Tesi etd-05232017-182541 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
STRETTI, ANDREA
URN
etd-05232017-182541
Titolo
L'EVOLUZIONE DELL'ORGANIZZAZIONE MANAGERIALE E LE GUERRE "INDUSTRIALI"
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
STRATEGIA, MANAGEMENT E CONTROLLO
Relatori
relatore Conti, Giuseppe
Parole chiave
- arsenali
- economia di guerra
- guerra totale
- intercambiabilità
- Metcalfe
- Prussia
- Rathenau
- Stato Maggiore
- war planning
Data inizio appello
12/06/2017
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
12/06/2087
Riassunto
Questo elaborato si muove su di un duplice piano di interesse: la moderna organizzazione manageriale e l’organizzazione militare. In chiave storica, avendo a riferimento in particolare il periodo compreso tra metà dell’Ottocento e primo dopoguerra, viene condotta un’indagine sull’esistenza (e la consistenza) di stimoli, da parte militare, nel processo di nascita ed evoluzione del moderno management.
L’idea che vi siano affinità tra le due organizzazioni fa da battistrada in questo percorso, ed offre una ragione di fondo alla ricerca. Naturalmente questa idea necessitava una verifica. Si è condotta così, in prima battuta, un’analisi degli elementi basilari del pensiero (o «arte») militare, riuscendo a tracciare un quadro descrittivo della moderna struttura militare e di alcune delle sue principali dinamiche di sviluppo storico. In tal modo si è potuto mettere in evidenza meglio oggettivi elementi di analogia e differenza tra militare e aziendale.
Il lavoro è stato poi strutturato in due parti, l’una volta a rilevare influenze da parte militare nei processi produttivi, gestionali ed organizzativi di impresa, l’altra a ricostruire le conseguenze di una moderna economia di guerra nella formazione del management.
Di particolare interesse, nella prima parte, sono le vicende di alcuni arsenali statunitensi, quali in primis Springfield e Frankford, che nel corso dell’Ottocento si sono rivelati ambienti fervidi e stimolanti per l’innovazione dei processi organizzativi e gestionali.
La seconda parte verte invece sui collegamenti tra l’organizzazione militare e il «managerialismo», passando dall’ambito ristretto dell’impresa ad un livello «macroeconomico». In essa si guarda a come la Grande Guerra abbia portato con sé esigenze di pianificazione e di coordinamento delle attività economiche a fini bellici, tali da produrre risposte e influssi vasti e duraturi sull’economia nella direzione della «società manageriale» e come, altresì, la mobilitazione industriale richiesta dalla guerra «totale» abbia accompagnato il declino del lasseiz faire di tradizione liberale.
L’idea che vi siano affinità tra le due organizzazioni fa da battistrada in questo percorso, ed offre una ragione di fondo alla ricerca. Naturalmente questa idea necessitava una verifica. Si è condotta così, in prima battuta, un’analisi degli elementi basilari del pensiero (o «arte») militare, riuscendo a tracciare un quadro descrittivo della moderna struttura militare e di alcune delle sue principali dinamiche di sviluppo storico. In tal modo si è potuto mettere in evidenza meglio oggettivi elementi di analogia e differenza tra militare e aziendale.
Il lavoro è stato poi strutturato in due parti, l’una volta a rilevare influenze da parte militare nei processi produttivi, gestionali ed organizzativi di impresa, l’altra a ricostruire le conseguenze di una moderna economia di guerra nella formazione del management.
Di particolare interesse, nella prima parte, sono le vicende di alcuni arsenali statunitensi, quali in primis Springfield e Frankford, che nel corso dell’Ottocento si sono rivelati ambienti fervidi e stimolanti per l’innovazione dei processi organizzativi e gestionali.
La seconda parte verte invece sui collegamenti tra l’organizzazione militare e il «managerialismo», passando dall’ambito ristretto dell’impresa ad un livello «macroeconomico». In essa si guarda a come la Grande Guerra abbia portato con sé esigenze di pianificazione e di coordinamento delle attività economiche a fini bellici, tali da produrre risposte e influssi vasti e duraturi sull’economia nella direzione della «società manageriale» e come, altresì, la mobilitazione industriale richiesta dalla guerra «totale» abbia accompagnato il declino del lasseiz faire di tradizione liberale.
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