prescindere dall’approfondimento del ruolo del vertice del sistema giuridico ufficiale, che rappresenta il punto di definizione degli esiti di tali strategie e, in definitiva, dello stato dell’arte quotidiano dei rapporti tra i diversi ordinamenti normativi caratterizzanti il panorama pluralistico di ogni singola colonia.
Il metodo che abbiamo ritenuto di utilizzare ai fini della nostra ricerca si caratterizza per l’inserimento dell’analisi sul concreto ruolo ricoperto dal Judicial Committee anche all’interno di una ricostruzione degli elementi principali che caratterizzano la specificità del modello imperialistico britannico rispetto alle altre costruzioni coloniali europee contemporanee.
L’obiettivo del nostro lavoro di ricerca, quindi, può essere identificato nell’applicazione concreta delle prospettive teorico-metodologiche giurisdizionali allo studio delle dinamiche attraverso cui si sviluppa, nei lavori concreti della Corte del Privy Council, la gestione del fenomeno pluralistico all’interno del contesto imperiale britannico.
Il nostro lavoro è stato suddiviso in quattro parti. La prima parte corrisponde allo studio del contesto all’interno del quale si situa la Corte del Judicial Committee. Nel primo capitolo, infatti, abbiamo concentrato la nostra riflessione sull’individuazione degli elementi che caratterizzano la costruzione imperiale britannica e che la rendono peculiare rispetto alle altre principali esperienze coloniali europee. Nello specifico, abbiamo analizzato i tre fattori che, a nostro avviso, generano nel tempo la peculiarità del modello dell’imperialismo britannico, individuandoli nella considerazione che quest’ultimo rappresenti una costruzione protestante, marittima e commerciale. La seconda parte del nostro lavoro si concentra sull’analisi delle concrete conseguenze che discendono dalla caratterizzazione religiosa, marittima e commerciale dell’identità dell’Impero Britannico. Sulle reti create dai tre fattori sopraindicati, infatti, si viene a determinare la creazione di un rapporto tra centro e periferie dell’Impero, che rende la costruzione britannica peculiare rispetto alle altre esperienze europee e manifesta i propri effetti sia in campo politico che in campo giuridico. La terza sezione del nostro lavoro contiene il nucleo teorico della nostra riflessione: dall’analisi delle politiche giuridiche concretamente intraprese nel contesto coloniale dalle autorità imperiali britanniche, infatti, discende la necessità di entrare in rapporto con la tematica del pluralismo giuridico, cioè con la riflessione sulla natura delle dinamiche con cui i diversi ordinamenti normativi esistenti all’interno di un medesimo contesto socio-politico entrano in reciproca relazione. A tal fine, ci occuperemo principalmente di fornire le coordinate teoriche di una nuova metodologia di approccio allo studio del pluralismo giuridico. Il nostro proposito, infatti, ripercorrendo le critiche ai paradigmi teorici tradizionali proposte da studiosi quali Tamanaha e, soprattutto, Benton e coniugando le loro proposte con i cardini della riflessione rossiana, si manifesta nella volontà di avvalorare la validità di una metodologia di studio autenticamente anti-formalista per l’analisi teorica del fenomeno pluralistico. La quarta e ultima parte del nostro lavoro si sofferma sul punto di approdo naturale delle relazioni sopra delineate tra i diversi ordinamenti normativi all’interno dell’Impero Britannico: la Corte del Judicial Committee of the Privy Council. Presso tale organo, infatti, in quanto Corte di ultimo grado deputata a esercitare la funzione giurisdizionale per le controversie provenienti da tutte le colonie dell’Impero, le tensioni e gli scontri tra gli attori dell’arena sociale trovano le proprie definizioni all’interno dell’ordinamento giuridico ufficiale. Innanzitutto, abbiamo ritenuto necessario fornire una descrizione del cammino percorso dall’istituzione del Privy Council lungo tutta la storia interna ed esterna delle vicende britanniche, convinti del fatto che analizzare tali processi storici fornisca un fondamento necessario alla successiva ricostruzione teorica del ruolo effettivamente ricoperto dall’organo all’interno del contesto imperiale. Il secondo intervento preliminare necessario per la valutazione del ruolo effettivamente ricoperto dal Judicial Committee nella gestione del pluralismo all’interno dell’esperienza coloniale britannica concerne la redazione di una specifica classificazione digitale di ordine geografico e tematico delle sentenze emesse dal 1834, che vedremo essere l’anno in cui esso prende definitivamente le forme di organo giurisdizionale, a oggi. Il nostro lavoro si conclude con l’analisi di un caso di studio emblematico ai fini dell’applicazione dei canoni del “jurisdictional legal pluralism” all’esame del ruolo ricoperto dal Judicial Committee nella gestione del pluralismo giuridico caratterizzante il contesto imperiale britannico. Abbiamo ritenuto doveroso, infatti, rispondere alla sfida autenticamente anti-formalista che la metodologia giurisdizionale propone per lo studio del fenomeno pluralistico attraverso l’analisi delle interazioni tra il sistema giuridico ufficiale e le richieste giuridico-identitarie provenienti da comunità locali a esso sottoposte all’interno di un settore tematico e geografico ben preciso e delimitato. Abbiamo deciso, quindi, di dirigere la nostra analisi sulle strategie messe in campo dai diversi attori sociali nel contesto del rapporto tra le rivendicazioni giuridiche effettuate dalle popolazioni aborigene delle colonie della Nuova Zelanda, dell’Australia e del Canada e le risposte ottenute da esse all’interno dell’ordinamento normativo ufficiale e, in particolare, dalla sua Corte di vertice del Judicial Committee.
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