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Archivio digitale delle tesi discusse presso l'Università di Pisa

Tesi etd-05182015-230711


Tipo di tesi
Tesi di specializzazione (5 anni)
Autore
DI PACO, IRENE
URN
etd-05182015-230711
Titolo
PREDITTORI PRECOCI DI DIMISSIBILITA' NEL PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO ACUTO: IL RUOLO DELL' ECOGRAFIA TORACICA IN UNA CASISTICA DI PAZIENTI AFFERENTI AL DEA DI LIVORNO
Dipartimento
MEDICINA CLINICA E SPERIMENTALE
Corso di studi
MEDICINA INTERNA
Relatori
relatore Prof. Taddei, Stefano
correlatore Dott.ssa Daghini, Elena
Parole chiave
  • scompenso cardiaco
  • ecografia toracica
  • bnp
Data inizio appello
03/06/2015
Consultabilità
Completa
Riassunto
La dispnea acuta, intesa come soggettiva sensazione di difficoltà respiratoria, è uno dei principali sintomi lamentati dai pazienti che accedono al Dipartimento di Emergenza - Accettazione (DEA) e può essere dovuta a svariate cause sia di origine cardiaca (scompenso cardiaco acuto o cronico, infarto miocardico acuto etc) che polmonare (BPCO, edema polmonare acuto, embolia polmonare, infezioni del parenchima polmonare, asma bronchiale) nonché da varie altre condizioni cliniche (anemizzazione, stati ansiosi etc). Analizzando i dati sui ricoveri ospedalieri in Toscana, emergono come principali cause mediche di ospedalizzazione ordinaria per acuti l’insufficienza respiratoria (6,62%) e l’insufficienza cardiaca congestizia -SCC (4,43%), con quadri clinici spesso sovrapponibili e con patologie concomitanti che rendono di non facile interpretazione la diagnosi in acuto. In termini economici è stato stimato il costo medio del ricovero intorno a 3200 euro con una degenza media di 9,3 giornate (da 13,1 a 7,4 giornate – variabile da regione a regione).
In questo contesto le strutture di osservazione breve (OB) nei DEA, laddove sono presenti, svolgono un ruolo rilevante nella capacità di presa in carico del paziente con SCC, stabilizzandolo ed eventualmente, evitando il ricorso inappropriato al ricovero.
La diagnosi precoce dell’origine della dispnea rappresenta a tutt’ oggi la sfida principale per i medici d’urgenza che hanno necessità di somministrare in tempi brevi la terapia adeguata ed identificare il reparto più appropriato per il ricovero del paziente.
I parametri finora utilizzati per la diagnosi di scompenso (cronico, acuto, acuto su cronico) si rifanno a linee guida nazionali ed internazionali, a protocolli locali e dotazioni laboratoristiche e strumentali dell’ospedale di riferimento. Sono eseguiti routinariamente: ECG, Rx torace, ecoDoppler cardiaco, esami di laboratorio volti a valutare la funzione renale, gli elettroliti, l’emocromo, la coagulazione, le transaminasi, gli ormoni tiroidei, la troponina e il BNP.
Il ruolo del BNP è ben definito come marker diagnostico e prognostico nello scompenso cronico, meno definito è il suo ruolo nel guidare la terapia nello scompenso acuto. Per questo motivo, da alcuni anni è stato proposto il rilievo di comete polmonari (ULCs – ultrasound lung cometes o linee B) come metodo ecografico in grado di rilevare la congestione polmonare in pazienti con dispnea acuta e quindi da utilizzare per diagnosticare la dispnea di origine cardiaca.
Scopo del presente studio è valutare la accuratezza dell’ultrasonografia toracica comparata con BNP nell’identificare i pazienti dimissibili da un reparto di OBI dopo ricovero per dispnea causata da scompenso cardiaco acuto.
Sono stati selezionati 39 pazienti reclutati dal settembre 2014 all’ aprile 2015 che accedevano al DEA di Livorno per dispnea e successivamente trattenuti in OB o HDU. Tali pazienti sono stati sottoposti all’ ingresso a prelievo di esami ematochimici, fra cui il BNP e TNI, emogasanalisi arteriosa, esecuzione di Rx torace ed ecografia toracica per la ricerca di comete polmonari. Gli esami ematochimici e l’ecografia toracica sono stati ripetuti a distanza 6-12 ore e 24 ore dopo terapia. Dei 39 pazienti trattati in DEA, 30 avevano una diagnosi di scompenso cardiaco congestizio (SCC) o edema polmonare (EPA) e di questi 23 sono stati ricoverati in base alle condizioni cliniche, le comorbidità e i parametri di laboratorio fra cui il BNP. Dei 23 pazienti ricoverati sono stati calcolati i giorni di degenza confrontandoli con i dati strumentali (ecografia toracica) e di laboratorio (BNP) raccolti all’ingresso e dopo 24 ore di osservazione in OB. Si è osservato che i pazienti che dopo 24 h di osservazione avevano ancora comete polmonari presentavano una degenza media maggiore dei pazienti in cui l’ecografia toracica a 24h risultava negativa (10,07 vs 5,85 giorni). Per quanto riguarda il BNP non sono state evidenziate variazioni significative a 24h fra i due gruppi.
Il principale limite di questo studio è rappresentato dall’ esiguo numero di pazienti, è auspicabile in futuro il coinvolgimento di più medici e più centri in modo da raccogliere dati con una rilevanza statistica maggiore, in grado di chiarire la reale utilità della metodica, considerando il basso costo e la buona riproducibilità.





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