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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05242022-150424


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
SIMONETTI, GABRIELE
URN
etd-05242022-150424
Titolo
L'impatto del tessuto adiposo epicardico sulla meccanica cardiaca
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
correlatore Dott. Pugliese, Nicola Riccardo
Parole chiave
  • hearth failure
  • epicardial adipose tissue
  • exercise
  • cardiovascular haemodynamics
  • emodinamica cardiovascolare
  • scompenso cardiaco
  • tessuto adiposo epicardico
  • esercizio
Data inizio appello
14/06/2022
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
14/06/2092
Riassunto
Il tessuto adiposo epicardico (EAT) è situato tra il pericardio viscerale e la superficie esterna del miocardio con il quale condivide il medesimo microcircolo. L’EAT ha trovato negli ultimi anni molteplici impieghi nella ricerca e pratica clinica della moderna cardiologia. L’incremento di spessore dell’EAT correla infatti con aterosclerosi subclinica, malattia coronarica, insilino resistenza e sindrome metabolica. Abbiamo valutato l’impatto del tessuto adiposo epicardico (EAT) ecografico sull’emodinamica cardiovascolare e il profilo metabolico nei pazienti con scompenso cardiaco (HF) impiegando il test da sforzo combinato cardiopolmonare-ecocardiografico (CPET-ESE). Analizzando lo spessore dell’EAT di 205 pazienti con HF con frazione di eiezione ridotta (HFrEF, n=205) e di 188 pazienti con frazione d’eiezione conservata (HFpEF, n=188), compresi 44 controlli, è emerso che nei pazienti con frazione d’eiezione conservata fossero riscontrati gli spessori più alti di EAT; viceversa, nei pazienti con ridotta frazione di eiezione sono emersi valori ridotti rispetto ai controlli. In conclusione, abbiamo osservato che nei pazienti HFpEF, l’accumulo di EAT è associato ad un peggior profilo emodinamico e metabolico. Al contrario, nei pazienti HFrEF, ridotti valori di EAT contribuirebbero a un peggioramento della disfunzione ventricolare sinistre e della funzionalità globale. Tutto ciò evidenzia come lo spessore dell’EAT si correli in maniera differente al profilo emodinamico e alla funzionalità cardiaca in base al fenotipo di scompenso cardiaco che prendiamo in considerazione.
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