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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05162023-193717


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale LM5
Autore
MOSSARELLO, SILVIA
URN
etd-05162023-193717
Titolo
La costruzione identitaria del bambino nella scuola dell’infanzia. Percorsi ludico-didattici in chiave storica.
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
SCIENZE DELLA FORMAZIONE PRIMARIA
Relatori
relatore Iannella, Cecilia
correlatore Fantozzi, Donatella
Parole chiave
  • Storia
  • Identità
  • Scuola dell'infanzia
Data inizio appello
29/06/2023
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Questa tesi tratta del percorso che i bambini e le bambine della scuola dell'Infanzia intraprendono nella composizione della propria identità. Attraverso disegni, discussioni, attività ludiche e interazioni, i docenti, hanno la possibilità di rendere gli alunni più consapevoli della loro cultura e delle differenze con gli altri. La storia è la disciplina che maggiormente interseca le proprie potenzialità con questo percorso, coinvolge il passato, il presente e il futuro creando significato.
In questa tesi descriverò tre diversi percorsi che ho avuto modo di sperimentare dal terzo al quinto anno di tirocinio diretto.
Attraverso queste esperienze cercherò di evidenziare come i bambini sono costantemente alla ricerca di risposte e di come questa loro innata curiosità possa essere utilizzata per rafforzare la loro ricerca di identità.
L’identità è comprensione di sé e soprattutto consapevolezza.
il primo percorso che ho sperimentato utilizza lo specchio come medium cognitivo, William Preyer definisce quanto lo specchio sia importante nella conoscenza del sé; il bambino è per se stesso un “oggetto nuovo” ma grazie all’osservazione e alla sperimentazione del suo riflesso, impara a conoscersi e a costruire il proprio io.
Il secondo percorso si concentra sul ruolo delle figure di accudimento e definisce la varietà della parola famiglia.
La famiglia è un concetto intangibile, astratto e come tale delinearne i confini diventa un’ardua impresa.
Possiamo definirla come uno spazio fisico, ma soprattutto come insieme relazionale e simbolico.
La valenza che ha questa istituzione è fondamentale, poiché è il luogo dove l’esperienza assume un significato e si veicolano valori e credenze, il senso del giusto e dello sbagliato.
La famiglia contribuisce alla costruzione del nostro habitus cioè all’insieme di predisposizioni e schemi di pensiero che guidano l’individuo nella sua vita sociale.
Il terzo percorso sposta la sua attenzione sui colori che ogni bambino possiede. Attraverso la lettura i bambini introducono l'idea che dentro di noi coesistono più sfaccettature e che ognuna di queste serve a riconoscerci come unici.
L’attività ha visto l’utilizzo di un peluches per aiutare i bambini ad entrare dentro la narrazione.
Il peluche è diventato un ponte con le emozioni che molti di loro provano nelle loro case, hanno sentito la necessità di prendersi cura di lui proprio come viene fatto nell’ambiente domestico.
L’oggetto ponte si è dimostrato molto efficace con i bambini che in genere hanno difficoltà di attenzione, ha catturato il loro sguardo creando un’apertura capace di dare significato alla storia.
È significativa l’immagine che richiama il titolo, come un ponte collega due diverse sponde così anche l’oggetto è capace di unire la narrazione all’alunno; uno scambio a doppia direzione capace di creare apprendimento.
Nella parte finale dell’elaborato ho riportato alcuni progetti della scuola Primaria legati all’argomento.
Infine, ho concluso con lo spazio dedicato alla revisione dei percorsi.
Si evidenzia l’importanza della flessibilità nella progettazione educativa ovvero una personalizzazione come risposta alle diverse esigenze specifiche, ed inoltre la necessità di seguire i documenti di riferimento: Le indicazioni nazionali del 2012 e le raccomandazioni Europee sulle competenze chiave per l’apprendimento.
“Ogni studente suona il suo strumento, non c’è niente da fare. La cosa difficile è conoscere bene i nostri musicisti e trovare l’armonia. Una buona classe non è un reggimento che marcia al passo, è un’orchestra che prova la stessa sinfonia”. (Daniel Pennac)



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