logo SBA

ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05242023-074649


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CITTI, ADELE
URN
etd-05242023-074649
Titolo
Carcinoma Mammario in pazienti giovani in pre-menopausa: caratteristiche clinico-patologiche e outcomes clinici
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Masi, Gianluca
correlatore Fontana, Andrea
tutor Pantaleo, Federica
Parole chiave
  • BRCA
  • carcinoma mammario
  • chemioterapia
  • donne giovani
  • pre-menopausa
Data inizio appello
13/06/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Introduzione
Il carcinoma mammario è tra le neoplasie più frequentemente diagnosticate nel
sesso femminile il secondo tumore per incidenza a livello mondiale.
Rappresenta, inoltre, la prima causa di morte per cancro nel sesso femminile
Nonostante non esista un unico fattore causale, vi sono una serie di fattori di
rischio che concorrono a favorire lo sviluppo di tale patologia. Tra questi
ricordiamo: età, fattori ormonali, fumo, alcool, dieta e obesità, predisposizione
genetica e familiarità, precedente terapia radiante, densità mammaria.
La diagnosi ad oggi è prevalentemente eseguita mediante esame mammografico,
che rappresenta anche un metodo di screening.
I principali sottototipi molecolari del carcinoma mammario sono: tripli negativi,
ormono-sensibili, tumori con sovra-espressione del gene HER-2. Tale
classificazione si basa su parametri istologici e rappresenta uno dei razionali per
il trattamento.
Per quanto riguarda la terapia del carcinoma mammario, questa dipende
fortemente dal sottotipo molecolare, dallo stadio di malattia e si avvale di tre
linee terapeutiche principali: la chirurgia mammaria e linfonodale, la
radioterapia e la terapia sistemica; quest’ultima può essere sia neoadiuvante o
primaria, che adiuvante e si basa sull’utilizzo di farmaci chemioterapici,
trattamento anti-HER2 e terapia ormonale a seconda del profilo molecolare.
Sebbene l’età rappresenti un importante fattore di rischio, è opportuno ricordare
che il carcinoma mammario può colpire anche donne giovani, ovvero con meno
di 40 anni e, queste hanno maggiori probabilità di sviluppare tumori con
caratteristiche clinico patologiche sfavorevoli.
Vari aspetti rendono il carcinoma ad insorgenza precoce un’entità interessante
da trattare, in termini di biologia del tumore e fattori predisponenti; tuttavia
ancora oggi la terapia di tale neoplasia è analoga a quella delle pazienti più
anziane e si basa soprattutto sullo stadio di malattia e sul profilo biologico.

Obiettivi e Analisi statistica
In questa ottica, il presente studio retrospettivo si pone di valutare l’eventuale
associazione tra variabili cliniche e biologiche, nonchè i due endpoint principali
OS e DFS delle 165 pazienti afferenti presso il centro Oncologico di Pisa con
diagnosi di carcinoma mammario entro i 40 anni di età, seguite per un periodo
di circa 10 anni.
L’obiettivo globale è quello di descrivere l’outcome delle pazienti in base
all’epoca di diagnosi di malattia oncologica, suddividendo le pazienti in due
gruppi: quelle con diagnosi avvenuta 2002-2011 e quelle con diagnosi tra il
2012-2022.
È stato dapprima creato un database nel quale sono stati registrati: dati anagrafici
delle singole pazienti, caratteristiche della malattia al momento della diagnosi
(stadio clinico TNM, valutazione stato ER-PGR-HER2-MIB1, trattamento
chemioterapico neoadiuvante eventualmente ricevuto), resezione chirurgica
(data e tipo di intervento chirurgico) e caratteristiche isto-patologiche della
neoplasia (stadio patologico secondo la classificazione TNM, valutazione stato
ER-PGR-HER2-MIB1), trattamento chemioterapico adiuvante e trattamento
ormonale adiuvante eventualmente ricevuti, caratteristiche della malattia al
momento della recidiva (sede di metastasi, valutazione stato ER-PGR-HER2-
MIB1), trattamento farmacologico della malattia metastatica, data della
progressione, del decesso o dell’ultimo follow up.
Successivamente, sono stati analizzati diversi fattori clinici e isto-patologici in
modo da eseguire un’analisi descrittiva delle pazienti e poi è stata condotta
un’analisi statistica di alcuni parametri che, secondo la letteratura, si ritiene che
possano essere associati all’OS e alla DFS delle pazienti, quali: status HER2,
Ki67, status linfonodale, età alla diagnosi. Tali parametri sono, infatti,
facilmente disponibili e misurabili e in letteratura sono quelli maggiormente
impattanti da un punto di vista prognostico.

Sono state poi illustrate delle curve OS e DFS utilizzando il metodo KaplanMeier e il test dei ranghi logaritmici, i modelli di rischi proporzionali di Cox
hanno stimato l’Hazard ratio (HR) e l’intervallo di confidenza al 95%.
Sulla totalità dei pazienti valutati è stata eseguita l’analisi univariata della DFS
e dell’OS in: caratteristiche biologiche della neoplasia (TN vs HER2+ vs
HR+/HER2-), status HER2 (0 vs 1+/2+ non amplificato vs 2+ amplificato/3+),
ki67 (maggiore/uguale del 20% vs minore del 20%, in base al St. Gallen
Consensus 2013), status linfonodale (N0 vs N+), età alla diagnosi (maggiore di
38 anni vs minore/uguale di 38 anni).
I dati ottenuti sono stati analizzati con software statistico (MedCalc®)
Risultati
Per quanto riguarda le caratteristiche cliniche dei campioni è necessario
considerare che delle 165 pazienti, il 70,3% delle pazienti era HR+, il 15,76%
era HER2+ (di cui 69,23% HR- e 30,77% HR+) e il 13,94% era tripla negativa.
È emerso che le pazienti presentavano un’età mediana alla diagnosi di 38 anni,
che il 38,81 % aveva fatto uso della terapia estroprogestinica e che il 54,55%
aveva avuto una gravidanza; tra le altre variabili anamnestiche è stato osservato
che il 59,1% delle pazienti aveva una familiarità oncologica positiva.
Il 57,76% delle pazienti aveva un Ki-67 > 20 e il 42,24% < 20.
È emerso inoltre, che il 60,87% delle TN, il 46,15% delle HER2+ e il 14,67%
delle HR+ ha eseguito terapia neoadiuvante, mentre per quanto riguarda il
trattamento post-chirurgico (chemioterapia adiuvante) i dati suggeriscono che
esso sia stato fatto nel 65,2% delle TN, nel 92,31% delle HER2+ e nel 46% delle
HR+.
Per quanto riguarda lo stato mutazionale di BRCA, è stato osservato che il
12,12% delle pazienti possedeva tale mutazione, di cui il 30% erano TN (ovvero
il 26,09% del totale delle TN), il 5% erano HER2+ (ovvero il 3,85% di tutte le
HER2+) e il 65% erano HR+ (rappresentando però solo l’11% del totale delle
pazienti ormono-positive).
Il 59,1% delle 165 pazienti aveva una familiarità oncologica positiva.
La percentuale di pazienti che avevano fatto la terapia neoadiuvante era del
26,06% di cui il 32,56% erano TN, il 27,91% erano HER2+ e 39,53% erano
HR+: tali percentuali, per quanto non perfettamente sovrapponibili, sono
paragonabili ai dati trovati.
I risultati ottenuti hanno evidenziato che il 55% delle pazienti aveva un yN0, il
30% un yN1, l’11,25% aveva un yN2 e infine, il 3,75% aveva un y N3. Dunque,
circa il 45% delle pazienti aveva metastasi linfonodali alla diagnosi.
Per quanto riguarda gli outcomes e i risultati prognostici è emerso che: Tra i dati
che sono stati ottenuti abbiamo anche che il 13.33% delle pazienti erano
progredite e l’8.48% erano decedute.
La sopravvivenza globale mediana (OS) ottenuta è stata di 135,4 mesi (95% IC
111,1-135,4), mentre la sopravvivenza mediana libera da recidiva di malattia
(DFS) non è stata raggiunta.
Soltanto le pazienti HER2+ hanno raggiunto l’OS e la DFS.
Sebbene non sia stato possibile correlare nessuna delle variabili con l’outcome
delle pazienti in termini di OS e DFS, è stato ottenuto un trend per la correlazione
tra DFS e status linfonodale; anche in questo caso, però, non è stata raggiunta la
significatività statistica.
Conclusioni
In conclusione, sebbene nessuna delle variabili analizzate sia risultata correlata
in modo statisticamente significativo con l’outcome delle pazienti né per quanto
riguarda l’OS, né la DFS, i risultati ottenuti dal nostro studio sono
complessivamente in accordo con quelli presenti in letteratura.
Devono, tuttavia, essere interpretati tenendo conto della retrospettività della
nostra analisi.
Per avere dati più significativi anche da un punto di vista statistico sarebbe
necessario confermare tali risultati con studi prospettici su campioni di
popolazione più ampi e seguire le pazienti per tempi di follow-up più lunghi.
File