logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05262023-114008


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MONTICELLI, GIORGIO
URN
etd-05262023-114008
Titolo
“Monitoraggio farmacologico degli antiepilettici nell'azienda ospedaliero-universitaria pisana (AOUP) condotto su pazienti negli anni 2018-2022”
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Scarselli, Marco
correlatore Dott.ssa Biso, Letizia
Parole chiave
  • acido valproico
  • epilessia
  • TDM
  • antiepilettici
Data inizio appello
13/06/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/06/2093
Riassunto
Nonostante i trattamenti con i farmaci antiepilettici (Anti Epiletptic Drugs, AEDs), una percentuale considerevole di pazienti con epilessia non trae beneficio da queste terapie. Uno dei motivi principali è rappresentato dalle concentrazioni plasmatiche (Cp, Plasma Concentration) subterapeutiche rilevate in questi soggetti, dovute a scarsa aderenza al trattamento, variabilità farmacocinetiche interindividuali e possibili interazioni metaboliche tra i composti che vengono assunti in politerapia. Sulla base di queste considerazioni, il monitoraggio farmacologico terapeutico (Therapeutic Drug Monitoring, TDM) rappresenta un mezzo vantaggioso per aiutare il clinico a modificare la terapia durante il trattamento. Infatti, attraverso un prelievo ematico del paziente da trattare è possibile misurare la Cp del farmaco di interesse confrontandola con i relativi range di riferimento e di tossicità. Nel campo delle epilessie, il TDM diventa particolarmente utile per ridurre il rischio di ricorrenza delle crisi, anche nelle situazioni in cui si sospettano interazioni tra farmaci che siano assunti in maniera concomitante. Assume poi particolare rilevanza in tutte quelle categorie più vulnerabili e con particolare variabilità farmacocinetica come i pazienti pediatrici, i soggetti anziani e le donne in gravidanza. Sulla base di queste premesse, nello studio in questione sono stati analizzati le Cp dei più usati AEDs nella pratica clinica includendo circa 24000 campioni ematici raccolti nell’arco di cinque anni, dal gennaio 2018 al novembre del 2022, provenienti da diverse Unità interne all’AOUP (Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana) e da Ospedali delle province afferenti all’Area Vasta Nord Ovest. Dalle analisi che sono state condotte sul numero dei campioni dei dieci AEDs, il valproato è risultato quello più utilizzato (54,5%), seguito dal levetiracetam (18,6%), dalla oxacarbazepina (8,3%) e dalla carbamazepina (7,2%). Nella valutazione delle Cp medie, circa 2/3 dei campioni sono risultati all’interno degli intervalli di riferimento, ad eccezione del valproato che è stato rilevato sottodosato in un 48.4% dei campioni, specialmente nei soggetti più anziani. In maniera simile anche la fenitoina e la lamotrigina hanno mostrato delle percentuali significative di campioni con Cp medie subterapeutiche, rispettivamente del 30.2% e del 32.8%. In contrapposizione, in circa 1/3 dei pazienti che ha assunto topiramato è stato trovato con Cp al di sopra del range di riferimento. Per quanto riguarda il levetiracetam, l’oxcarbazepina, la carbamazepina e il topiramato è stato evidenziato un andamento crescente della Cp media dai soggetti più giovani ai pazienti più anziani, a differenza della fenitoina che ha mostrato una tendenza opposta decrescente. Confrontando le Cp medie dei differenti AEDs nei pazienti maschili e femminili non sono state rilevate differenze significative, ad eccezione di piccole variazioni nel levetiracetam, nell’oxcarbazepina e carbamazepina. Le femmine che hanno assunto il valproato hanno riportato un’età media piu alta rispetto ai soggetti maschili (48.9 vs 40.2 anni, rispettivamente), e in maniera simile soggetti che hanno assunto il fenobarbital (48.9 ± 40.2 nelle femmine vs 36,7 ± 32,2 nei maschi). In maniera opposta, i maschi in trattamento con lamotrigina hanno riportato un’età media più alta rispetto alle femmine (48,2 ± 22,9 vs 39,6 ± 19,7, rispettivamente). Quando sono stati confrontati i quattro AEDs (valproato, oxcarbazepina, carbamazepina e lamotrigina) utilizzati per il trattamento delle malattie psichiatriche e neurologiche, il valproato ha registrato la Cp medie più alta nei pazienti pediatrici dell’unità di Neuropsichiatria Infantile (60,9 ± 20,6 µg/mL), mentre la Cp dei pazienti dell’Unità di Psichiatria è risultata lievemente maggiore rispetto a quella dei soggetti della Neurologia (51 ± 21,2 µg/mL vs 45 ± 22,4 µg/mL). Per quanto riguarda invece oxcarbazepina, carbamazepina e lamotrigina, sono state trovate Cp medie inferiori nei pazienti provenienti dall’Unità di Psichiatria rispetto ai soggetti della Neurologia e ai pazienti pediatrici della Neuropsichiatria Infantile. Le analisi ripetute di sei AEDs, inizialmente trovati con Cp subterapeutiche, (valproato, levetiracetam, lamotrigina, etosuccimide, carbamazepina e fenitoina) hanno evidenziato un incremento positivo dei valori delle Cp nel periodo di un anno in quattro di questi (valproato, levetiracetam, lamotrigina ed etosuccimide) che hanno raggiunto in alcuni casi il range terapeutico. Risulta importante specificare che sono state raggiunti valori di Cp tossici molto raramente. In conclusione, la maggior parte delle Cp degli AEDs sono state trovate all’interno dei range di riferimento, evidenziando un uso appropriato degli antiepilettici nella pratica clinica e sottolineando gli effetti vantaggiosi che derivano dal contributo del TDM nella gestione dei dosaggi. Tuttavia, sulla base dei dati raccolti, c’è ancora un potenziale di miglioramento nell’ottimizzare gli antiepilettici nella pratica clinica.

File