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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05182014-163613


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
BRUNO, ROBERTA
URN
etd-05182014-163613
Titolo
Malacofaune plioceniche del Bacino di Siena (Toscana, Italia): analisi paleoecologica.
Dipartimento
SCIENZE DELLA TERRA
Corso di studi
SCIENZE E TECNOLOGIE GEOLOGICHE
Relatori
relatore Dott. Ragaini, Luca
Parole chiave
  • affinità biocenotica
  • analisi granulometriche
  • Bivalvi
  • Gasteropodi
  • grado di autoctonia
  • MPMUs
  • Scafopodi
Data inizio appello
13/06/2014
Consultabilità
Completa
Riassunto
RIASSUNTO

Il lavoro di tesi svolto rappresenta un contributo alla conoscenza delle malacofaune plioceniche del Bacino di Siena con lo scopo di ricostruire i paleoambienti marini originari.
I campioni fossiliferi oggetto di studio sono stati prelevati da un’area situata nella parte settentrionale del Bacino di Siena (zona Fornace-San Felice), recentemente cartografata sulla base di analisi di facies e secondo principi allostratigrafici.
Sono stati analizzati in totale 13 campioni (10 campioni volumetrici e 3 campioni manuali), che hanno permesso di esaminare 5624 individui di Molluschi tra cui 3787 Bivalvi, 1810 Gasteropodi e 27 Scafopodi. Tutti gli esemplari raccolti sono stati determinati e contati.
L’analisi paleoecologica è stata integrata con l’analisi granulometrica dei sedimenti, permettendo così di ricavare le caratteristiche dell’unico parametro ambientale che può essere studiato direttamente, il substrato.
Prima di procedere nella ricostruzione di un paleoambiente è necessario valutare il grado di autoctonia delle faune considerate. Sono stati quindi presi in considerazione i seguenti aspetti: stato di conservazione, confronto tra l’affinità tessiturale dei taxa rinvenuti e il sedimento inglobante, compatibilità dei range di distribuzione batimetrica dei taxa che compongono ogni singola associazione, numero di Bivalvi a valve unite e rapporto valve destre/valve sinistre. E’ stata inoltre, eseguita l’analisi della diversità (misure di eterogeneità) attraverso gli indici di diversità ed attraverso lo studio delle distribuzioni delle abbondanze, che tengono conto del numero delle specie e della ripartizione degli individui tra le specie.
Le malacofaune oggetto di studio sono state poi confrontate con le specie di bivalvi che delineano le quattro MPMUs (Mediterranean Pliocene Molluscan Units) per un inquadramento ecobiostratigrafico, rivelando così l’appartenenza dei campioni T2, C1, C2 ed E2 all’unità tropicale MPMU1 che è in accordo con il riferimento biozonale basato sui microfossili (biozone a foraminiferi plantonici e nannofossili calcarei).
In paleoecologia l’ambiente viene ricostruito indirettamente, attraverso le caratteristiche autoecologiche/sinecologiche dei taxa che compongono l’associazione. E’ stato quindi ricostruito il significato autoecologico dei taxa riconosciuti all’interno delle associazioni in rappresentanza del 90% circa della dominanza nei singoli campioni, confrontando poi i dati ottenuti con le caratteristiche granulometriche dei sedimenti. A tal fine sono stati presi in considerazione i seguenti dati ecologici: affinità tessiturale, habitus e forma biologica, trofismo, batimetria, salinità, temperatura e biocenosi. Successivamente sono state ricavate le dominanze dei vari gruppi di ogni categoria ecologica (affinità tessiturale, habitus e forma biologica, ecc.) poichè i risultati così ottenuti, rappresentano la base per una interpretazione plausibile e corretta del paleoambiente originario.
Il campione T1 è indicativo di un biotopo con substrato sabbioso collocabile tra l’infralitorale ed il circalitorale con una forte dominanza di forme seminfaunali e di organismi sospensivori e con prevalenza di specie caratteristiche preferenziali delle biocenosi DC/DE. Anche le malacofaune dei campioni T2 e B1 sono fortemente dominate da organismi sospensivori che popolavano un substrato di sabbia limosa con prevalenza delle forme seminfaunali, accompagnate da specie caratteristiche preferenziali delle biocenosi DC/DE. Il biotopo corrispondente all’associazione del campione B2 era caratterizzato da un substrato di sabbia limosa, dove prevalevano i sospensivori infaunali con specie caratteristiche preferenziali delle biocenosi DC/DE. Le malacofaune dei campioni C1 e C2, indicative di un fondale marino del piano infralitorale, evidenziano una prevalenza di forme infaunali e di sospensivori, mentre dal punto di vista biocenotico predominano specie caratteristiche preferenziali delle biocenosi DC/DE. Le associazioni dei campioni D1 e D2, entrambe con un substrato di limo sabbioso e con prevalenza di forme infaunali sempre dominate da sospensivori, evidenziano una cospicua presenza di forme LRE (specie a larga distribuzione ecologica) e si collocano nel piano circalitorale. In ultimo, i biotopi corrispondenti ai campioni E1 ed E2 sono indicativi di substrati sabbiosi infralitorali, sempre con prevalenza dei sospensivori e sono caratterizzati dalla dominanza di forme seminfaunali e da una forte presenza di taxa LRE.

ABSTRACT

This research is a contribution to the knowledge of Pliocene malacological fauna from Siena Basin, with the aim at reconstructing the original marine paleo-environments.
The fossiliferous samples were collected from an area located in the Northern Siena Basin (area Fornace-San Felice) recently mapped on facies analysis and allostratigraphic principles.
The analysis of 13 samples (10 bulk samples and 3 manual samples) permitted the identification of 5624 individuals, including 3787 Bivalves, 1810 Gastropods and 27 Scaphopods. All specimens collected were determined and counted.
The palaeoecological analysis has been integrated with the particle size analysis of the sediments, thus allowing to obtain the characteristics of the environmental parameter that can be studied directly, the substrate.
Before carrying out the paleoenvironment reconstruction it is necessary to assess the degree of autochthony of the faunas. The aspects taken into account are: the conservation status, the comparison between the textural affinity of the taxa and the sediment encasing, the compatibility of the bathymetric distribution range of the taxa, the number of bivalves with joined shells and the right-left valves' ratio. The analysis of diversity (heterogeneity measures) was done through the diversity indexes and the study of the distribution abundances that take into account the number of species and the distribution of individuals across species.
The molluscs of the associations were compared with the species of bivalves that outline the four MPMUs (Mediterranean Pliocene Molluscan Units) for a ecobiostratigraphic framing, thus revealing the membership of samples T2, C1, C2 and E2 of tropical unit MPMU1 that is in agreement with the biozonale reference based on microfossils (zone of Foraminifera and Nannofossils).
In paleoecological studies the environment is reconstructed indirectly, through the autoecological/sinecological characteristics of the taxa. Therefore, it was reconstructed the autoecological meaning of the taxa as the representative of approximately 90% of the dominancy of the individual samples, after the data obtained were compared with the particle size characteristics of the sediments. For this purpose the following ecological data have been taken into account: textural affinity, habitus and biological form, trophism, bathymetry, salinity, temperature and biocoenosis. Then, the dominances of the various groups of each ecological category above mentioned were made, because the related results are the basis for a plausible and correct interpretation of the original paleoenvironment.
The T1 sample is indicative of a biotope with a sandy substrate placed between the infralittoral and the circalittoral with a strong dominancy of seminfaunals and suspension feeders with a prevalence of preferential characteristic species of the biocoenosis DC/DE. Also the malacological fauna of the T2 and the B1 samples are strongly dominated by suspension feeders, that lived in a silty sand substrate with a prevalence of seminfaunals accompanied by preferential characteristic species of the biocoensis DC/DE. The corresponding biotope of the B2 sample was characterized by a silty sand substrate where the suspension feeder infaunal species and preferential characteristic species of biocoensis DC/DE prevailed. The malacological faunas of samples C1 and C2, indicative of a infralittoral sea bottom, show a prevalence of infaunals and suspension feeders with a dominancy of preferential characteristic species of biocoenosis DC/DE. The associations of the samples D1 and D2, both with a sandy silt substrate and with a prevalence of infaunals always dominated by suspension feeders, show a conspicuous presence of LRE forms (wide ecological distribution species) and lie in a circalittoral bottom. Finally, biotopes corresponding to the samples E1 and E2 are indicative of sandy infralittoral substrates with the prevalence of suspension feeders, and are characterized by the dominancy of seminfaunals and the strong presence of LRE taxa.