Tesi etd-05212018-172934 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MANCINI, ELEONORA
URN
etd-05212018-172934
Titolo
Work-life balance e genitorialità: la figura del padre lavoratore.
Dipartimento
GIURISPRUDENZA
Corso di studi
GIURISPRUDENZA
Relatori
relatore Prof. Albi, Pasqualino
Parole chiave
- azioni positive
- congedi parentali
- misure family friendly
- pari opportunità
- paternità
- welfare aziendale
- Work-life balance
Data inizio appello
06/06/2018
Consultabilità
Completa
Riassunto
L’estensione delle tutele al padre lavoratore è frutto di un percorso lento e variegato e dei nuovi risvolti che ha assunto il concetto di work-life balance, ormai arrivato a comprendere ogni aspetto della vita privata della persona.
L’attività lavorativa occupa infatti gran parte dell’esistenza delle persone e, da qui, si è rafforzata l’idea secondo cui godere di un maggior tempo libero, da poter dedicare alle proprie esigenze e ad attività ludiche, sia fondamentale poiché permette di aumentare il benessere in generale.
L’intento era quello di affrontare il tema in virtù delle esigenze familiari e, in particolare, di soffermarsi sulla genitorialità: quello che è venuto subito in evidenza è stata la grande attenzione che le politiche hanno rivolto, in un primo momento almeno, alle donne, in particolar modo in relazione al loro status di madre.
L’obiettivo era ripercorrere il percorso evolutivo che, sia sul piano sociale che su quello politico-istituzionale, ha portato ad un’estensione della disciplina anche nei confronti dei padri lavoratori, mirando ad una loro maggiore collaborazione nelle attività di cura e all’ affermazione del principio di eguaglianza sostanziale; grandi passi, in questo senso, sono stati compiuti proprio nell’ultimo decennio, attribuendo al padre lavoratore dei diritti connessi al suo essere genitore.
Conciliare il lavoro con la famiglia è un impegno che l’Unione Europea ha assunto fin dagli anni 70’: attraverso una serie di direttive che miravano all’affermazione della parità di trattamento nel mondo del lavoro e attribuivano congedi e permessi alle lavoratrici madri, si cercava di superare il vecchio modello fordista fortemente incentrato su una rigida ripartizione dei ruoli all’interno della famiglia.
Dal punto di vista normativo, il primo passo è stato il riconoscimento di pari diritti nel mondo del lavoro, migliorando le condizioni lavorative della donna ed equiparandole sempre di più a quelle dell’uomo; subito dopo, si è cercato di apportare un’ulteriore tutela alla donna in quanto madre, grazie al riconoscimento di appositi congedi e riposi.
Con l’avvento degli anni 90’ la conciliazione vita-lavoro ha assunto le vesti di una maggiore condivisione dei compiti di cura tra gli uomini e le donne.
Tale passaggio sicuramente non è stato immediato: il presente lavoro cerca di ripercorrere l’evoluzione legislativa e giurisprudenziale in materia, sia nel contesto europeo che nazionale, evidenziando le criticità emerse nel corso degli anni e che tutt'ora persistono nel riconoscimento di diritti autonomi al padre lavoratore nel nostro Paese.
L’attività lavorativa occupa infatti gran parte dell’esistenza delle persone e, da qui, si è rafforzata l’idea secondo cui godere di un maggior tempo libero, da poter dedicare alle proprie esigenze e ad attività ludiche, sia fondamentale poiché permette di aumentare il benessere in generale.
L’intento era quello di affrontare il tema in virtù delle esigenze familiari e, in particolare, di soffermarsi sulla genitorialità: quello che è venuto subito in evidenza è stata la grande attenzione che le politiche hanno rivolto, in un primo momento almeno, alle donne, in particolar modo in relazione al loro status di madre.
L’obiettivo era ripercorrere il percorso evolutivo che, sia sul piano sociale che su quello politico-istituzionale, ha portato ad un’estensione della disciplina anche nei confronti dei padri lavoratori, mirando ad una loro maggiore collaborazione nelle attività di cura e all’ affermazione del principio di eguaglianza sostanziale; grandi passi, in questo senso, sono stati compiuti proprio nell’ultimo decennio, attribuendo al padre lavoratore dei diritti connessi al suo essere genitore.
Conciliare il lavoro con la famiglia è un impegno che l’Unione Europea ha assunto fin dagli anni 70’: attraverso una serie di direttive che miravano all’affermazione della parità di trattamento nel mondo del lavoro e attribuivano congedi e permessi alle lavoratrici madri, si cercava di superare il vecchio modello fordista fortemente incentrato su una rigida ripartizione dei ruoli all’interno della famiglia.
Dal punto di vista normativo, il primo passo è stato il riconoscimento di pari diritti nel mondo del lavoro, migliorando le condizioni lavorative della donna ed equiparandole sempre di più a quelle dell’uomo; subito dopo, si è cercato di apportare un’ulteriore tutela alla donna in quanto madre, grazie al riconoscimento di appositi congedi e riposi.
Con l’avvento degli anni 90’ la conciliazione vita-lavoro ha assunto le vesti di una maggiore condivisione dei compiti di cura tra gli uomini e le donne.
Tale passaggio sicuramente non è stato immediato: il presente lavoro cerca di ripercorrere l’evoluzione legislativa e giurisprudenziale in materia, sia nel contesto europeo che nazionale, evidenziando le criticità emerse nel corso degli anni e che tutt'ora persistono nel riconoscimento di diritti autonomi al padre lavoratore nel nostro Paese.
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