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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05232019-011539


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
PISACRETA, ELENA
URN
etd-05232019-011539
Titolo
Endometriosi e stress ossidativo: risultati clinici e biologici
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Artini, Paolo Giovanni
correlatore Simoncini, Tommaso
Parole chiave
  • stress ossidativo
  • procreazione medicalmente assistita
  • PMA
  • infertilità
  • ginecologia
  • endometriosi
Data inizio appello
11/06/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/06/2089
Riassunto
INTRODUZIONE
L’endometriosi è una delle patologie ginecologiche più diffuse nelle donne in età fertile; si caratterizza per l’impianto e la disseminazione di tessuto endometriale funzionale in sede ectopica. È oggi considerata una delle principali cause di infertilità femminile e di ricorso a programmi di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA). Per quanto riguarda gli stadi più avanzati della patologia la riduzione della fertilità si giustifica con il sovvertimento dell’anatomia pelvica; per gli stadi più precoci la questione è ben più complessa e sembra essere legata al processo infiammatorio cronico e allo stress ossidativo che ne consegue, che alterano il fisiologico processo di fecondazione inficiando qualità ovocitaria, embrionale e riducendo la ricettività uterina.
RAZIONALE
Il presente studio si propone l’obiettivo di confrontare i risultati, in termini clinici e biologici, delle stimolazioni ovariche tra un gruppo di pazienti con endometriosi e un gruppo di pazienti con infertilità tubarica (gruppo di controllo).
MATERIALI E METODI
Lo studio prospettico è stato condotto analizzando 28 cicli di stimolazione ovarica (14 nel gruppo endometriosi, 14 nel gruppo di controllo) presso il centro di PMA dell’Università di Pisa, tra ottobre 2018 e marzo 2019. Per la valutazione di alcuni risultati, il gruppo delle pazienti con endometriosi è stato a sua volta suddiviso in due sottogruppi (8 pazienti che prima di accedere alla PMA sono state operate per la patologia di base vs 6 pazienti che non sono state operate prima di accedere alla PMA). Per ciascuna paziente sono stati valutati parametri clinici (tra cui AMH, AFC, dose totale di gonadotropine, numero di aborti) e biologici (tra cui numero di embrioni di grado I, II, III e markers di stress ossidativo valutati nel siero e nel liquido follicolare raccolti il giorno del pick-up).
RISULTATI
Il gruppo di controllo ha valori di AMH, AFC significativamente maggiori rispetto al gruppo delle pazienti con endometriosi e utilizza una dose di gonadotropine significativamente inferiore (la significatività, in entrambi i casi, aumenta se si considera il sottogruppo delle pazienti con endometriosi sottoposte ad intervento). Inoltre, è emersa una importante differenza nel numero di embrioni di grado I (quelli di migliore qualità) ottenuti, con quasi il 67% nel gruppo di controllo, contro solo un 26% nel gruppo con endometriosi. Per quanto riguarda il numero di aborti, è risultato maggiore nelle pazienti con endometriosi (33% delle pazienti del gruppo di controllo rimaste incinta sono andate incontro ad aborto vs 50% delle pazienti con endometriosi).
Infine, sono emerse delle importanti differenze anche in relazione ai livelli di markers di stress ossidativo nel siero e nel liquido follicolare delle pazienti, con livelli di FOX1 (nel siero) e di 8OHdG (nel liquido follicolare) significativamente maggiori nelle pazienti con endometriosi.
CONCLUSIONI
Nelle pazienti con endometriosi i risultati raggiunti con la PMA non sono soddisfacenti perché, a differenza delle pazienti con infertilità tubarica, non è presente un problema meccanico da superare, ma c’è un microambiente infiammato ed “infiammante” che fa da sottofondo. Per incrementare il successo in ambito di PMA, sarebbe importante comprenderne (prima), e interrompere (poi), il processo patogenetico alla base dell’endometriosi stessa.
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