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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05262022-145216


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
MIGNANI, GAIA
URN
etd-05262022-145216
Titolo
Caratterizzazione degli eventi ischemici cerebrali da occlusione dell’Arteria Basilare in una coorte di pazienti afferenti alla Clinica Neurologica dell'Università di Pisa
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Mancuso, Michelangelo
Parole chiave
  • terapia
  • outcome
  • complicanze
  • gravità clinica
  • fattori di rischio
  • occlusione dell'arteria Basilare
  • ictus
Data inizio appello
14/06/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/06/2092
Riassunto
L’ictus da occlusione dell’arteria basilare è un’entità clinica particolarmente rara, rappresentando circa l’1% degli stroke ischemici ed il 10% circa di quelli da occlusione intracranica, ma gravata da un’alta mortalità e disabilità (complessivamente circa l’80% dei casi), con costi sanitari e sociali rilevanti.
L’interesse verso questa condizione è emerso negli ultimi anni, dal momento che i maggiori studi presenti in letteratura sulle terapie riperfusive dell’ictus ischemico iperacuto prendono in considerazione nella quasi totalità dei casi gli ictus del circolo cerebrale anteriore.
Tra i principali limiti degli studi sul circolo posteriore vi sono la ridotta numerosità dei campioni, la ridotta concordanza degli score di gravità clinica (come la National Institute of Health Stroke Scale, NIHSS) e la ridotta attendibilità delle moderne metodiche di imaging avanzato come gli studi perfusionali (tomografia computerizzata e risonanza magnetica con sequenze e software dedicati), atti a quantificare il mismatch tra penombra ischemica e core necrotico.
Conseguentemente, resta aperto il confronto, in termini di outcome funzionale, tra terapia tempo-dipendente (endovascolare, fibrinolisi sistemica o associazione dei due approcci rispetto alla terapia medica standard), nonché la finestra terapeutica ottimale di intervento.
Scopo di questo studio è stato di analizzare retrospettivamente una coorte di 74 pazienti consecutivi ricoverati negli ultimi 21 anni (tra gennaio 2001 e dicembre 2021) presso la U.O. Neurologia Universitaria dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria Pisana (AOUP), con diagnosi accertata di ictus ischemico da occlusione acuta dell’arteria basilare, al fine di individuare possibili variabili anamnestiche, cliniche o neuroradiologiche correlate alla prognosi a tre mesi, in termini di disabilità maggiore e/o mortalità.
Sono stati infine raccolti i tempi di latenza dall’esordio clinico al trattamento endovascolare (onset to groin time, OTG) o fibrinolitico (onset to needle time, OTN) della coorte in esame e confrontati con quelli di un recente grande trial randomizzato (BASICS).
Per l’obiettivo di studio, i dati raccolti nei sottogruppi della coorte sono stati comparati con analisi univariata adeguata al tipo di variabile, ponendo come endpoint primario il tasso cumulato di mortalità o disabilità significativa (modified Rankin Scale, mRS > 2) a 90 giorni dall’evento clinico e come endpoint secondario la sola mortalità. E’ stata successivamente eseguita una regressione logistica binaria inserendo le covariate risultate statisticamente significative all’analisi univariata al fine di individuare correlazioni indipendenti con gli endpoints sopracitati.
L’età mediana della popolazione, 37 maschi e 37 femmine, è risultata essere 72 anni (57-78). Sono stati sottoposti 18 pazienti a terapia medica standard (antiaggreganti, anticoagulanti e statine), 11 a fibrinolisi sistemica, e 45 a trattamento endovascolare primario o rescue. Si è reso necessario posizionamento di stent intracranico in 7 casi, con successiva terapia doppia antiaggregante per 30 giorni.
La mortalità a 3 mesi è risultata del 6,7% (5 casi), mentre l’outcome in termini di dipendenza funzionale (mRS 3-5) si è verificato nel 29,7% (22 casi).
Tra le variabili considerate, sono risultate statisticamente significative all’analisi multivariata, per l’endpoint primario: la presenza di disfagia (p 0,01), la fibrillazione atriale (p 0,03), l’aterosclerosi polidistrettuale (p 0,04) e il punteggio NIHSS alla dimissione (<0,01). Tutte le suddette variabili hanno confermato la correlazione anche con l’endpoint secondario di mortalità.

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