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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05262012-141647


Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC6
Autore
BALDINI, SILVIA
URN
etd-05262012-141647
Titolo
Puberta precoce centrale. Follow-up a lungo termine in pazienti trattati con analoghi del GnRH
Dipartimento
MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Saggese, Giuseppe
Parole chiave
  • bambini
  • BMI
  • pubertà precoce
  • statura adulta
Data inizio appello
26/06/2012
Consultabilità
Completa
Riassunto

Premessa. La pubertà precoce centrale (PPC) è un disordine endocrino dell’età pediatrica caratterizzato dalla comparsa di caratteri sessuali secondari prima degli 8 anni nelle femmine e dei 9 anni nei maschi.
La PPC si accompagna alla precoce comparsa di caratteristiche sessuali secondarie e ad un insieme di modificazioni auxologiche che possono avere ripercussioni importanti sul raggiungimento della statura adulta.
La finalità principale della terapia della PPC è quella di bloccare la progressione dello sviluppo puberale che determinerebbe un incremento degli ormoni gonadici responsabili di un’anticipazione della maturazione ossea e di una compromissione della statura in età adulta. Ulteriori scopi del trattamento sono la prevenzione di un menarca anticipato, l’acquisizione di normali proporzioni corporee e la garanzia di un adeguato sviluppo psicologico per l’età.
Gli analoghi del GnRH (GnRHa) rappresentano i farmaci di scelta per il trattamento della PPC. Questi agiscono a livello dell’ asse ipotalamo-ipofisi-gonade inibendo la secrezione delle gonadotropine con conseguente diminuzione della produzione degli ormoni sessuali da parte delle gonadi.

Scopi dello studio. In questo studio è stato effettuata la valutazione dell’outcome staturale nei bambini affetti da PPC trattati con GnRHa.
Secondariamente è stato valutato nei pazienti trattati: l’esistenza di variabili che correlino con il guadagno staturale, la presenza di differenze nell’accrescimento staturo-ponderale dei pazienti raggruppati per sesso (maschi vs femmine), l’influenza del trattamento sul BMI SDS, la reversibilità della soppressione del GnRHa sull’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonade.

Pazienti e metodi. Sono stati reclutati 164 pazienti (21 maschi e 143 femmine) trattati con analoghi del GnRH per pregressa diagnosi clinica ed endocrinologica di pubertà precoce centrale. Di questi, 115 soggetti (18 maschi e 97 femmine) hanno completato il periodo di follow up, rendendo possibile un’analisi statistica dei dati raccolti.
L’età media dei pazienti al momento di intraprendere la terapia era di 8.6 anni e di 11.7 anni alla sua sospensione con una durata media del trattamento di 3.0 anni.
Sono stati valutati altezza, BMI, sviluppo puberale e funzione gonadica, rispettivamente al momento della diagnosi, della sospensione della terapia e al raggiungimento della statura adulta.
In particolare, mediante un’analisi della varianza (ANOVA) sono stati messi a confronto i risultati ottenuti nel gruppo dei maschi e nel gruppo delle femmine del nostro campione di pazienti.
Successivamente è stata valutata l’esistenza di correlazioni lineari significative tra il guadagno staturale (calcolato come differenza tra la statura adulta e la previsione staturale iniziale) e caratteristiche proprie dei pazienti al momento di inizio del trattamento.
Tra queste è stata esaminata più specificatamente l’età cronologica all’inizio del trattamento: le femmine del nostro studio sono state suddivise retrospettivamente in due gruppi sulla base dell’età all’inizio della terapia (gruppo A: età ≤ 8 anni vs gruppo B: età > 8 anni) e i risultati sono stati messi a confronto.
È stata inoltre valutata l’influenza del trattamento con analoghi del GnRH sul BMI (calcolato in termini di SDS) e la reversibilità della soppressione del GnRHa sull’attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonade.

Risultati. La statura adulta delle femmine è risultata pari a 160.2 ± 6.5 cm (-0.4 ± 1.1 SDS), significativamente maggiore rispetto alla PAH calcolata all’inizio della terapia e all’interno del target genetico (TH SDS -0.3 ± 0.8 vs FH -0.4 ±1.1; p = NS). Nei maschi la statura adulta è risultata di 171.8 ± 6.9 cm (-0.5 ± 1 SDS), valore che è risultato all’interno del target genetico, sebbene inferiore, non significativamente, alla PAH calcolata all’inizio della terapia.
Mediante l’analisi delle correlazioni bivariate di Pearson è stato riscontrata
una correlazione significativamente positiva tra guadagno staturale espresso in SDS e l’avanzamento dell’età ossea all’inizio della terapia, ed una correlazione significativamente negativa con l’età cronologica, i livelli di LH e di estradiolo all’inizio della terapia.
L’analisi statistica ha inoltre mostrato un guadagno staturale significativamente maggiore nel gruppo delle pazienti trattate prima degli 8 anni.
Complessivamente il valore medio di BMI non si è modificato significativamente nel corso della terapia (p = NS) e sia nei maschi che nelle femmine si è assistito ad una diminuzione del BMI SDS dalla sospensione della terapia al raggiungimento della statura adulta, anche se solo nelle femmine tale decremento è risultato statisticamente significativo (p = 0.026).
Tutte le pazienti femmine sottoposte a trattamento per PPC hanno presentato il menarca entro 3 mesi-2 anni dalla sospensione della terapia, ad una età media di 12.5 anni.
I pazienti maschi hanno raggiunto un completo sviluppo gonadico, con un volume testicolare medio di 19.2 ± 3.1 ml sia destra che a sinistra in età adulta.
Conclusioni. I dati ottenuti permettono di concludere che la terapia con GnRH analoghi nei bambini con PPC è sicura ed efficace.
Essa determina in entrambi i sessi il raggiungimento di una statura adulta adeguata al potenziale genetico e nell’ambito della norma per la popolazione generale; garantisce risultati migliori sul guadagno staturale nei bambini che presentano minor età cronologica e maggior avanzamento dell’età ossea all’inizio della terapia.
Il trattamento non presenta inoltre un impatto negativo sull’evoluzione del BMI nei pazienti affetti da PPC, non aumenta il rischio di obesità nell’età né adolescenziale né adulta e non altera la normale attività dell’asse ipotalamo-ipofisi-gonadi alla sua sospensione.
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