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Archivio digitale delle tesi discusse presso l’Università di Pisa

Tesi etd-05162020-143850


Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
NICOLINI, MICHELA
URN
etd-05162020-143850
Titolo
Antiriciclaggio negli studi professionali: analisi di un tentativo di frode
Dipartimento
ECONOMIA E MANAGEMENT
Corso di studi
CONSULENZA PROFESSIONALE ALLE AZIENDE
Relatori
relatore Prof. Verona, Roberto
Parole chiave
  • antiriciclaggio
  • professionista
  • segnalazione di operazione sospetta
Data inizio appello
08/06/2020
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo rappresentano una delle piaghe dell’economia moderna.
Tali fenomeni vengono alimentati dalla ricchezza “sporca”, generata dalle organizzazioni criminali attraverso operazioni illecite; la quale poi viene reimmessa nell’economia attraverso l’investimento in attività lecite.
Il riciclaggio è un fenomeno oscuro che presenta aspetti molto preoccupanti, tant’è che dagli studi effettuati è emerso che rappresenta circa il 5-7% del PIL mondiale (percentuale che delinea quasi 3 volte il PIL italiano); queste voci occulte alimentano quella che viene definita “economia sommersa”, dove gli spostamenti di denaro realizzati dalle operazioni poste in essere, non contribuiscono alla formazione del PIL e soprattutto sono entità che non vengono tassate.
Il fenomeno del riciclaggio e del finanziamento del terrorismo ricoprono un ruolo primario nelle strategie della criminalità economica, in quanto i criminali tramite molteplici operazioni finanziarie, societarie e commerciali, trasformano o meglio “ripuliscono” il denaro ottenuto in maniera illecita e lo reinseriscono nell’economia emersa tramite attività lecite.
Questo fenomeno permette tramite la stratificazione delle operazioni di rendere difficoltoso per le autorità competenti ricostruire l’iter percorso dalle somme di denaro.
Il fenomeno non riguarda solo il nostro paese ma si estende anche al di fuori, ecco perché si parla di transnazionalità; di conseguenza le misure preventive e repressive per essere efficienti devono essere di pari estensione.
Se i provvedimenti rimangono solo a carattere nazionale, questo comporta di per sé l’insuccesso delle forme di tutela poste in essere.
Da quanto elaborato delle autorità competenti del settore, si è potuto evidenziare che i riciclatori fanno frequentemente ricorso alla transnazionalità dell’economia, per eseguire “il lavaggio” dei proventi realizzati in maniera illegale, procedimento che rende difficoltosa l’identificazione del soggetto o dei soggetti che hanno posto in essere l’operazione, con la conseguenza che il criminale non viene ad essere assoggettato alla punizioni di carattere penale ed amministrativo per la commissione del reato.
A livello internazionale l’obiettivo è quello di conseguire: la progressiva armonizzazione e cooperazione tra gli stati.
L’analisi del fenomeno non è statica ma bensì oggetto di “una lotta continua”, in quanto i criminali sono individui intelligenti e preparati, alla continua ricerca di nuovi meccanismi e strumenti sempre più sofisticati, con il fine di eludere i controlli posti in essere dalla normativa antiriciclaggio.
Gli strumenti di cui si avvalgono non coinvolgono solo gli istituti bancari, ma ricorrono anche a professionisti e altri soggetti appartenenti ai vari canali.
Questo spiega perché nel corso del tempo la disciplina antiriciclaggio si sia ampliata e modificata; intensificando e creando nuovi mezzi di repressione e di contrasto, ma incrementando il novero dei soggetti destinatari che devono collaborare con le autorità competenti.
Come un vestito, si è cucita addosso agli innumerevoli cambiamenti socio - economici di cui l’Europa e il nostro Paese sono stati testimoni.
La V direttiva consiste in un recepimento a livello europeo di quanto finora emanato in tema di riciclaggio di capitali di illecita provenienza e di finanziamento del terrorismo.
Il suo recepimento a livello nazionale è divenuto obbligatorio a partire dal 1° gennaio 2020.
La normativa pone degli obblighi e delle sanzioni in capo ai soggetti destinatari, ma rimane tuttavia lacunosa sulla modalità di attuazione di quanto disciplinato in essa.
Per agevolare il compito dei professionisti il Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili ha provveduto ad emanare delle Linee Guida e delle Regole Tecniche che si basano sul principio della proporzionalità.
Questo sta a significare che gli obblighi variano in relazione: alle dimensioni dello studio, in funzione della pericolosità del cliente e dell’attività professionale svolta.
I professionisti a seguito della loro assoggettazione alla normativa, hanno dovuto rivedere l’impianto organizzativo tipico dello studio, hanno dovuto provvedere a fornire ai collaboratori un’adeguata preparazione circa l’antiriciclaggio, in modo tale da evitare le sanzioni imposte loro per il mancato rispetto di quanto indicato.
Oltre alle misure previste dalla normativa antiriciclaggio sono state poste in essere limitazioni all’uso del contante.
Disposizioni volute dal legislatore per limitare ed ostacolare il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo, in quanto si ritiene che le maggiori operazioni illecite avvengano mediante il ricorso al denaro contante.
Queste limitazioni però non vietano di compiere transazioni di importo superiore al limite vigente, infatti qualora il cliente sfori quanto previsto dalla legge, dovrà ricorrere all’utilizzo di strumenti tracciabili.
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