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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05202024-200743


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM6
Autore
BARSACCHI, MATILDE
URN
etd-05202024-200743
Titolo
Prevalence and correlates of subclinical iron deficiency in acute coronary syndromes
Dipartimento
RICERCA TRASLAZIONALE E DELLE NUOVE TECNOLOGIE IN MEDICINA E CHIRURGIA
Corso di studi
MEDICINA E CHIRURGIA
Relatori
relatore Prof. De Caterina, Raffaele
Parole chiave
  • acute coronary syndrome
  • ferro
  • infarto miocardico
  • iron
  • myocardial infarction
  • sindrome coronarica acuta
Data inizio appello
11/06/2024
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
11/06/2027
Riassunto
INTRODUCTION Iron deficiency (ID) is a common comorbidity and a therapeutic target in heart failure, while conflicting results exist about its epidemiologic and prognostic relevance in acute coronary syndromes (ACS).
PURPOSE To determine clinical phenotypes, association with infarct size, left ventricular systolic dysfunction, in-hospital complications and clinical outcomes of various ID definitions in ACS.
METHODS One-hundred-and-fifty consecutive patients (mean age 69 years, women 26%, ST-elevation ACS 53%) presenting with ACS and undergoing coronary angiogram were included. ID was defined by the following criteria: serum iron <33 µg/dL; or TSAT<20%; or ferritin <100ng/mL; and guideline ID criteria (ferritin <100 µg/L or TSAT<20% if ferritin 100-299 µg/L). Infarct size and left ventricular systolic dysfunction were estimated respectively through the high-sensitivity cardiac troponin T (hs-cTnT) peak value and the left ventricular ejection fraction (LVEF) at echocardiography performed within 24h from admission, respectively. In-hospital complications were defined as a composite of Killip class ≥3, incident atrial fibrillation, sustained ventricular tachycardia, ventricular fibrillation, or in-hospital death. Clinical outcomes after discharge consisted of a composite of non-fatal myocardial infarction, non-fatal stroke, and all-cause death.
RESULTS Prevalence of ID ranged from 21% (serum iron <33 µg/dL) to 62% (TSAT <20 %). Patients with serum iron <33 µg/dL or TSAT <20% were older, more frequently women, had lower estimated glomerular filtration rate and N-terminal pro-B-type natriuretic peptide (NT-proBNP). Serum iron <33 µg/dL correlated with a lower LVEF, independent of confounders, including NT-proBNP and high-sensitivity cardiac troponin T (hs-cTnT) at admission and 3-vessel coronary artery disease at coronary angiography. Regardless the definition applied, ID did not correlate with infarct size, estimated with peak hs-cTnT, and was not associated with in-hospital complications. Serum iron <33 µg/dL was associated with a higher risk of non-fatal myocardial infarction, non-fatal stroke, and all-cause death, independent of the Global Registry of Acute Coronary Events (GRACE) risk score. Low ferritin was associated with a better prognosis.
CONCLUSIONS ID is frequent in patients with ACS and its clinical implications depend on definitions used. Serum iron <33 µg/dL correlates with a lower left ventricular systolic function and predicts a worse outcome at follow-up. Future studies are needed to confirm these results and assess the potential clinical benefit of treating iron deficiency after ACS.

INTRODUZIONE La carenza di ferro (ID) è una comune comorbidità e target terapeutico nello scompenso cardiaco, mentre esistono risultati contrastanti sulla sua rilevanza prognostica ed epidemiologica nelle sindromi coronariche acute (ACS).
SCOPO L’obiettivo dello studio è determinare il fenotipo clinico, l'associazione con le dimensioni dell'infarto, la disfunzione sistolica del ventricolo sinistro, le complicazioni ospedaliere e gli esiti clinici di vari parametri diagnostici nelle sindromi coronariche acute.
METODI Cento cinquanta pazienti consecutivi (età media 69 anni, 26% donne, 53% con ACS con sopraslivellamento del tratto ST) presentatisi con ACS e sottoposti a coronarografia sono stati inclusi. La carenza di ferro (ID) è stata definita dai seguenti criteri: sideremia <33 µg/dL, saturazione della transferrina (TSAT) <20%, ferritina <100 µg/L, e criteri ID delle linee guida, che consistono in ferritina <100 µg/L o TSAT <20% se la ferritina è 100-299 µg/L. La dimensione dell'infarto e la disfunzione sistolica ventricolare sinistra sono state stimate rispettivamente attraverso il valore di picco della troponina T cardiaca ad alta sensibilità (hs-cTnT) e la frazione di eiezione ventricolare sinistra (LVEF) valutata entro 24 ore dal ricovero. Le complicanze ospedaliere sono state definite come una combinazione di classe Killip > 3, fibrillazione atriale incidentale, tachicardia ventricolare sostenuta o fibrillazione ventricolare o decesso in ospedale, mentre l’end point primario consiste in una combinazione di infarto miocardico non fatale, ictus non fatale e decesso per qualsiasi causa.
RISULTATI La prevalenza della carenza di ferro varia dal 21% (sideremia <33 µg/dL) al 62% [saturazione della transferrina (TSAT) <20%]. I pazienti con sideremia <33 µg/dL (o TSAT <20%) erano più anziani, più frequentemente di sesso femminile, con una ridotta velocità di filtrazione glomerulare stimata e livelli più elevati di peptidi natriuretici di tipo B terminale N (NT-proBNP). La carenza di ferro non era associata al valore di picco della troponina T ad alta sensibilità (hs-cTnT). Un livello di sideremia <33 µg/dL era associato a una frazione di eiezione del ventricolo sinistro (LVEF) inferiore, indipendentemente dai fattori confondenti, inclusi NT-proBNP, hs-cTnT all'ammissione e malattia coronarica a 3 vasi alla coronarografia. La carenza di ferro non prevedeva in modo indipendente complicazioni ospedaliere. Tra le varie definizioni di carenza di ferro, solo la sideremia <33 µg/dL era associato a un rischio maggiore di infarto miocardico non fatale, ictus non fatale e mortalità per tutte le cause, indipendentemente dal punteggio di rischio del Registro Globale degli Eventi Coronarici Acuti (GRACE).
CONCLUSIONI ID è frequente nei pazienti con ACS e le sue implicazioni cliniche dipendono dalla definizione utilizzata. Un livello di sideremia inferiore a 33 µg/dL predice una funzione sistolica del ventricolo sinistro ridotta e un esito peggiore durante il follow-up. Sono necessari studi per confermare i nostri risultati e valutare i potenziali benefici clinici del trattamento della carenza di ferro nei pazienti con ACS.
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