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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05252023-003048


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PASQUINELLI, GIANNA
URN
etd-05252023-003048
Titolo
Il valore prognostico della congestione multi-organo valutata con ultrasuoni in pazienti ambulatoriali con scompenso cardiaco
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
correlatore Dott. Pugliese, Nicola Riccardo
Parole chiave
  • congestione
  • scompenso cardiaco
  • vena cava inferiore
  • ecografia polmonare
  • flusso venoso renale
  • prognosi
Data inizio appello
13/06/2023
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
13/06/2093
Riassunto
Lo scompenso cardiaco è una sindrome clinica complessa caratterizzata dalla ridotta capacità del cuore di supplire alle esigenze metaboliche dei tessuti. Al momento, a causa dell’elevato grado di complessità di questa sindrome non si è riusciti ad unificarla all’interno degli stretti confini di “malattia”: proprio per questo è fondamentale ricercare elementi sensibili e specifici che permettano di caratterizzare questa sindrome e stratificare i pazienti lungo tutto lo spettro dello scompenso cardiaco.
In base a questo ragionamento, nello studio in atto ci siamo concentrati su uno dei meccanismi fisiopatologici centrali nello scompenso cardiaco, ovvero l’avidità di sodio e la ritenzione di sale e acqua, che si manifestano con una caratteristica cardinale di questa malattia: la congestione.
In pazienti con scompenso cardiaco i segni clinici di congestione identificano coloro che sono più a rischio. Tuttavia, la manifestazione clinica palese della congestione avviene tardivamente e può essere non riconosciuta a meno che non sia severa.
Recenti ricerche hanno mostrato che la quantificazione della congestione venosa, polmonare e renale tramite ecografia è fattibile ed identifica pazienti con scompenso con prognosi peggiore: ci siamo quindi chiesti se la valutazione simultanea multiorgano della congestione tramite ecografia potesse ulteriormente migliorare la stratificazione del rischio. Perciò, nello studio in atto, abbiamo valutato la congestione tramite ecografia della vena cava inferiore, dei polmoni e a livello renale in pazienti con scompenso, in tutto lo spettro di frazione di eiezione ventricolare sinistra, per capire la prevalenza di questi segni, la loro fisiopatologia e la rilevanza prognostica.
La congestione è stata valutata tramite ecografia integrando: il massimo diametro della vena cava inferiore e la sua collassabilità all’inspirazione profonda; la somma delle linee-B mediante ecografia polmonare; la valutazione al Doppler del flusso venoso renale. Si è quindi definita la presenza di congestione come una vena cava inferiore >/=21 mm, un numero di B-lines polmonari maggiore o uguale al limite inferiore del terzile più alto, o un flusso renale discontinuo.
Sono poi state valutate le associazioni con caratteristiche cliniche e prognostiche.
Abbiamo arruolato 310 pazienti con scompenso cardiaco e 101 pazienti senza scompenso cardiaco durante le visite di routine presso l’ambulatorio scompenso dell’Ospedale Santa Chiara.
Nella popolazione con scompenso il 72% non aveva segni clinici di congestione, ma di questi il 42% aveva almeno un segno ecografico.
Durante un follow-up medio di 13 mesi i pazienti sono stati intervistati telefonicamente da operatori esperti e indipendenti, all’oscuro dei dati clinici, che hanno raccolto informazioni cliniche e diagnostiche riferite dal paziente e in particolare hanno indagato specifici endpoint, ovvero la mortalità per tutte le cause e l’ospedalizzazione per scompenso cardiaco: il 19% dei pazienti è deceduto o è stato ospedalizzato per scompenso acuto.
Quello che si è potuto osservare è che i pazienti senza segni ecografici di congestione avevano una prognosi simile ai pazienti senza scompenso, mentre quelli con 2 o più segni ecografici di congestione avevano outcome peggiori, anche dopo aver standardizzato per molte variabili cliniche (incluso età, sesso, fibrillazione atriale, frazione di eiezione ventricolare sinistra e altri).
Al termine del nostro studio, la valutazione ecografica della congestione multiorgano è risultata riproducibile, veloce, fattibile in tutti i pazienti e ben correlata con i segni clinici di congestione: l’utilizzo di questo esame potrebbe quindi in futuro rientrare nella routine delle visite ambulatoriali dei pazienti con scompenso cardiaco, migliorandone la stratificazione.
Inoltre si è giunti all’evidenza che la valutazione ecografica della congestione multiorgano permette di identificare pazienti clinicamente silenti ma presentanti già segni ecografici di congestione, e che quindi hanno una prognosi sfavorevole: questo ci suggerisce che la valutazione ecografica in studio possa avere un ruolo nell’identificazione precoce ma anche eventualmente nella prevenzione dello scompenso cardiaco.
Ulteriori studi saranno necessari per capire se queste valutazioni possano in futuro guidare la terapia e migliorare la prognosi dei pazienti.
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