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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05222020-170019


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BORLIN, ANITA
URN
etd-05222020-170019
Titolo
La melatonina, un potenziale protettore delle piante nei confronti del danno ossidativo: un’esperienza su fagiolo e ozono
Dipartimento
SCIENZE AGRARIE, ALIMENTARI E AGRO-AMBIENTALI
Corso di studi
PRODUZIONI AGROALIMENTARI E GESTIONE DEGLI AGROECOSISTEMI
Relatori
relatore Prof.ssa Pellegrini, Elisa
Parole chiave
  • sintomi fogliari
  • performance fotosintetica
  • agrochemicals
  • stress ossidativo
Data inizio appello
08/06/2020
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/06/2026
Riassunto
Negli ultimi decenni, particolare attenzione da parte dei fisiologi vegetali è stata rivolta alla melatonina (N-acetil-5-metossitriptamina, MT): individuata in numerose piante, a questa molecola vengono attribuite molteplici funzioni, tra cui una spiccata attività antiossidante in soggetti esposti a deficit idrico, radiazioni UV e metalli pesanti. L’ozono (O3) è in grado di indurre alterazioni metaboliche, fisiologiche e anatomiche “dose-dipendenti” e legate all’attività ossidante, che culminano in (i) riduzione di crescita e produttività delle colture, (ii) induzione di senescenza precoce e (iii) generale deperimento della pianta. Diversi prodotti di sintesi e di origine vegetale (quali regolatori di crescita e vitamine) vengono saggiati come possibili protettori nei confronti di questo gas. Scopo del presente lavoro è indagare le risposte in termini di danno fogliare, performance fotosintetica, integrità delle membrane e contenuto in fitormoni di giovani individui di Phaseolus vulgaris L., genotipo S-156 (ipersensibile all’inquinante), a cui è stata applicata per tre giorni consecutivi MT nebulizzata (1 mM, fino a gocciolamento) e successivamente sottoposti a O3 (200 ppb per 5 h) in condizioni ambientali controllate. Al termine dell’esposizione, il solo trattamento con MT ha indotto una lieve chiusura stomatica (-19% rispetto ai controlli vaporizzati con acqua distillata e mantenuti in aria filtrata); non sono stati riscontrati effetti macroscopici e modifiche a carico dei processi fisio-biochimici presi in esame. Nei controlli (MT-), le foglie completamente espanse esposte a O3 hanno mostrato clorosi puntiformi (diametro 1-2 mm) localizzate negli spazi internervali della pagina adassiale (interessando più del 50% della superficie totale). Il trattamento con O3 ha, inoltre, causato una riduzione del tasso fotosintetico e della conduttanza stomatica (-42 e -53%), accompagnata da una marcata produzione di acido abscissico (ABA, 4 volte maggiore rispetto ai controlli) e da una significativa alterazione dell’integrità delle membrane, come confermato dal progressivo accumulo di malondialdeide, anione superossido e perossido di idrogeno (4-, 6- e 3- volte superiori rispetto ai livelli del materiale di controllo, rispettivamente). Al contrario, nelle piante trattate con MT e O3 è stata osservata una minore incidenza dei sintomi (che hanno interessato il 23% della foglia) e un lieve incremento di ABA (+12%). Da segnalare, la completa assenza di squilibri a livello fisiologico e biochimico, come confermato dal fatto che i parametri di scambi gassosi e i marker di stress ossidativo indagati risultavano invariati. Sulla base dei risultati ottenuti è possibile evidenziare il potenziale coinvolgimento di MT nei meccanismi di mitigazione dell’azione tossica dell’inquinante.
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