Tesi etd-05142022-092211 |
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Tipo di tesi
Tesi di laurea magistrale
Autore
ISGRO', ALESSANDRA
URN
etd-05142022-092211
Titolo
Teatralità e liturgia nel 1700: il caso dell'Oratorio di Nostra Donna a Pontremoli
Dipartimento
CIVILTA' E FORME DEL SAPERE
Corso di studi
STORIA E FORME DELLE ARTI VISIVE, DELLO SPETTACOLO E DEI NUOVI MEDIA
Relatori
relatore Prof.ssa Barsotti, Anna
correlatore Prof.ssa Niccoli, Bruna
correlatore Prof.ssa Niccoli, Bruna
Parole chiave
- Madonna Statue
- Paramenti Sacri
- Pontremoli
- Pontremoli
- Sacred Vestments
- Simulacro
- Simulacrum
- Statua Madonna
- Teatralità
- Theatricality
Data inizio appello
30/05/2022
Consultabilità
Tesi non consultabile
Riassunto
Lo scritto segue una linea di pensiero semplice, ma allo stesso tempo efficace per comprendere quelle che sono le ricerche contestualizzando il periodo storico artistico dai tempi dei Cesari fino alle giornate del Concilio di Trento, per capire come un certo tipo di teatralità e di ritualità sia nel tempo scomparsa e volutamente fatta sparire, per poi ritornare prepotentemente in auge pochi secoli dopo. L'analisi, la ricerca, parte dalla concezione di teatro e spettacolo nell'antica Roma e segue la sua evoluzione attraverso i secoli, di come l'idea di teatro sia stata fatta cadere nell'oblio, quasi demonizzata dai primi cristiani che temevano che la loro anima potesse "corrompersi" se esposta alla vista di alcuni spettacoli. Nonostante queste censure molti testi greci e latini vennero riproposti e studiati e, fortunatamente salvati. A seguire si fa cenno alle nuove e diverse forme di spettacolo sia laiche che di matrice cristiana che avevano iniziato ad emergere, dai giullari che si spostavano di corte in corte, agli spettacoli sacri itineranti o eseguiti sui sagrati della chiese. Il concilio di Trento affronta la questione della spettacolarità legata ai riti sacri negli atti della XXV giornata. Alle considerazioni sull'evoluzione del rito seguono quelle più specifiche, che riguardano lo studio dei simulacri sacri. Un’analisi che si basa sullo studio degli scritti di ricercatori, tesisti e docenti che mi hanno resa in grado di affrontare queste pagine proponendo anche altri esempi di statue vestite: non solo la nota e splendida Madonna del Popolo, compatrona di Pontremoli attorno alla quale ancora oggi ruota una ritualità che affonda le radici nel 1622, ma anche una statua relegata in una nicchia di una chiesetta nascosta in un bosco, venerata da una manciata di fedeli e ammirata da pochi appassionati del genere, la statua della Divina Pastora di Rocca Sigillina, forse non esteticamente all’altezza degli altri simulacri citati poco sopra, ma sicuramente meritevole di ricerche ben più approfondite. L’elaborato si conclude con due appendici, la trascrizione di due Atti conservati nell’Archivio di Stato di Pontremoli; il primo Atto riporta le indagini ed il processo a carico di un cittadino accusato di essere responsabile di alcuni furti avvenuti nell’Oratorio di Nostra Donna: libbre di cera, paramenti sacri e il bordo d’oro dell’abito dell’Immacolata Concezione. Il secondo estratto è tratto dalla sezione “Culto” e riporta l’elenco dettagliato di tutti i beni presenti nel suddetto Oratorio, eseguito nel luglio del 1784. La seconda appendice contiene delle fotografie che ho ritenuto necessario inserire al fine di far comprendere come sono realmente le statue vestite di cui si parla in questo scritto; una menzione particolare va fatta per i campioni di tessuti, tratti dai volumi Magnificenza nell’arte tessile della Sicilia centro-meridionale curati da Giuseppe Cantelli, appositamente inseriti e descritti per consentire dei parallelismi con i le stoffe e i ricami dell’abito dell’Immacolata Concezione.
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