ETD

Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05232015-132451


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
LAZZARINI, MICHELE
URN
etd-05232015-132451
Titolo
LE CONCESSIONI DI LAVORI PUBBLICI: TRA LA NORMATIVA VIGENTE E LA DIRETTIVA 2014/23/UE
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Fioritto, Alfredo
Parole chiave
  • concessioni
  • direttiva 2014/23/UE
  • Codice dei contratti pubblici
  • lavori pubblici
Data inizio appello
19/06/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il 28 marzo 2014 sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea le tre nuove direttive comunitarie in materia di contratti pubblici.
Queste sono:
• la direttiva 2014/25/UE, che sostituisce la direttiva 2004/17/CE in materia di appalti nei settori c.d. esclusi (energia, acqua, trasporti e servizi postali);
• la direttiva 2014/24/UE, che subentra alla direttiva 2004/18/CE inerente gli appalti nei settori ordinari;
• la direttiva 2014/23/UE, che disciplina, per la prima volta a livello europeo, le concessioni.
Le direttive, approvate dal Parlamento europeo il 15 gennaio 2014 e dal Consiglio l'11 febbraio 2014, sono entrate in vigore il 18 aprile dello steso anno e dovranno essere recepite nell'ordinamento nazionale entro il 18 aprile 2016.
Esse, nelle intenzioni delle Istituzioni eurounitarie, dovranno essere un'importante leva per stimolare la crescita del Mercato Unico mediante la revisione e l'ammodernamento del quadro normativo in materia di appalti. L'inserimento di un principio di armonizzazione in tema di concessioni, inoltre, costituisce un'assoluta novità nel quadro normativo europeo, e un deciso passo in avanti nell'ottica della certezza giuridica; a tal fine vengono recepiti gli acquis giurisprudenziali della Corte di Lussemburgo introducendo definizioni giuridiche più dettagliate, così da chiarire la portata di alcuni istituti, e appunto in via mediata, incrementare la certezza del diritto.
Si vuole migliorare il mercato unico nella consapevolezza che la crescita e l'occupazione conquistino i mercati creando così un'ambiente forte e ben collegato in cui la concorrenza e la sua facilità di accesso possano stimolare l'attività imprenditoriale e l'innovazione.
Siamo comunque di fronte ad un corpus articolato e complesso; il solo “pacchetto appalti” del 2004 prevedeva un totale di “soli” 159 articoli, mentre il nuovo testo del 2014 si compone di ben 204 articoli per la materia degli appalti, cui sono da aggiungere altri 55 articoli della direttiva concessioni.
L'obiettivo del legislatore comunitario lo troviamo nell'intestazione della Comunicazione europea del 3 marzo 2010, intitolata “Europa 2020: una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva”.
La strada è chiara: passare attraverso la semplificazione, la maggiore flessibilità degli strumenti e l'aggiornamento della normativa vigente alla luce delle novità tecnologiche ed economiche per arrivare a modernizzare gli appalti e le concessioni.
Il tutto nel rispetto dei tradizionali principi di tutela della concorrenza e di massima trasparenza.
Bisognerà concentrare l'attenzione sulle stazioni appaltanti; sarà importante procedere ad una loro maggiore concentrazione, ma anche dotarle allo stesso tempo del massimo della competenza e della capacità negoziale, pur assicurando i necessari controlli di legalità per prevenire i fenomeni della corruzione; una piaga particolarmente sentita nel nostro Paese.
La direttiva 2014/23/UE in tema di concessioni disciplina un settore finora solo parzialmente regolato a livello UE.
Il suo ambito applicativo è definito in modo articolato attraverso una chiara e dettagliata definizione di concetti sino ad ora oggetto di forti contrasti giurisprudenziali; inoltre troviamo una capillare articolazione delle fattispecie escluse; si vuole, insomma, fare chiarezza su una materia che è stata, fino ad oggi, disciplinata solo dai legislatori nazionali in maniera talmente eterogenea da arrecare pregiudizio alla concorrenza del mercato interno. Per raggiungere questo obiettivo il legislatore comunitario è a mio avviso, giustamente partito dalla definizione di concessione, che non riscontriamo in nessuna precedente direttiva, dove ci si limitava a definire la concessione con dei semplici rimandi all'appalto.
Infatti, come vediamo nel Considerando 4, mancando una direttiva ad hoc, fino a questo momento le concessioni di lavori erano disciplinate dalle norme base della direttiva 2004/18/CE (settori ordinari) e quella dei servizi dai principi generali del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea (TFUE). Questo ha comportato interpretazioni discordanti dei principi ed enormi disparità tra le legislazioni degli Stati membri come possiamo riscontrare dalla giurisprudenza della Corte di Giustizia, la quale, tuttavia ha affrontato solo in parte alcuni aspetti dell'aggiudicazione dei contratti di concessione.
La strada che si vuole percorrere con la direttiva 2014/23/UE è chiara: garantire l'applicazione uniforme dei principi del Trattato in tutti gli Stati membri per eliminare le “divergenze nell'interpretazione di tali principi”, favorire l'efficienza della spesa pubblica, migliorare la parità di accesso e l'equa partecipazione delle piccole e medie imprese all'aggiudicazione delle concessioni per garantire così il conseguimento degli obiettivi politici prefissati.
File