Tesi etd-05212019-101814 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
CAGIDIACO, IRENE
URN
etd-05212019-101814
Titolo
Studio monocentrico osservazionale prospettico condotto su pazienti affetti da labiopalatoschisi afferenti al "Percorso Labiopalatoschisi" dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Pisana
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
ODONTOIATRIA E PROTESI DENTARIA
Relatori
relatore Prof.ssa Giuca, Maria Rita
Parole chiave
- anomalie dentarie
- labiopalatoschisi
- odontoiatria pediatrica
- qualità di vita
Data inizio appello
10/06/2019
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
10/06/2089
Riassunto
La labiopalatoschisi è una malformazione congenita che colpisce il distretto oro-facciale, derivante dalla mancata fusione degli abbozzi mascellari e frontonasali, che si manifestano alla nascita come una fenditura che può coinvolgere il palato nella sua componente ossea e/o mucosa, il filtro labiale e talvolta la regione anteriore delle cavità nasali.
Nella dimensione fenomenica della malformazione si inquadrano delle alterazioni anatomiche satelliti che ci orientano nel considerarla non una semplice patologia ma una “sindrome”. Alla luce di ciò è interessante notare come la regione dento-alveolare non sia indenne da alterazioni, che si presentano non tanto nella fase maturativa del dente ma nel periodo di differenziazione cellulare delle gemme dentarie.
Questo studio si prefigge di indagare secondo una metodologia standardizzata l’incidenza e la tipologia di anomalie dentarie (qualitative e quantitative) in pazienti affetti dalle varie forme di schisi e di come queste impattino nell’iter decisionale del protocollo terapeutico.
Non secondario all’aspetto puramente medico si configura, mediante la somministrazione di un questionario relativo alla qualità della vita, l’OHIP-14, il profilo psicologico del paziente; è evidente come questa patologia porti il soggetto a una più difficile accettazione di sé stesso, dettata sia dall’alterato profilo funzionale che estetico.
L’ampia varietà delle possibilità cliniche esistenti rende l’approccio al paziente difficilmente omologabile, ma si fonda su una continua coniugazione tra tipologia di problematica e possibilità di trattamento, che pertanto rende necessario lo spaziare in tutti i campi dell’odontoiatria; non è quindi possibile parlare solo di trattamento ortodontico o di approccio conservativo alla problematica, ma di un intervento a 360 gradi finalizzato alla restitutio di uno “status del sorriso” plenario.
Il paradosso sociale, che viene evidenziato, nasce dall’importanza che si attribuisce alla propria salute orale e che porta i piccoli pazienti affetti da schisi ad avere minori problematiche a livello del cavo orale rispetto al gruppo controllo non presentante la patologia.
In Letteratura sono presenti evidenze concordi in merito alla maggiore prevalenza di anomalie di numero, di dimensione, di forma, di eruzione, di posizione e a carico della struttura dello smalto nei pazienti affetti da labiopalatoschisi, rispetto alla popolazione generale. Sono interessate entrambe le dentature, sia la decidua che la permanente. In particolare, l’incisivo laterale, nella regione della schisi alveolare, è molto sensibile ai disturbi dello sviluppo, ma anche gli elementi dentari al di fuori dell’area interessata dalla schisi possono essere più frequentemente soggetti a sviluppare anomalie.
L’obiettivo primario è quello di analizzare la prevalenza di anomalie dentarie di numero, dimensione, posizione, struttura ed eruzione delle due arcate dentarie in soggetti affetti da differenti tipologie di schisi.
I pazienti affetti da labiopalatoschisi, molto spesso, presentano un quadro clinico estremamente complesso, la cui criticità maggiore non è esclusivamente legata alla malformazione craniofacciale. Sono numerose, infatti, le sindromi associate alla presenza di schisi, come sono altrettanto importanti le conseguenze a livello sistemico, con deficit multi-organo, che richiedono un approccio multidisciplinare, con il coordinamento di varie figure tra le quali logopedista, otorinolaringoiatra, genetista, ortodontista e, ovviamente, chirurgo plastico. Non ultimo, l’aspetto psicologico è particolarmente delicato, in quanto, i pazienti portatori di tale malformazione, durante l’infanzia vanno incontro a numerose ospedalizzazioni e interventi di chirurgia correttiva più o meno invalidanti e, nel corso della crescita, incontrano difficoltà nello sviluppo del linguaggio, nell’emissione dei fonemi e nell’out-come estetico. Per tale ragione, numerosi studi, nel corso degli anni, hanno cercato di analizzare la qualità di vita associata allo stato di salute dei pazienti affetti da labiopalatoschisi. Tra i vari strumenti di misura riguardanti la percezione dello stato di salute orale e la OHRQoL (Oral Health Related Quality of Life) troviamo l’ OHIP, disponibile in due versioni. Il presente studio si propone, inoltre, come obiettivo secondario di valutare la qualità della vita dei pazienti affetti da tali malformazioni, mediante la compilazione del questionario OHIP-14. L’OHIP-14 è la forma breve a 14 item di un questionario a 49 item, l’OHIP-49 [116], comprendente sette domini: limitazione funzionale, dolore fisico, disagio psicologico, disabilità fisica, disabilità psicologica, disabilità sociale, handicap. I risultati così ottenuti nel gruppo test, formato da pazienti con LPS, sono stati confrontati con i dati provenienti dalla somministrazione del medesimo questionario (OHIP-14) ad un omologo gruppo di controllo, costituito da pazienti non affetti da tale malformazione.
Nella dimensione fenomenica della malformazione si inquadrano delle alterazioni anatomiche satelliti che ci orientano nel considerarla non una semplice patologia ma una “sindrome”. Alla luce di ciò è interessante notare come la regione dento-alveolare non sia indenne da alterazioni, che si presentano non tanto nella fase maturativa del dente ma nel periodo di differenziazione cellulare delle gemme dentarie.
Questo studio si prefigge di indagare secondo una metodologia standardizzata l’incidenza e la tipologia di anomalie dentarie (qualitative e quantitative) in pazienti affetti dalle varie forme di schisi e di come queste impattino nell’iter decisionale del protocollo terapeutico.
Non secondario all’aspetto puramente medico si configura, mediante la somministrazione di un questionario relativo alla qualità della vita, l’OHIP-14, il profilo psicologico del paziente; è evidente come questa patologia porti il soggetto a una più difficile accettazione di sé stesso, dettata sia dall’alterato profilo funzionale che estetico.
L’ampia varietà delle possibilità cliniche esistenti rende l’approccio al paziente difficilmente omologabile, ma si fonda su una continua coniugazione tra tipologia di problematica e possibilità di trattamento, che pertanto rende necessario lo spaziare in tutti i campi dell’odontoiatria; non è quindi possibile parlare solo di trattamento ortodontico o di approccio conservativo alla problematica, ma di un intervento a 360 gradi finalizzato alla restitutio di uno “status del sorriso” plenario.
Il paradosso sociale, che viene evidenziato, nasce dall’importanza che si attribuisce alla propria salute orale e che porta i piccoli pazienti affetti da schisi ad avere minori problematiche a livello del cavo orale rispetto al gruppo controllo non presentante la patologia.
In Letteratura sono presenti evidenze concordi in merito alla maggiore prevalenza di anomalie di numero, di dimensione, di forma, di eruzione, di posizione e a carico della struttura dello smalto nei pazienti affetti da labiopalatoschisi, rispetto alla popolazione generale. Sono interessate entrambe le dentature, sia la decidua che la permanente. In particolare, l’incisivo laterale, nella regione della schisi alveolare, è molto sensibile ai disturbi dello sviluppo, ma anche gli elementi dentari al di fuori dell’area interessata dalla schisi possono essere più frequentemente soggetti a sviluppare anomalie.
L’obiettivo primario è quello di analizzare la prevalenza di anomalie dentarie di numero, dimensione, posizione, struttura ed eruzione delle due arcate dentarie in soggetti affetti da differenti tipologie di schisi.
I pazienti affetti da labiopalatoschisi, molto spesso, presentano un quadro clinico estremamente complesso, la cui criticità maggiore non è esclusivamente legata alla malformazione craniofacciale. Sono numerose, infatti, le sindromi associate alla presenza di schisi, come sono altrettanto importanti le conseguenze a livello sistemico, con deficit multi-organo, che richiedono un approccio multidisciplinare, con il coordinamento di varie figure tra le quali logopedista, otorinolaringoiatra, genetista, ortodontista e, ovviamente, chirurgo plastico. Non ultimo, l’aspetto psicologico è particolarmente delicato, in quanto, i pazienti portatori di tale malformazione, durante l’infanzia vanno incontro a numerose ospedalizzazioni e interventi di chirurgia correttiva più o meno invalidanti e, nel corso della crescita, incontrano difficoltà nello sviluppo del linguaggio, nell’emissione dei fonemi e nell’out-come estetico. Per tale ragione, numerosi studi, nel corso degli anni, hanno cercato di analizzare la qualità di vita associata allo stato di salute dei pazienti affetti da labiopalatoschisi. Tra i vari strumenti di misura riguardanti la percezione dello stato di salute orale e la OHRQoL (Oral Health Related Quality of Life) troviamo l’ OHIP, disponibile in due versioni. Il presente studio si propone, inoltre, come obiettivo secondario di valutare la qualità della vita dei pazienti affetti da tali malformazioni, mediante la compilazione del questionario OHIP-14. L’OHIP-14 è la forma breve a 14 item di un questionario a 49 item, l’OHIP-49 [116], comprendente sette domini: limitazione funzionale, dolore fisico, disagio psicologico, disabilità fisica, disabilità psicologica, disabilità sociale, handicap. I risultati così ottenuti nel gruppo test, formato da pazienti con LPS, sono stati confrontati con i dati provenienti dalla somministrazione del medesimo questionario (OHIP-14) ad un omologo gruppo di controllo, costituito da pazienti non affetti da tale malformazione.
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