Tesi etd-05212015-231542 |
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Tipo di tesi
Tesi di dottorato di ricerca
Autore
MAMMINI, CLAUDIO
URN
etd-05212015-231542
Titolo
Dominanza sociale e uso del potere. studio empirico sulle dinamiche di potere a livello interpersonale.
Settore scientifico disciplinare
M-PSI/05
Corso di studi
SCIENZE POLITICHE E SOCIALI
Relatori
tutor Prof. Aiello, Antonio
Parole chiave
- dominanza sociale
- interpersonal power interactional model IPIM
- potere
- social dominance theory SDT
Data inizio appello
06/06/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Il potere sociale comporta la capacità d’influenzare gli altri ed è importante in ogni relazione umana.
Questa tesi, dopo aver passato in rassegna l’evoluzione storica del concetto di potere in psicologia sociale, introduce una ricerca empirica basata sull’integrazione di due approcci di analisi al potere che in letteratura psicosociale sono usualmente sviluppati in maniera disgiunta: lo studio del tema nelle relazioni intergruppo e nelle organizzazioni.
Sebbene sia noto che la natura delle relazioni intergruppo possa favorire, o no, l’adozione di una visione stratificata della società, pochi studi hanno indagato se si correli con l’assunzione di specifiche modalità relazionali all’interno delle organizzazioni (tattiche di potere tra supervisore e subordinato).
Tra le teorie che hanno come focus l’analisi delle relazioni intergruppo è stata utilizzata la Social Dominance Theory di Sidanius e Pratto (1999) in quanto tra le poche dotate di costrutto misurativo (la scala SDO, Social Dominance Orientation) e, indubbiamente, tra quelle più qualificate per lo studio della propensione alla discriminazione sociale.
Tra quelle invece che si sono occupate di esercizio del potere a livello di studio delle relazioni all’interno delle organizzazioni è stato utilizzato l’Interpersonal Power Interactional Model (IPIM) di French e Raven (1959), anch’esso corredato di questionario misurativo (la scala IPI, Interpersonal Power Inventory) (Raven, 1993), in quanto uno tra i modelli più affidabili in ambito empirico.
Viene conseguentemente discusso il ruolo centrale del costrutto di orientamento alla dominanza sociale (SDO) e dell’Interpersonal Power Inventory (IPI), due tra più potenti predittori di atteggiamenti e comportamenti, storicamente presenti in gran parte della letteratura psicosociale sull’argomento, orientati allo studio della disuguaglianza tra i gruppi e nelle organizzazioni.
Infine è esposta una ricerca empirica che ha coinvolto 296 soggetti appartenenti a due diverse realtà aziendali divise per presunto orientamento ideologico dominante: incentivante o disincentivante le gerarchie (130 appartenenti a una ditta privata, altamente competitiva, e 166 a due cooperative sociali, con ideologia a guida dei processi organizzativi disincentivante le gerarchie).
Viene esaminato in entrambe i contesti l’orientamento alla dominanza sociale, attraverso la somministrazione della scala SDO, e l’esercizio del potere tra supervisori e subordinati, attraverso l’IPI.
Come risultati questa ricerca ha identificato un dato importante attinente alla connessione tra potere tra gruppi ed entro le organizzazioni secondo cui, sebbene elevazioni alla scala SDO siano congrue con l’esercizio del potere nella forma IPI harsh, bassi livelli non ne individuerebbero uno di tipo soft.
In aggiunta, un altro elemento rilevante è emerso a causa dell’influenza di un fenomeno di tipo macroeconomico che, coinvolgendo direttamente le realtà occupazionali, ha introdotto una sorta di fattore di stress per l’ipotesi secondo cui: elevazioni alla scala SDO sono correlate a propensione alla scelta occupazionale in ambienti ideologicamente incentivanti le gerarchie ed esercizio del potere nella forma harsh.
Proprio questa eccezionalità ha fatto emergere che la subscala dell’IPI harsh di coercizione personale risulta la più idonea a essere posta in relazione con elevazioni della SDO, sebbene tattiche di esercizio del potere harsh di tipo coercitivo possano comunque rimanere tra le più predittive in soggetti orientati alla dominanza sociale.
Questa tesi, dopo aver passato in rassegna l’evoluzione storica del concetto di potere in psicologia sociale, introduce una ricerca empirica basata sull’integrazione di due approcci di analisi al potere che in letteratura psicosociale sono usualmente sviluppati in maniera disgiunta: lo studio del tema nelle relazioni intergruppo e nelle organizzazioni.
Sebbene sia noto che la natura delle relazioni intergruppo possa favorire, o no, l’adozione di una visione stratificata della società, pochi studi hanno indagato se si correli con l’assunzione di specifiche modalità relazionali all’interno delle organizzazioni (tattiche di potere tra supervisore e subordinato).
Tra le teorie che hanno come focus l’analisi delle relazioni intergruppo è stata utilizzata la Social Dominance Theory di Sidanius e Pratto (1999) in quanto tra le poche dotate di costrutto misurativo (la scala SDO, Social Dominance Orientation) e, indubbiamente, tra quelle più qualificate per lo studio della propensione alla discriminazione sociale.
Tra quelle invece che si sono occupate di esercizio del potere a livello di studio delle relazioni all’interno delle organizzazioni è stato utilizzato l’Interpersonal Power Interactional Model (IPIM) di French e Raven (1959), anch’esso corredato di questionario misurativo (la scala IPI, Interpersonal Power Inventory) (Raven, 1993), in quanto uno tra i modelli più affidabili in ambito empirico.
Viene conseguentemente discusso il ruolo centrale del costrutto di orientamento alla dominanza sociale (SDO) e dell’Interpersonal Power Inventory (IPI), due tra più potenti predittori di atteggiamenti e comportamenti, storicamente presenti in gran parte della letteratura psicosociale sull’argomento, orientati allo studio della disuguaglianza tra i gruppi e nelle organizzazioni.
Infine è esposta una ricerca empirica che ha coinvolto 296 soggetti appartenenti a due diverse realtà aziendali divise per presunto orientamento ideologico dominante: incentivante o disincentivante le gerarchie (130 appartenenti a una ditta privata, altamente competitiva, e 166 a due cooperative sociali, con ideologia a guida dei processi organizzativi disincentivante le gerarchie).
Viene esaminato in entrambe i contesti l’orientamento alla dominanza sociale, attraverso la somministrazione della scala SDO, e l’esercizio del potere tra supervisori e subordinati, attraverso l’IPI.
Come risultati questa ricerca ha identificato un dato importante attinente alla connessione tra potere tra gruppi ed entro le organizzazioni secondo cui, sebbene elevazioni alla scala SDO siano congrue con l’esercizio del potere nella forma IPI harsh, bassi livelli non ne individuerebbero uno di tipo soft.
In aggiunta, un altro elemento rilevante è emerso a causa dell’influenza di un fenomeno di tipo macroeconomico che, coinvolgendo direttamente le realtà occupazionali, ha introdotto una sorta di fattore di stress per l’ipotesi secondo cui: elevazioni alla scala SDO sono correlate a propensione alla scelta occupazionale in ambienti ideologicamente incentivanti le gerarchie ed esercizio del potere nella forma harsh.
Proprio questa eccezionalità ha fatto emergere che la subscala dell’IPI harsh di coercizione personale risulta la più idonea a essere posta in relazione con elevazioni della SDO, sebbene tattiche di esercizio del potere harsh di tipo coercitivo possano comunque rimanere tra le più predittive in soggetti orientati alla dominanza sociale.
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