Tesi etd-05212012-085618 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
MARCHIONNE, GIULIA
URN
etd-05212012-085618
Titolo
Determinazione dell'ocratossina A in tessuti e prodotti derivati di suini
Dipartimento
MEDICINA VETERINARIA
Corso di studi
MEDICINA VETERINARIA
Relatori
relatore Prof. Mengozzi, Grazia
correlatore Dott. Meucci, Valentina
controrelatore Prof. Intorre, Luigi
correlatore Dott. Meucci, Valentina
controrelatore Prof. Intorre, Luigi
Parole chiave
- HPLC
- mangimi
- Ocratossina A
- salame
- suini
Data inizio appello
08/06/2012
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
08/06/2052
Riassunto
L'ocratossina A (OTA) è una micotossina prodotta da diverse specie di funghi appartenenti ai generi Aspergillus e Penicillium. Si tratta di un metabolita secondario tossico, costituito da un gruppo para-clorofenolico contenente una parte diidroisocumarinica legata tramite un legame peptidico al gruppo amminico della L-fenilalanina.
A causa dei suoi molteplici effetti tossici e della sua termostabilità, la presenza di OTA in cibi e mangimi è potenzialmente pericolosa per la salute sia umana che animale. L'OTA si ritrova in numerosi prodotti alimentari quali orzo, avena, segale, frumento, chicchi di caffè, cacao, spezie, liquirizia, vino, birra, frutta e frutta secca. La presenza dell'OTA nei mangimi può condurre alla contaminazione di prodotti di origine animale, specialmente carne suina e pollame. Recenti studi dimostrano i numerosi effetti tossicologici di questa molecola. L'OTA presenta effetti nefrotossici in tutte le specie studiate, in particolare nell'uomo e nel maiale, dove l'emivita è maggiore. Oltre ad essere nefrotossica, è stato dimostrato che l'OTA ha effetti epatotossici, neurotossici, teratogeni, carcinogeni e immunotossici.
L'OTA è stata analizzata in campioni di tessuti di suino (muscolo e lardo) e di salame, e in 6 campioni di prodotti utilizzati per la loro alimentazione (farina di mais, farina di castagne, farina di farro, soia, orzo, perlatura di farro). Tutti i campioni sono stati sottoposti ad un processo di estrazione e purificazione, e analizzati con metodo HPLC. Gli animali sono stati suddivisi in due gruppi: uno costituito da 6 Large White (LW) e 4 Nero di Parma (NP), l'altro da 4 LW e 6 NP. Al primo gruppo è stata somministrata una alimentazione a base di sottoprodotti (SOT) mentre al secondo è stata somministrata una dieta commerciale (COM).
Gli animali LW di entrambi i gruppi, seppure con una alta variabilità, hanno presentato livelli di contaminazione da OTA non elevati (al di sotto del limite di legge di 1 ppb). Gli animali alimentati con COM hanno presentato una contaminazione maggiore. Gli animali NP hanno presentato contaminazioni più elevate rispetto ai LW con concentrazioni simili tra dieta COM e SOT, e un andamento muscolo<lardo<salame. Alcuni salami di questo gruppo (sia SOT che COM) hanno presentato livelli di contaminazione superiore ai limiti di legge.
A causa dei suoi molteplici effetti tossici e della sua termostabilità, la presenza di OTA in cibi e mangimi è potenzialmente pericolosa per la salute sia umana che animale. L'OTA si ritrova in numerosi prodotti alimentari quali orzo, avena, segale, frumento, chicchi di caffè, cacao, spezie, liquirizia, vino, birra, frutta e frutta secca. La presenza dell'OTA nei mangimi può condurre alla contaminazione di prodotti di origine animale, specialmente carne suina e pollame. Recenti studi dimostrano i numerosi effetti tossicologici di questa molecola. L'OTA presenta effetti nefrotossici in tutte le specie studiate, in particolare nell'uomo e nel maiale, dove l'emivita è maggiore. Oltre ad essere nefrotossica, è stato dimostrato che l'OTA ha effetti epatotossici, neurotossici, teratogeni, carcinogeni e immunotossici.
L'OTA è stata analizzata in campioni di tessuti di suino (muscolo e lardo) e di salame, e in 6 campioni di prodotti utilizzati per la loro alimentazione (farina di mais, farina di castagne, farina di farro, soia, orzo, perlatura di farro). Tutti i campioni sono stati sottoposti ad un processo di estrazione e purificazione, e analizzati con metodo HPLC. Gli animali sono stati suddivisi in due gruppi: uno costituito da 6 Large White (LW) e 4 Nero di Parma (NP), l'altro da 4 LW e 6 NP. Al primo gruppo è stata somministrata una alimentazione a base di sottoprodotti (SOT) mentre al secondo è stata somministrata una dieta commerciale (COM).
Gli animali LW di entrambi i gruppi, seppure con una alta variabilità, hanno presentato livelli di contaminazione da OTA non elevati (al di sotto del limite di legge di 1 ppb). Gli animali alimentati con COM hanno presentato una contaminazione maggiore. Gli animali NP hanno presentato contaminazioni più elevate rispetto ai LW con concentrazioni simili tra dieta COM e SOT, e un andamento muscolo<lardo<salame. Alcuni salami di questo gruppo (sia SOT che COM) hanno presentato livelli di contaminazione superiore ai limiti di legge.
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