Tesi etd-05172017-134009 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
BRUSCHI, ALESSANDRO
URN
etd-05172017-134009
Titolo
Innovazioni farmacologiche nel trattamento della malattia di Alzheimer: dai meccanismi molecolari all'applicazione clinica
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
FARMACIA
Relatori
relatore Prof.ssa Breschi, Maria Cristina
Parole chiave
- alzheimer
- alzheimer's disease
Data inizio appello
05/06/2017
Consultabilità
Completa
Riassunto
La Malattia di Alzheimer (AD, Alzheimer’s Disease) è una patologia neurodegenerativa del sistema nervoso centrale caratterizzata da demenza progressivamente invalidante. Colpisce prevalentemente in età presenile ma può manifestarsi anche precocemente, e costituisce la principale forma di demenza nell’anziano. La causa ed i meccanismi di progressione della malattia non sono stati ancora esattamente chiariti, ma si evidenzia un danno neuronale con conseguente morte cellulare e diminuzione della massa cerebrale, che clinicamente si manifesta inizialmente con la perdita della memoria a breve termine e disorientamento, per poi progredire verso un’incapacità di eseguire le normali attività quotidiane in autosufficienza.
Sebbene la causa scatenante sia tuttora ignota, si rilevano nel cervello patologico delle anomalie a livello biochimico nel metabolismo di alcune proteine che porta ad un loro accumulo sia a livello intracellulare (proteina tau in ammassi neurofibrillari) che extracellulare (placche beta-amiloidi) del neurone, innescando un danno cellulare che eventualmente conduce il neurone alla perdita di funzionalità e alla morte.
Attualmente non esiste una cura risolutiva, i trattamenti approvati sono sintomatici nella fase iniziale dell’AD e non arrestano la progressione della patologia. I farmaci approvati sono indirizzati al ripristino dei normali livelli di neurotrasmettitori (specificatamente l’acetilcolina ed il glutammato) rivelatisi alterati nella malattia.
Con il progredire della ricerca e con i nuovi strumenti della medicina moderna sono stati individuati molteplici bersagli farmacologici nuovi e più specifici sui quali intervenire e molti farmaci sono attualmente in sperimentazione clinica. Questo elaborato vuole fornire una panoramica di questi nuovi approcci con particolare focus sulle strategie terapeutiche di immunoterapia attiva e passiva dirette verso la beta-amiloide e la proteina tau, i farmaci diretti sulle secretasi, gli inibitori della Glicogeno-Sintetasi-Chinasi 3 (GSK3) e gli inibitori di aggregazione (TAIs).
Sebbene molti di essi abbiano fallito nell’uomo l’obiettivo clinico di arrestare o invertire il decorso della patologia conclamata, hanno dato indicazioni positive negli studi in vitro, su modello animale e negli stadi più precoci della malattia, contribuendo anche con i fallimenti ad una più profonda conoscenza della patologia, piccoli passi verso una sempre più impellente cura per questa terribile malattia.
Sebbene la causa scatenante sia tuttora ignota, si rilevano nel cervello patologico delle anomalie a livello biochimico nel metabolismo di alcune proteine che porta ad un loro accumulo sia a livello intracellulare (proteina tau in ammassi neurofibrillari) che extracellulare (placche beta-amiloidi) del neurone, innescando un danno cellulare che eventualmente conduce il neurone alla perdita di funzionalità e alla morte.
Attualmente non esiste una cura risolutiva, i trattamenti approvati sono sintomatici nella fase iniziale dell’AD e non arrestano la progressione della patologia. I farmaci approvati sono indirizzati al ripristino dei normali livelli di neurotrasmettitori (specificatamente l’acetilcolina ed il glutammato) rivelatisi alterati nella malattia.
Con il progredire della ricerca e con i nuovi strumenti della medicina moderna sono stati individuati molteplici bersagli farmacologici nuovi e più specifici sui quali intervenire e molti farmaci sono attualmente in sperimentazione clinica. Questo elaborato vuole fornire una panoramica di questi nuovi approcci con particolare focus sulle strategie terapeutiche di immunoterapia attiva e passiva dirette verso la beta-amiloide e la proteina tau, i farmaci diretti sulle secretasi, gli inibitori della Glicogeno-Sintetasi-Chinasi 3 (GSK3) e gli inibitori di aggregazione (TAIs).
Sebbene molti di essi abbiano fallito nell’uomo l’obiettivo clinico di arrestare o invertire il decorso della patologia conclamata, hanno dato indicazioni positive negli studi in vitro, su modello animale e negli stadi più precoci della malattia, contribuendo anche con i fallimenti ad una più profonda conoscenza della patologia, piccoli passi verso una sempre più impellente cura per questa terribile malattia.
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