Tesi etd-05172010-205103 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea specialistica LC5
Autore
MICONI, ANNA MARIA
URN
etd-05172010-205103
Titolo
Progettazione e sintesi di derivati Ftalimmidici quali potenziali inibitori di metalloproteasi
Dipartimento
FARMACIA
Corso di studi
CHIMICA E TECNOLOGIA FARMACEUTICHE
Relatori
relatore Dott.ssa La Motta, Concettina
relatore Dott. Morelli, Matteo
relatore Dott. Morelli, Matteo
Parole chiave
- Derivati Ftalimmidici
- inibitori delle MMPs
- MMPs
Data inizio appello
09/06/2010
Consultabilità
Non consultabile
Data di rilascio
09/06/2050
Riassunto
RIASSUNTO
Le metalloproteasi di matrice (MMPs) sono una grande famiglia di endopeptidasi calcio-dipendenti contenenti zinco, prodotte prevalentemente dalle cellule del tessuto connettivo e responsabili del rimodellamento tessutale e della degradazione della maggior parte dei componenti della matrice extracellulare (quali collagene, elastina, gelatina, glicoproteine di matrice e proteoglicani) catalizzando l’idrolisi di legami peptidici a livello di precise sequenze amminoacidiche.
Nelle normali condizioni fisiologiche, la loro espressione è strettamente controllata e regolata da ormoni, fattori di crescita e citochine e la loro attività da inibitori endogeni della metalloproteasi (MMPIs) e inibitori tessutali delle metalloproteasi (TIMPs).
Un’inefficienza in uno dei meccanismi di controllo omeostatico che porta ad una sovra espressione delle MMPs può essere strettamente legata all’insorgenza di patologie di grave entità, caratterizzate da una forte degradazione dei tessuti strutturali e connettivi, quali invasione tumorale accompagnata da formazione di metastasi, morbo di Alzheimer, ulcera gastrica, cirrosi e fibrosi epatica, artrite reumatoide ed osteoartrite, periodontite, sclerosi multipla, aterosclerosi ecc.
Tra le metalloproteasi di matrice, due sono particolarmente coinvolte nella progressione tumorale: la gelatinasi A (MMP-2) e la gelatinasi B (MMP-9). Esse sono state proposte come potenziali target terapeutici per gli alti livelli di espressione in vari casi di tumori umani (tumore colon-rettale, carcinoma gastrico, carcinoma pancreatico, tumore al seno, melanoma, condrosarcoma) e per l’abilità a degradare il collagene di tipo IV, principale componente delle membrane basali.
La maggior parte degli inibitori delle MMPs presenti in letteratura possiede un gruppo funzionale capace di chelare l’atomo di zinco catalitico presente nel sito attivo dell’enzima (Zinc-Binding-Group o ZBG). In questo modo l’attività proteolitica di questi enzimi viene inibita. Gli inibitori che presentano una funzione chelante di tipo idrossamico sono risultati i più efficaci, tuttavia essi mostrano problemi di biodisponibilità, nonché di tossicità. Da qui la necessità di ricercare nuove molecole capaci di ovviare a questi inconvenienti e di mostrare un’efficacia e una selettività sempre maggiori.
Alla luce di quanto detto, l’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato la progettazione e la sintesi di derivati Ftalimmidici quali possibili inibitori delle gelatinasi.
Le metalloproteasi di matrice (MMPs) sono una grande famiglia di endopeptidasi calcio-dipendenti contenenti zinco, prodotte prevalentemente dalle cellule del tessuto connettivo e responsabili del rimodellamento tessutale e della degradazione della maggior parte dei componenti della matrice extracellulare (quali collagene, elastina, gelatina, glicoproteine di matrice e proteoglicani) catalizzando l’idrolisi di legami peptidici a livello di precise sequenze amminoacidiche.
Nelle normali condizioni fisiologiche, la loro espressione è strettamente controllata e regolata da ormoni, fattori di crescita e citochine e la loro attività da inibitori endogeni della metalloproteasi (MMPIs) e inibitori tessutali delle metalloproteasi (TIMPs).
Un’inefficienza in uno dei meccanismi di controllo omeostatico che porta ad una sovra espressione delle MMPs può essere strettamente legata all’insorgenza di patologie di grave entità, caratterizzate da una forte degradazione dei tessuti strutturali e connettivi, quali invasione tumorale accompagnata da formazione di metastasi, morbo di Alzheimer, ulcera gastrica, cirrosi e fibrosi epatica, artrite reumatoide ed osteoartrite, periodontite, sclerosi multipla, aterosclerosi ecc.
Tra le metalloproteasi di matrice, due sono particolarmente coinvolte nella progressione tumorale: la gelatinasi A (MMP-2) e la gelatinasi B (MMP-9). Esse sono state proposte come potenziali target terapeutici per gli alti livelli di espressione in vari casi di tumori umani (tumore colon-rettale, carcinoma gastrico, carcinoma pancreatico, tumore al seno, melanoma, condrosarcoma) e per l’abilità a degradare il collagene di tipo IV, principale componente delle membrane basali.
La maggior parte degli inibitori delle MMPs presenti in letteratura possiede un gruppo funzionale capace di chelare l’atomo di zinco catalitico presente nel sito attivo dell’enzima (Zinc-Binding-Group o ZBG). In questo modo l’attività proteolitica di questi enzimi viene inibita. Gli inibitori che presentano una funzione chelante di tipo idrossamico sono risultati i più efficaci, tuttavia essi mostrano problemi di biodisponibilità, nonché di tossicità. Da qui la necessità di ricercare nuove molecole capaci di ovviare a questi inconvenienti e di mostrare un’efficacia e una selettività sempre maggiori.
Alla luce di quanto detto, l’obiettivo di questo lavoro di tesi è stato la progettazione e la sintesi di derivati Ftalimmidici quali possibili inibitori delle gelatinasi.
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