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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05212015-104259


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
SPONTONI, PAOLO
URN
etd-05212015-104259
Titolo
Correlazione tra iFR e test di imaging non invasivi per la diagnosi di ischemia miocardica inducibile
Dipartimento
PATOLOGIA CHIRURGICA, MEDICA, MOLECOLARE E DELL'AREA CRITICA
Corso di studi
MALATTIE DELL'APPARATO CARDIOVASCOLARE
Relatori
relatore Prof. Marzilli, Mario
correlatore Prof.ssa Petronio, Anna Sonia
Parole chiave
  • ischemia miocardica inducibile
  • FFR
  • iFR
  • scintigrafia miocardica
Data inizio appello
10/06/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
Nei pazienti con malattia coronarica, la presenza di ischemia miocardica inducibile è un fattore di rischio importante per un evento clinico avverso. Il ripristino del flusso sanguigno attraverso la rivascolarizzazione coronarica risulta in una maggiore riduzione di ischemia miocardica rispetto alla sola terapia medica. Tuttavia, per i pazienti con arterie coronariche stenotiche che non inducono ischemia miocardica, il beneficio della rivascolarizzazione è meno chiaro. Dopo 5 anni di follow-up in pazienti con una singola stenosi non determinante ischemia, non vi è alcun vantaggio di rivascolarizzazione da Percutaneous Coronary Intervention (PCI) rispetto alla terapia medica.
Stress test non invasivi per l'individuazione di ischemia miocardica sono stati attuati nelle linee guida per la diagnosi e il trattamento della malattia coronarica. Di questi test, la perfusione nucleare è il più utilizzato. L'imaging nucleare, combinato con lo stress da esercizio fisico o farmacologicamente indotto è più preciso nella rilevazione e localizzazione ischemia miocardica del test da sforzo con elettrocardiografia. Molti studi clinici sulla rivascolarizzazione usano l’angiografia coronarica anche come il "gold standard" per definire il significato di una stenosi coronarica. la valutazione visiva della gravità della stenosi angiografica predice male suo il significato funzionale, mentre la presenza di ischemia miocardica inducibile relativa a tale stenosi dovrebbe essere il "trigger" per la rivascolarizzazione. Nello studio FAME, la misurazione di routine dell’importanza fisiologica di una lesione mediante la determinazione della riserva frazionale di flusso (FFR) è stata confrontata con l’angiografia per guidare la PCI nei pazienti con malattia coronarica multivasale. Questo studio ha dimostrato che l'angiografia è imprecisa nel valutare il significato funzionale di una stenosi coronarica rispetto a FFR. La riserva frazionale di flusso è un indice molto accurato e specifico per indicare se una particolare stenosi di un segmento coronarico può essere ritenuta responsabile d’ischemia o no, facilitando in tal modo la rivascolarizzazione coronarica ischemia-guidata in molti pazienti nel laboratorio di Emodinamica. L’instantaneous wave-free ratio o Instant Flow Reserve (iFR) è un nuovo strumento invasivo per valutare la presenza di ischemia miocardica attraverso la misura del rapporto tra la pressione distale ad una stenosi coronarica e la pressione aortica durante l'ultima fase della diastole. La iFR ha dimostrato di correlare molto bene con la FFR, che è stata validata come un mezzo per la diagnosi di ischemia miocardica inducibile attraverso il confronto con la scintigrafia miocardica (Single Photon Emission Computed Tomography, SPECT) e la PET (Positron Emission Tomography).
Ad oggi, non sono disponibili dati sul grado di correlazione di iFR con i test non invasivi di ischemia miocardica. Lo scopo del nostro studio è stato quello di confrontare l'accuratezza diagnostica e l’instantaneous wave-free ratio (iFR) nella rilevazione d’ischemia miocardica nei pazienti con malattia coronarica stabile (SCAD) o con sindromi coronariche acute a basso rischio senza sopraslivellamento del segmento ST (NSTEACS) che mostrano almeno una stenosi coronarica intermedia (50-80% di diametro) e che sono stati sottoposti ad almeno due test non invasivi di stress imaging del miocardio. Uno dei test non invasivi sarà la SPECT, che è considerato il gold standard per la diagnosi di ischemia miocardica inducibile; gli altri test eseguiti sono stati l’ecocardiografia da sforzo, l'ecocardiografia da stress farmacologico.
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