Tesi etd-05272014-104921 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
TERRENI, ILARIA
URN
etd-05272014-104921
Titolo
GLI ARCHIVI E I MUSEI D'IMPRESA. LA RETE MUSEALE "MILANO CITTA' DEL PROGETTO"
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Prof. Bonti, Mariacristina
Parole chiave
- archivi aziendali
- Investimenti culturali
- musei aziendali
- rete museale
- valorizzazione territoriale
Data inizio appello
18/06/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
I musei d'impresa possono rappresentare una importante possibilità di sviluppo culturale ed economico per l'Italia, benché non ancora sfruttata al meglio visto il flusso limitato di visitatori annui rispetto a quello dei musei tradizionali.
Essi sono diffusi a livello sia nazionale che internazionale; in questo studio si approfondirà la situazione italiana in cui, oltre al secolare patrimonio artistico, ciò che caratterizza l'offerta culturale è anche il ricchissimo mondo del modo di vivere italiano attraverso la creazione di prodotti che antepone la qualità alla quantità rendendoli vere e proprie icone del Made in Italy. Solo a conclusione del secondo capitolo di questo scritto verrà fatto un accenno ad alcuni musei aziendali giapponesi, quali il Museo della Banca di Tokyo, il Museo della birra Yebisu, il Museo Mazda, il Museo Industriale Mitsubishi ed il Museo Commemorativo Toyota dell'Industria e della Tecnologia.
In questo contesto, si inserisce bene il concetto di cultura d'impresa che, in particolare dalla metà degli anni '90, ha portato molte nostre aziende a porsi il problema della conservazione della propria memoria e del proprio patrimonio, iniziando un processo di riscoperta degli archivi storici da polverosi luoghi di raccolta di vecchi documenti a motore di progetti di ricerca e comunicazione, che si è concluso nella maggioranza dei casi con la nascita dei musei d'impresa.
Così, il capitolo primo argomenterà l'importanza degli investimenti in cultura, quale fonte di memoria storica e di identità, da parte delle aziende e tenterà di illustrare la situazione della legislazione italiana circa il tema degli incentivi fiscali, messa anche a confronto con quelle di altri Paesi europei; oltre a ciò, il capitolo offrirà un excursus storico dei primi musei industriali sorti nell'Ottocento a Londra e Parigi e, a seguire, delle maggiori esperienze museali italiane a Torino, Roma, Napoli, Firenze e Milano, avvenute con un notevole ritardo a causa di un supposto disinteresse da parte dello Stato nei confronti del nostro patrimonio industriale.
Il capitolo secondo, dopo aver riportato le varie definizioni di archivio e museo aziendale e dopo aver illustrato le varie tipologie, la mission e i modelli giuridici di queste istituzioni, guarderà anche al loro aspetto telematico, vista la veloce evoluzione tecnologica in corso in quest'ultimo decennio.
Invece, il capitolo terzo tenterà di far capire quali sono le motivazioni che hanno portato alla scelta di investire in attività museali e culturali da parte delle imprese italiane per la divulgazione della loro vicenda storica. Quelle che verranno analizzate sono: il marketing esterno; il marketing interno; il supporto ad attività didattiche e formative; la valorizzazione del territorio locale e globale. Su quest'ultimo aspetto si concentrerà la parte finale del capitolo, partendo dal presupposto che il museo deve essere concepito anche come un luogo vivo e attivo con al centro lo spettatore e la sua esperienza di visita, che lo metterà in rapporto con l'ambiente circostante, permettendogli di scoprire nuove realtà e ulteriori eccellenze locali, a volte meno note.
In tal senso, in questi ultimi dieci anni sono nati e stanno nascendo ancora alcuni network sul turismo d'impresa, volti a riunire e valorizzare il patrimonio territoriale e a testimoniare come il turismo stia cambiando verso una visione dei musei d'impresa come il medium tra le aziende, il territorio e i visitatori. Nel capitolo quarto verrà studiato uno tra i principali esempi in Italia di rete di musei ed archivi d'impresa Milano Città del Progetto, nonché unico caso in Lombardia di cooperazione stabile e duratura tra musei aziendali, collezioni d'impresa e centri di studio e ricerca.
Essi sono diffusi a livello sia nazionale che internazionale; in questo studio si approfondirà la situazione italiana in cui, oltre al secolare patrimonio artistico, ciò che caratterizza l'offerta culturale è anche il ricchissimo mondo del modo di vivere italiano attraverso la creazione di prodotti che antepone la qualità alla quantità rendendoli vere e proprie icone del Made in Italy. Solo a conclusione del secondo capitolo di questo scritto verrà fatto un accenno ad alcuni musei aziendali giapponesi, quali il Museo della Banca di Tokyo, il Museo della birra Yebisu, il Museo Mazda, il Museo Industriale Mitsubishi ed il Museo Commemorativo Toyota dell'Industria e della Tecnologia.
In questo contesto, si inserisce bene il concetto di cultura d'impresa che, in particolare dalla metà degli anni '90, ha portato molte nostre aziende a porsi il problema della conservazione della propria memoria e del proprio patrimonio, iniziando un processo di riscoperta degli archivi storici da polverosi luoghi di raccolta di vecchi documenti a motore di progetti di ricerca e comunicazione, che si è concluso nella maggioranza dei casi con la nascita dei musei d'impresa.
Così, il capitolo primo argomenterà l'importanza degli investimenti in cultura, quale fonte di memoria storica e di identità, da parte delle aziende e tenterà di illustrare la situazione della legislazione italiana circa il tema degli incentivi fiscali, messa anche a confronto con quelle di altri Paesi europei; oltre a ciò, il capitolo offrirà un excursus storico dei primi musei industriali sorti nell'Ottocento a Londra e Parigi e, a seguire, delle maggiori esperienze museali italiane a Torino, Roma, Napoli, Firenze e Milano, avvenute con un notevole ritardo a causa di un supposto disinteresse da parte dello Stato nei confronti del nostro patrimonio industriale.
Il capitolo secondo, dopo aver riportato le varie definizioni di archivio e museo aziendale e dopo aver illustrato le varie tipologie, la mission e i modelli giuridici di queste istituzioni, guarderà anche al loro aspetto telematico, vista la veloce evoluzione tecnologica in corso in quest'ultimo decennio.
Invece, il capitolo terzo tenterà di far capire quali sono le motivazioni che hanno portato alla scelta di investire in attività museali e culturali da parte delle imprese italiane per la divulgazione della loro vicenda storica. Quelle che verranno analizzate sono: il marketing esterno; il marketing interno; il supporto ad attività didattiche e formative; la valorizzazione del territorio locale e globale. Su quest'ultimo aspetto si concentrerà la parte finale del capitolo, partendo dal presupposto che il museo deve essere concepito anche come un luogo vivo e attivo con al centro lo spettatore e la sua esperienza di visita, che lo metterà in rapporto con l'ambiente circostante, permettendogli di scoprire nuove realtà e ulteriori eccellenze locali, a volte meno note.
In tal senso, in questi ultimi dieci anni sono nati e stanno nascendo ancora alcuni network sul turismo d'impresa, volti a riunire e valorizzare il patrimonio territoriale e a testimoniare come il turismo stia cambiando verso una visione dei musei d'impresa come il medium tra le aziende, il territorio e i visitatori. Nel capitolo quarto verrà studiato uno tra i principali esempi in Italia di rete di musei ed archivi d'impresa Milano Città del Progetto, nonché unico caso in Lombardia di cooperazione stabile e duratura tra musei aziendali, collezioni d'impresa e centri di studio e ricerca.
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